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Gazzettino -Insegnanti tecnici in trincea contro la riforma

Si riuniscono in Comitato i docenti delle discipline tecniche che il ministro Moratti vuole mandare in cassa integrazione Insegnanti in trincea contro la riforma Sono oltre 150 quelli che non hanno ...

27/02/2003
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Il Gazzettino

Si riuniscono in Comitato i docenti delle discipline tecniche che il ministro Moratti vuole mandare in cassa integrazione
Insegnanti in trincea contro la riforma
Sono oltre 150 quelli che non hanno la laurea e perderanno il posto

BELLUNO. Le prime vittime della riforma Moratti sono loro: insegnanti tecnici, senza una laurea in tasca. Più di centocinquanta in provincia di Belluno, oltre trentamila in tutta Italia, saranno strappati alla loro cattedra, parcheggiati in cassa integrazione, privati del diritto di insegnare e di una possibilità di "riconversione" e infine licenziati. Un destino già scritto. Ma loro non si arrendono.

BELLUNO. Le prime vittime della riforma Moratti sono loro: insegnanti tecnici, senza una laurea in tasca. Più di centocinquanta in provincia di Belluno, oltre trentamila in tutta Italia, saranno strappati alla loro cattedra, parcheggiati in cassa integrazione, privati del diritto di insegnare e di una possibilità di "riconversione" e infine licenziati. Un destino già scritto. Ma loro non si arrendono.
In settanta si sono ritrovati ieri nell'aula magna del Segato per farsi forza a vicenda e organizzare quella che fin d'ora assume i connotati di una Resistenza. "Questa riforma non può passare", tuona Livio D'Agostino, portavoce del Coordinamento degli insegnanti diplomati della Provincia di Belluno, fondato lo scorso 14 febbraio. "Andiamo verso decine di migliaia di licenziamenti e quasi non se ne parla. A settembre ci saranno i primi tagli del personale ausiliario poi toccherà a noi. La scuola sarà sempre più privata, lo Stato bada soltanto a limitare le spese".
Difficile accettare in silenzio di perdere, da un giorno all'altro, la professione che si è esercitata per vent'anni. Ma se la riforma andrà in porto senza modifiche è quello che succederà: gli insegnanti tecnici sono fin d'ora considerati un esubero, perché sarà la Regione a farsi carico della formazione professionale degli studenti ed è ipotizzabile che il servizio venga affidato ad agenzie private. "Come insegnanti tecnici avremmo la possibilità di frequentare corsi di riconversione per poter rientrare in gioco", aggiunge D'Agostino, "ma un ordine del giorno proposto dal deputato forzista Santulli e approvato alla Camera con la legge 268 di riforma ha stabilito che i corsi saranno aperti solo ai laureati". I diplomati saranno collocati per due anni in "disponibilità", un modo elegante per definire la cassa integrazione, con l'80 per cento dello stipendio. Poi scatterà il licenziamento. "E questa è solo la punta del'iceberg", prevede D'Agostino, "perché anche gli insegnanti tecnici che hanno la laurea e che oggi sono al sicuro, più avanti rischieranno il posto. Il taglio dei laboratori, l'affidamento alle Regioni e quindi la privatizzazione della formazione tecnica, e l'esigenza di contenere i costi produrranno altri esuberi in pochissimo tempo". Ecco perché il Coordinamento nato a Belluno sta cercando di portare gli insegnanti a fare fronte compatto contro la riforma. L'assemblea di ieri è stata indetta dalla Gilda, "ma solo perché come coordinamento non avevamo la possibilità di convocarla", chiarisce D'Agostino. "Vogliamo essere trasversali, non legarci ad un sindacato. Qui c'è in gioco il futuro della scuola, di migliaia di insegnanti e degli stessi studenti che tra poco si troveranno a fare i conti con una scuola di serie A e una di serie B e con l'obbligo di scegliere la propria strada a 13-14 anni, quando dovranno puntare sulla formazione nel sistema dei licei o su un indirizzo professionale".