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Il Piccolo-Riforma Moratti, mancano i soldi

L'opposizione dà una chiave di lettura finanziaria allo slittamento alla prossima settimana dell'esame in Aula "Riforma Moratti, mancano i soldi" SCUOLA ...

08/02/2003
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Il Piccolo

L'opposizione dà una chiave di lettura finanziaria allo slittamento alla prossima settimana dell'esame in Aula
"Riforma Moratti, mancano i soldi"

SCUOLA


ROMA - Slitta alla prossima settimana l'avvio alla Camera dell'esame della riforma della scuola targata Moratti. L'approdo in Aula è stato rinviato di qualche giorno, così come l'esame delle pregiudiziali di incostituzionalità presentate dall'Ulivo e da Rc, ufficialmente per ragioni tecniche. Ma la legge, che fino a mercoledì sembrava aver messo le ali, si sarebbe invece bloccata per difficoltà di copertura finanziaria.
E le polemiche - anche dopo l'approvazione del testo nella versione licenziata dal Senato - non si arrestano. Mancherebbe infatti il parere della Commissione bilancio, proprio per quella che è stata definita una legge epocale: il testo è blindatissimo e inaccessibile, dicono le opposizioni, "portato avanti nel totale disprezzo del Parlamento", tuona Alba Sasso, componente Ds in commissione Cultura.
L'imperativo "fare in fretta" - per evitare che la legge delega torni in Senato con il rischio di fare la fine della riforma Berlinguer, approvata alla fine della scorsa legislatura e bloccata dal governo Berlusconi - ha spinto a rendere inattaccabile la legge: congelati i circa 700 emendamenti dell'opposizione, saranno presentati semplici ordini del giorno che dovranno comunque essere vincolanti per il Governo.
Ma è tutto il mondo dell'istruzione a essere in ebollizione. Anche il settore universitario è in fermento, con il ministro della Pubblica Istruzione Letizia Moratti che avrebbe deciso di raddoppiare le ore di lezione (da 60 a 120) dei docenti, anche se l'orario di impegno complessivo (350 ore) dovrebbe restare invariato. Ogni professore dovrebbe fare due corsi anzichè uno.
Il progetto, presentato dalla Moratti lo scorso 24 gennaio, si tradurrà in breve tempo in una proposta normativa.
Questa la nuova "intelaiatura" degli atenei. Secondo le ipotesi allo studio, i concorsi andrebbero fatti ogni due anni, destinati ai professori ordinari e agli associati. Per accedere alla carriera accademica, il primo passo sarà il superamento di prove e la valutazione, sulla base di titoli, da parte di una commissione nazionale, che redigerà una lista di idonei.
Attingendo alla lista nazionale, gli atenei chiameranno i docenti che avranno un contratto triennale rinnovabile per un secondo triennio. Scaduto il contratto, il docente sarà valutato dall'ateneo che deciderà se offrirgli un contratto a tempo indeterminato. Quanto al raddoppio del monte ore destinato solo alla didattica, anche se non è dichiarato ufficialmente, c'è l'intrinseco obiettivo di combattere l'assenteismo dei docenti universitari a lezione.
Ieri Rita Candeloro, della segreteria nazionale Cgil-scuola, ha affermato che a partire dal prossimo anno scolastico gli insegnanti di sostegno delle scuole italiane potrebbero diminuire di altre mille unità. "Per il momento - ha spiegato - siamo ad una ipotesi, ma anche se diminuissero solo di 850 unità sarebbe comunque un colpo rilevante all'integrazione scolastica". Gli insegnanti di sostegno, secondo la Cgil, sono passati dai 65.615 dell'anno scolastico 2000/2001 ai 62.379 dell'anno successivo. Questo a fronte di alunni con difficoltà che, dai 125.848 del 2000/2001, sono saliti a 134.591 dell'anno successivo.
Elisabetta Martorelli