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Il Nuovo-La Moratti ai prof: usate le mail, le scuole: Pc vecchi

La Moratti ai prof: usate le mail, le scuole: Pc vecchi Il ministero dell'istruzione chiede ai dirigenti scolastici di usare maggiormente il digitale. L'associazione presidi: "Bene, ma saranno da...

27/03/2003
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Il Nuovo

La Moratti ai prof: usate le mail, le scuole: Pc vecchi

Il ministero dell'istruzione chiede ai dirigenti scolastici di usare maggiormente il digitale. L'associazione presidi: "Bene, ma saranno da evitare contrapposizioni". La Cgil: "Molto fumo e niente arrosto".
di Simone Navarra
ROMA - Abbatterre le barriere, ridurre i costi, facilitare lo scambio di informazioni. E' con questi tre pilastri che il ministero dell'istruzione rilancia l'uso della posta elettronica e del collegamento in rete per agevolare il rapporto tra ''centro'' e ''periferia'' della galassia scuola. Che a sua volta risponde con entusiasmo e piedi di piombo. "Perché non si possono fare i voli pindarici con quello cui fino ad oggi è stata sottoposta la scuola, in ogni suo ordine e grado - attacca Enrico Panini, segretario generale di Cgil Scuola - Software che non funzionano, computer che si bloccano".

E se il ministero rilancia spiegando che con le e-mail verranno ridotte le spese di posta ordinaria da tempo in "forte aumento", e ci sarà la possibilità di confrontarsi in tempo reale sul contenuto dei documenti, sui quali intervenire celermente per ottenere, risposte altrettanto veloci, la paura che si contrappone è quella di Antonino Titone, preside della media San Benedetto, a Centocelle, vero punto di riferimento per docenti e dirigenti scolastici nella Capitale, che dice: "Un recente pronunciamento ufficiale dell'Anci, i Comuni italiani, prospetta come possibile da parte delle amministrazioni locali di non pagare più le utenze e i servizi dei diversi istituti. Voglio vedere se questa ipotesi diventa realtà come faranno le scuole a sopravvivere ed attuare le speranze del ministero".

Giorgio Rembado, leader dell'Anp, associazione nazionale presidi, loda il proposito di viale Trastevere e dice: "E' chiaro a ognuno che da tempo è stata sostituita la penna d'oca, eppure i mezzi digitali non sono entrati nell'uso comune della scuola. Troppe volte, infatti, ci si trova di fronte agli strumenti obsoleti dello stesso ministero o alle sovrapposizioni di un ente su di un altro". Dello stesso avviso anche Panini che avverte e conferma: "Il sistema informatico del ministero è centralizzato come lo era 30 anni fa. Qualsiasi atto deve far riferimento quasi sempre alla sede di viale Trastevere e in subordine agli uffici scolastici regionali. L'autonomia conquistata dopo tante battaglie rimane un'autonomia nei fatti. Il digitale rischia quasi di far la fine della foglia di fico".

Maria Ruta, della elementare San Giuseppe del II circolo a Mola di Bari, è una delle principali animatrici del "laboratorio informatico" che coinvolge maestre e personale non docente, ragazzi con corsi dopo le lezioni e istituzioni locale. Il suo parere è deciso: "Noi abbiamo cominciato da tempo a far entrare il computer nella scuola. Il problema però è che se non facevamo da soli, in modo quasi autodidattico, nessuno dava uno stimolo positivo per fare". Il problema, insomma, parafrasando Domenico Starnone, è che i sogni del ministero arrivano in ritardo rispetto alle esperienze già operative nella scuola con il risultato di indispettire quelli che già stanno facendo e scontentare gli altri. Rembado, per questo, avverte: "Meglio produrre e non dire. Far arrivare personal computer che funzionano, programmi che non si inceppano, tecnici all'altezza che sappiano risolvere i problemi e non che smontano tutto appena lo schermo diventa nero. Poche parole e più fatti".

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