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Immissioni in ruolo: la mappa del disastro - Dibattito alla Camera sulla scuola, luglio 2002

Immissioni in ruolo: la mappa del disastro Dibattito alla Camera sulla scuola, luglio 2002 PRESIDENTE. L'onorevole Titti De Simone ha facoltà di replicare per la sua interpellanza n. 2-00409. ...

18/07/2002
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Immissioni in ruolo: la mappa del disastro
Dibattito alla Camera sulla scuola, luglio 2002
PRESIDENTE. L'onorevole Titti De Simone ha facoltà di replicare per la sua
interpellanza n. 2-00409.

TITTI DE SIMONE. La ringrazio, signor Presidente. Senza dubbio siamo anche
noi molto preoccupati per la risposta del Governo. Naturalmente molte delle
cose che ha dichiarato il sottosegretario Aprea confermano le
preoccupazioni, le ansie che si sono maturate e che continueranno
naturalmente a maturarsi nel mondo della scuola, perché i vostri slogan
demagogici non hanno più davvero alcuna capacità di coprire il progetto,
ormai evidente e chiaro, al quale siamo di fronte: il progressivo
smantellamento e la progressiva destrutturazione del sistema scolastico
pubblico, anche attraverso una pesante precarizzazione - diceva bene la
collega Sasso - ed istituzionalizzazione del precariato, per quanto riguarda
le condizioni di lavoro.
Sappiamo quanto questo incida pesantemente non solo sulla vita materiale di
milioni di donne e di uomini in questo paese che lavorano nel mondo della
scuola, ma anche sul piano della qualità e dell'efficienza del sistema
pubblico scolastico, quell'efficienza che avete per troppo tempo sbandierato
come un elemento strategico della vostra politica sulla scuola, ma che
davvero rende, a tutt'oggi, tutta la demagogia e la pochezza di intenzioni,
che sono invece altre.
Oggi voi sostanzialmente confermate, a fronte delle promesse che avevate
fatto, la pesante riduzione delle immissioni in ruolo: tranquilli - diceva
il ministro Moratti -, i posti ci saranno, manterremo l'impegno di assumere
30 mila lavoratori nella scuola, il diritto allo studio sarà garantito. Oggi
voi fate concretamente marcia indietro, compiendo un errore enorme che fate
pagare, purtroppo, a milioni di famiglie italiane, perché la maggior parte
delle famiglie italiane si rivolge alla scuola pubblica; lo fate pagare ai
precari, che aumenteranno e che non saranno assunti a fronte di un enorme
contingente di posti vacanti che questo Governo non vuole riempire [100 000 circa, fonte Cgil e Uil. ndr], vanificando nei fatti la legge n. 124 del 1999, che invece rappresentava un
serio ed importante strumento per risolvere il problema del precariato e
restituire alla scuola una sua complessiva qualità e funzionalità. Voi fate
pagare questo prezzo alla scuola pubblica, che sarà costretta sempre più ad
operare in una situazione di complessiva instabilità, dequalificazione,
destrutturazione. Create una situazione di profonda instabilità del
personale, il cui rapporto di lavoro è sempre più precarizzato, anche in
virtù dei suggerimenti e delle politiche della Confindustria, che state
applicando in tutti i settori del lavoro, riducendo i diritti dei lavoratori
in modo pesante, perché questo significa l'attacco all'articolo 18 che,
giustamente, sta mobilitando anche il mondo della scuola.
Tutto ciò, naturalmente, incide in maniera pesante sulla continuità
didattica, sulla qualità, sull'efficienza e, a proposito della qualità
didattica, alcune cifre della "scure" della Moratti abbattutasi sul mondo
della scuola mi sembrano molto emblematiche di questo processo di
destrutturazione che state portando avanti, attraverso il taglio complessivo
delle risorse investite nel mondo della scuola, nel lavoro della scuola,
nella qualità e nella formazione.
In Lombardia, secondo le cifre che trapelano dal ministero, il fabbisogno di
posti per il prossimo anno scolastico era stato quantificato in circa mille
posti: ne sono stati autorizzati 220, di cui solo 150 per la prosecuzione
della lingua straniera nella scuola elementare; sono stati azzerati tutti i
progetti contro la dispersione e per l'integrazione degli stranieri. In
