Iscriviti alla FLC CGIL

Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Giulietto Chiesa: adesso tocca all'Iran!

Giulietto Chiesa: adesso tocca all'Iran!

www.clarence.it Giulietto Chiesa: adesso tocca all'Iran! Clarence intervista Giulietto Chiesa. Che va controcorrente e ci spiega lo scenario-ombra dell'attuale operazione militare americana. E lan...

20/03/2003
Decrease text size Increase text size

www.clarence.it
Giulietto Chiesa: adesso tocca all'Iran!

Clarence intervista Giulietto Chiesa. Che va controcorrente e ci spiega lo scenario-ombra dell'attuale operazione militare americana. E lancia anatemi contro le bufale menzognere del sistema mediatico.
Una intervista controcorrente con il commentatore politico più odiato dall'Impero.....

Questo primo attacco ha sorpreso molti osservatori che si attendevano una pioggia di bombe. Mentre gli Usa hanno cercato di mirare direttamente l'obiettivo Saddam. Quali sono le tue prime impressioni sulla guerra in Iraq?
Non sono affatto sorpreso. Questa guerra sarà caratterizzata da azioni mirate, fondate sul lavoro capillare dell'intelligence e, soprattutto, sugli straordinari avanzamenti della tecnologia militare di sorveglianza. Attraverso l'uso di questa formidabili macchine-spia in grado di monitorare il territorio, sarà possibile per gli americani condurre questa operazione militari nei termini di una gigantesca caccia all'uomo.
Se questa guerra si trasforma nella caccia spietata a un criminale, non siamo allora di fronte piuttosto a un'operazione di polizia?
Sicuramente la dottrina della guerra preventiva giustifica azioni di polizia internazionale di questo genere. Solo che al posto dei manganelli o delle pistole in questo caso si usano i missili. Che piovono sulla testa della popolazione civile inerme, facendo migliaia di vittime. I famosi effetti collaterali delle operazioni di polizia condotta da Bush sono sotto gli occhi di tutti. Oggi, dopo un primo debole bombardamento, abbiamo già registrato 25 morti.
Credi all'ipotesi americana di guerra-lampo?
A mio avviso non dovrebbe essere una guerra molto lunga. In pratica dovrebbe ricalcare la situazione dell'Afghanistan. Sarebbe, beninteso, una catastrofe. Ma l'obiettivo di questa guerra è conquistare innanzitutto il controllo geopolitico dell'Asia centrale.
Insomma gli Usa vogliono creare al più presto un protettorato americano nell'area. Si tratterà solo di un primo passo. Il prossimo stadio potrebbe essere un attacco nei confronti dell'Iran. Gli americani vogliono completare l'occupazione di tutta la regione petrolifera per esercitare un dominio totale sulle fonti energetiche del pianeta.
Clarence ha parlato oggi con Sisci, che si trova adesso a Pechino. Secondo lui la Cina, in questo momento, è solo apparentemente critica verso gli Usa. In realtà stanno agevolando il compito degli americani.....
Conosco queste tesi che sostengono che i cinesi sarebbero diventati, di fatto, degli alleati degli Stati Uniti. Non ci credo. Penso che i cinesi, prima o poi, saranno nel mirino americano. La logica espansionistica dell'Impero metterà di fronte, inevitabilmente, queste due potenze. I cinesi, per il momento, hanno interesse a restare fuori dal conflitto e ad evitare di dover accelerare il confronto con Usa. Inoltre ritengono che gli Stati Uniti, avendo spaccato il fronte occidentale, potrebbero essere indeboliti dall'esito di questa operazione militare e cacciarsi, almeno per un po', in una sorta di vicolo cieco.
Qual è il ruolo dell'informazione e della controinformazione in questo contesto politico-militare?
Dobbiamo reagire alle menzogne e alle mistificazioni costruite ad arte dai servizi segreti e rafforzate dalla compiacenza di giornalisti cialtroni. Faccio un solo esempio. L'infromazione dei grandi media ha commentato per ore la bufala della presunta fuga e morte di tarek Aziz. Una bufala colossale, avvalorata dalla superificialità di alcuni giornalisti, che- volutamente- non controllano le fonti e amplificano le balle più vergognose. Bisogn areagire con la controinformazione. Ma non basta. Bisogna smascherare i comportamenti ignobili dei media. Non si tratta solo di denunciarli, ma di costringerli a cambiare registro . Non è sufficiente creare la rete della controinformazione, che raggiunge solo la periferia dell'audience, ma invadere lo spazione della comunicazione di massa attraverso un azione concertata di tutta la controinformazione.

Inviato da Igino Domanin, 05:47 PM