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Il Messaggero - i prof alla Moratti:più investimenti e garanzie

Mercoledì appuntamento a Viale Trastevere per discutere i contenuti della riforma: sul tappeto stipendi, parità, cicli, codice deontologico Scuola, i prof alla Moratti: più investimenti e garan...

26/11/2001
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Il Messaggero

Mercoledì appuntamento a Viale Trastevere per discutere i contenuti della riforma: sul tappeto stipendi, parità, cicli, codice deontologico
Scuola, i prof alla Moratti:
più investimenti e garanzie
di ANNA MARIA SERSALE

ROMA - Mercoledì 28 sarà una giornata cruciale. La Moratti ha appuntamento alle 9,30 con i massimi vertici del sindacalismo scolastico. Subito dopo incontrerà tutte le organizzazioni studentesche, compresi i "ribelli" che hanno occupato le scuole. Si discuterà dei grandi cambiamenti. Il ministro ha messo al lavoro ben cinque commissioni: si occupano di parità, cicli, codice deontologico dei professori, valutazione del lavoro degli istituti e nuovi organi collegiali. Queste le priorità. Su alcune, anzitutto parità, cicli e riforma delle rappresentanze di base, gli studenti chiedono garanzie. "Non abbiamo paura dei cambiamenti - dicono - ma la Moratti protegge le scuole private, danneggiando la scuola pubblica, frequentata dal 93% degli studenti".
Il ministro riceverà Cgil, Cisl, Uil; Snals e Gilda, ovvero tutti i sindacati ammessi al tavolo delle trattative, per discutere del "piano pluriennale di investimenti" e delle riforme che modificheranno la scuola. Se sul codice e i cicli il dibattito è acceso, sul tema degli investimenti è esplosivo. Perché sui soldi si gioca il futuro dell'istruzione e sui soldi poggiano le rivendicazioni dure dei professori, scesi in piazza il 12 novembre "contro gli stipendi da fame" e "contro i tagli della finanziaria". Sarà di nuovo scontro, tra sindacati e con il ministro. Gilda e Cgil l'altra volta sono usciti dall'incontro sbattendo la porta, mentre Cisl e Uil hanno accettato la piattaforma della Moratti. Lo Snals, allora, era rimasto guardingo, anche se non del tutto contrario.
Si parlerà anche dell'organizzazione del lavoro e del nuovo profilo dei docenti. Osserva polemico Fedele Ricciato, dello Snals: "E' giusto parlare di livelli professionali, però non mi entusiasma l'ipotesi di un codice deontologico per i docenti". E Massimo Di Menna, Uil: "Sono contrario all'elenco delle "buone maniere", dettato dall'esterno. Già ci sono leggi rigorose che regolano il lavoro dei docenti". In sostanza i sindacati temono che il codice sia il preludio ad una "totale privatizzazione". "I docenti potrebbero essere iscritti ad un Albo come gli avvocati e gli architetti, ma - sostiene Lia Ghisani, Cisl - con il pericolo di perdere tutele e diritti acquisiti". Contraria al codice anche la Cgil: "Non se ne sente proprio il bisogno - afferma Enrico Panini - Eppoi, regole, dettate da chi?".
La scuola dovrà anche abituarsi a nuovi termini: "competizione", "carriere" e per gli insegnanti la definizione di "professionisti dell'istruzione". Ma le reazioni non sono tutte positive: "Non siamo un'azienda - osserva Fedele Ricciato, Snals - Diffido della definizione che il ministro dà dell'insegnante". Quanto alle carriere, per ora c'è la Cgil pronta a confrontarsi per un "piano articolato". La parola "merito" sembra scomparsa, nessuno la pronuncia più con disinvoltura, ma si sa che, prima o poi, tornerà a galla.
Il ministro Moratti non ha mai nascosto le sue intenzioni sulle scuole private: "Pure i Paesi ex comunisti dell'Est finanziano le scuole non statali. Il caso Italia è unico al mondo". Tuttavia anche l'equiparazione complea di pubblico-privato non avrà vita facile. "I soldi del bilancio dello Stato vanno investiti soltanto nella scuola pubblica", sostiene Di Menna, Uil. Poi aggiunge: "Saremmo d'accordo con un sistema di borse di studio, per ragazzi disagiati e meritevoli, in questo caso senza distinzioni, ma niente di più".
Ad agitare le acque si aggiungono i Cobas che hanno proposto agli altri sindacati di aderire ad uno sciopero generale da attuare nel mese di dicembre: "Il rinnovo contrattuale è da brivido - afferma Piero Bernocchi, portavoce dei Cobas - Ci sarà una riduzione dello stipendio, anziché un incremento. Perchè? Semplice. Si prevede l'1,6 di aumento, mentre l'inflazione è al 2,8 per cento". Contro l'esiguità delle risorse per gli stipendi tutti i sindacati sono pronti alla lotta. Ecco che cosa dice Enrico Panini, Cgil: "L'allineamento all'Europa a questo punto è un sogno lontano".