Friuli servivano 119 posti solo per garantire il rapporto di 1 a 138 per la
determinazione del numero degli insegnanti di sostegno: ne sono stati
autorizzati soltanto 25.
In Emilia Romagna, le organizzazioni sindacali avevano rappresentato (ed
avanzato la relativa richiesta) un fabbisogno di 700 posti nella scuola. Ne
sono stati autorizzati
E così via dicendo, nella maggior parte delle province e delle regioni
di questo paese.
Se queste notizie sono confermate - mi sembra che lo siano -, il diritto
allo studio sarà pesantemente colpito, soprattutto nei settori d'intervento
dove la popolazione scolastica è più debole, per quanto riguarda la
dispersione, l'handicap e l'inserimento degli studenti stranieri nella
scuola.
La mappa del disastro determinata dalle vostre politiche è enorme e dovrete
rendere conto di ciò, non solo ai lavoratori, agli studenti ed a coloro che
vivono direttamente nel mondo della scuola, ma anche al paese, perché oggi
la scuola pubblica sta a cuore alla stragrande maggioranza di questo paese
che sceglie la scuola pubblica, mentre voi, invece, decidete di
dequalificarla, destrutturarla, a favore di un mercato della formazione
sbilanciato sul servizio privato.
La mappa del disastro, settore per settore, dei gradi di insegnamento, è
enorme. Il blocco degli organici nella scuola materna, in quest'anno,
impedisce di compensare le dismissioni del servizio che sono state notevoli
da parte anche degli enti locali e dei gestori privati, nonostante i
crescenti finanziamenti pubblici erogati alle scuole private che svolgono
servizi di scuola materna.
In molte realtà sono aumentate le liste d'attesa. Le sezioni sono composte
di oltre 25 alunni (a volte raggiungono i 28 alunni). In moltissime
province, la quote funzionale dell'organico della scuola dell'infanzia è
stata azzerata o fortemente ridimensionata e ciò, ovviamente, ha determinato
anche un venir meno di iniziative progettate proprio contro la dispersione
scolastica.
Non è meno allarmante il quadro della scuola elementare dove il contenimento
dei posti è stato realizzato riducendo gli specialisti di lingua straniera,
i progetti ed il tempo pieno.
L'insegnamento della lingua straniera, impartito dagli insegnanti
specialisti, di cui voi avevate fatto un fiore all'occhiello del programma
di questo ministero, è stato completamente eliminato dal primo ciclo,
ridotto soltanto al secondo. Le richieste nuove di tempo pieno sono state
ovunque rispedite al mittente. La quota funzionale dell'organico è stata
sostanzialmente azzerata.
Nella scuola media il quadro non cambia e nemmeno nella scuola superiore.
Insomma, credo si possano ravvisare gli elementi evidenti di quella
politica, non solo demagogica, ma anche assai dannosa, che state perseguendo
con riferimento al mondo della scuola.
Con gli atti ispettivi e durante le discussioni dei provvedimenti in
materia, noi continueremo a sollecitare ed a pressare codesto Governo e
codesto ministero affinché possiate rinunciare alle scelte scellerate che
state portando avanti; continueremo a sostenere la mobilitazione del mondo
della scuola, che sta contestando profondamente le vostre politiche;
continueremo a chiedervi risposte, certe e qualificate, di investimento
nella grande risorsa della nostra scuola pubblica, nel quadro di un
progressivo avanzamento della civiltà e della cultura nel nostro paese.
Per voi, questa rappresenta anche l'occasione per dirci - ve lo chiediamo
nuovamente - cosa ne sarà di quel piano di investimenti che avevate promesso
per la scuola pubblica nel prossimo triennio. Si parlava di cifre tra i
15.000 e i 19.000 miliardi (ma sappiamo che, spesso, le vostre promesse non
vengono mantenute): cosa ne sarà di questa previsione nella prossima
finanziaria e, ancor prima, nel documento di programmazione
economico-finanziaria del quale, come Parlamento e come Camera dei deputati,
ci occuperemo molto presto?
Naturalmente, noi ci batteremo affinché l'investimento nella scuola pubblica
sia serio e qualificato e ci adopereremo per disvelare come la cattiva
politica di questo Governo stia danneggiando complessivamente il nostro
paese.