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Il Piccolo-Scatola vuota e senza soldi

RIFORMA Calabrese: non basta cambiare look. Critico anche Manzini della Margherita "Scatola vuota e senza soldi" ROMA "Anche la Moratti comincia a rendersi conto che la sua riforma è una s...

01/03/2003
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Il Piccolo

RIFORMA Calabrese: non basta cambiare look. Critico anche Manzini della Margherita
"Scatola vuota e senza soldi"

ROMA "Anche la Moratti comincia a rendersi conto che la sua riforma è una scatola vuota, piena di buchi e per di più, senza il becco di un quattrino". Lo afferma Giovanni Manzini responsabile scuola della Margherita, aggiungendo: "Per migliorare la scuola italiana e renderla adeguata alle esigenze del nostro tempo, non bastano certo le solite dichiarazioni del ministro e neppure le strane e pericolose norme in approvazione al Senato in queste ore, ma occorre impegnarsi sui contenuti e sulle strategie pedagogiche e didattiche. Sarebbe ora che la parola passasse alla scuola reale, a quella che conosce le difficoltà e i problemi quotidiani dei ragazzi, cioè, alla vera 'scuola a colori' di cui il Paese ha bisogno".
Ben venga lo studio dei nuovi linguaggi, da quello televisivo a quello pubblicitario, nelle scuole superiori, ma chi insegnerà queste materie? Il professore di greco e latino? È perplesso Omar Calabrese, massmediologo e osservatore della società, di fronte ai nuovi licei targati Moratti. "In linea generale il principio di introdurre elementi di varietà e modernità è giusto, ma - osserva - è esposto in maniera assai generica. Sono qurant'anni che si tenta di svecchiare - anche nella riforma messa a punto dal centro-sinistra c'era qualcosa di analogo e anche di meno generico -, ma finora nessuno c'è riuscito". La questione di fondo, secondo Calabrese, è a monte: "Se non si introducono criteri per selezionare chi dovrebbe insegnare queste materie, si sembra solo moderni rischiando di fare un'operazione di facciata, di pura cosmetica".
Preservare l'identità del liceo classico. È la richiesta del responsabile scuola di An Giuseppe Valditara in riferimento alle linee base del nuovo sistema dei licei che nascerà dalla riforma Moratti. "È assolutamente indispensabile - ha commentato Valditara - preservare l'identità del liceo classico come scuola che approfondisca i valori di un'intera civiltà e che insegni a pensare. Occorre poi potenziare - ha aggiunto - i licei specialistici, garantendo ovunque un buon livello culturale e facendone scuole specialistiche di eccellenza". Il liceo classico, come quello scientifico, dei quali "va salvaguardata la funzione - ha concluso l'esponente di An - devono essere licei generalisti".
Affermazioni "molto vaghe, nebulose, non chiare", mentre il concetto "va chiarito in termini precisi: in una scuola pubblica laica non deve esserci un insegnamento religioso confessionale". Tullia Zevi giudica in questo modo l'apertura all'approfondimento dei legami con la cultura cristiano-giudaica nelle linee base del nuovo sistema di licei delineato dalla riforma Moratti. "Nella scuola di Stato di un Paese che diventa sempre più multietnico e multiculturale come l'Italia - ha affermato - si dovrebbe insegnare la molteplicità delle religioni, come storia delle religioni. Nella scuola pubblica, cioè, l'insegnamento delle religioni non deve essere confessionale ma finalizzato all'indagine delle radici storiche per far conoscere ai ragazzi il fatto religioso in tutte le sue espressioni".