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In croce, poveri cristi

in croce, poveri cristi di andrea bagni Il simbolico è un'arma a doppio taglio. Un giorno, alla fine dell'e...

17/12/2002
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in croce, poveri cristi

di andrea bagni

Il simbolico è un'arma a doppio taglio.
Un giorno, alla fine dell'estate, il ministro dell'istruzione dichiara che dobbiamo rimettere il crocefisso in tutti i luoghi pubblici, in particolare nelle scuole della repubblica (accanto all'immagine del Re, recita il regio decreto del 1924 cui si fa riferimento).
Il giorno dopo il presidente del consiglio '#8211; quello per il quale a scuola si devono imparare inglese informatica e impresa: santissima trinità, versione moderna della teologia di un tempo '#8211; dichiara che tutti gli italiani devono spendere di più e comprare comprare comprare, perché le cose vanno bene, i soldi ci sono e ci saranno. E poi lui dà del tu a Bush, che deve sembrargli come chiamare dio sul cellulare.
La notizia scompare per un po', poi diventa, sotto Natale, una circolare "obbligatoria" per le scuole "autonome": bell'ossimoro.
Il simbolico, come ha insegnato il femminismo, è discorso politico, luogo di una battaglia culturale, costruzione di un altro mondo, di altre relazioni e significati per le parole e per la vita.
Ma nel governo padano-pagano dell'accoglienza militare (in fondo al mare) del diverso, è piuttosto la fine del discorso religioso, la sua ossificazione, l'immagine ipocrita che afferma una proprietà al posto di una fede. E ne celebra l'assenza.
Magari fossero le aule luoghi dove davvero la religiosità '#8211; le religiosità '#8211; si potessero confrontare approfondire vivere, in uno spazio laico, in pratiche di praticanti comunque 'umani'. Civili. Luoghi davvero sacri nel loro essere pubblici, costituzionali, aperti a fedeli e non fedeli - nessuno infedele. Nessuno e nessuna che si senta figlio di un dio minore (magari del popolo 'deicida'). Forse questo sarebbe cristiano.
Da noi chi è religioso (e rivendica la sua tradizione come storia, fede, visione del mondo: non miseramente associata al potere come padrona-in-casa-sua) mi piace pensare si senta sgomento di fronte a tanta mancanza di anima di questi religiosi ricchi, profeti del denaro.
La signora Moratti forse dovrebbe sviluppare fino in fondo il messaggio ecumenico del suo presidente, e mettere i crocefissi (oltre che nelle classi, accanto ai poster di saranno famosi) anche nei supermercati, fra gli scaffali da promuovere o proprio sopra le casse. Per fidelizzare i clienti.
Quelli sono i loro santuari.
Diverso dalla loro sottocultura è soprattutto chi non può comprare: insolvibile, inaffidabile, pericoloso. Povero cristo.

andrea bagni