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Giornale di Vicenza-Scuola, sì al contratto e più autonomia

Dopo diciassette mesi di trattativa, risolta la vertenza che rischiava di rallentare l'entrata in vigore della riforma Moratti Scuola, sì al contratto e più autonomia Firmata l'intesa che...

18/05/2003
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Il Giornale di Vicenza

Dopo diciassette mesi di trattativa, risolta la vertenza che rischiava di rallentare l'entrata in vigore della riforma Moratti
Scuola, sì al contratto e più autonomia
Firmata l'intesa che prevede fino a 147 euro di aumento per i docenti e 93 per il personale Ata
Firmato ieri mattina, a circa 17 mesi dalla sua scadenza naturale, il rinnovo del contratto della scuola. Una conclusione positiva che era stata auspicata perchè, se da un lato doveva dare risposte al milione e più di dipendenti interessati, dall' altro era importante perchè l'inizio del prossimo anno scolastico segnerà anche l' avvio della riforma voluta dal ministro Letizia Moratti, che ha provocato non poche polemiche e mugugni ma che ora ha come prossimo passo quella della sua attuazione. Quali i punti più significativi del nuovo contratto? Per la parte economica: 147 euro di aumento medio mensile a regime per gli insegnanti, 93 euro di aumento medio mensile a regime per gli Ata, l'incremento delle retribuzioni accessorie. Poi, il potenziamento del funzionamento delle scuole autonome per dare opportunità migliori al lavoro di docenti e Ata, lo snellimento e la semplificazione di alcune centinaia di norme per rendere più trasparenti le regole che riguardano il rapporto di lavoro, modalità più veloci per far avere alle scuole le risorse utili per retribuire l'attività; il mantenimento e la valorizzazione della struttura della contrattazione e la difesa dei diritti del personale.
Tra i primi ad esprimere la propria soddisfazione per l'approvazione del contratto è stata proprio Letizia Moratti, secondo cui "gli elementi di novità contenuti nel contratto per quanto riguarda l'aspetto economico e normativo rappresentano un messaggio di incoraggiamento". Soddisfatti anche i sindacati, tranne naturalmente quelli - Gilda, Cobas e Unicobas - che non hanno firmato.
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