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kataweb-PRIMI DATI SU PROMOSSI E BOCCIATI: TUTTO COME PRIMA?

PRIMI DATI SU PROMOSSI E BOCCIATI: TUTTO COME PRIMA? Ieri i alcuni giornali hanno 'sparato' i primi dati su promossi e bocciati del nuovo esame di Stato tutto interno. 97% promossi e 3% bocciati: ...

10/07/2002
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Kataweb

PRIMI DATI SU PROMOSSI E BOCCIATI: TUTTO COME PRIMA?
Ieri i alcuni giornali hanno 'sparato' i primi dati su promossi e bocciati del nuovo esame di Stato tutto interno. 97% promossi e 3% bocciati: nessuna sostanziale differenza rispetto ai precedenti. Dunque non ci sarebbe né un fenomeno di promozione totale né un incremento significativo della selezione. Ma il condizionale è ancora d'obbligo perché il campione è di appena 10.000 alunni su 463.000.

Semmai la fretta con cui questi dati sono stati diffusi rivela invece il trasferimento dalla politica alla scuola di un vizio che definirei sindrome da 'exit poll', per cui il dato che si afferma è il primo che viene emesso. I successivi non contano, a meno che non siano tali da stravolgere successivamente il risultato in maniera determinante. Il che, se è successo più volte di recente in campo elettorale, è un po' più improbabile che si ripeta, in maniera significativa, nel campo di cui stiamo trattando.
Ma la cosa è rivelatrice anche dell'ansia politica che avvolge questa scadenza e questo risultato. Un'ansia paradossale perché coinvolge nella paura di un risultato punitivo proprio quella parte politica che aveva sempre invocato maggior rigore, cioè più bocciature, in una scuola considerata troppo lassista e poco rigorosa, dal 1968 in poi.

Io non intendo unirmi al coro di quanti invocano una maggior severità e selezione '#8211; proprio adesso se ne vedono sempre meno in circolazione! - ma è evidente che fino a quando l'esame era condotto da commissari esterni in numero tale da poter mettere in discussione l'operato degli interni il risultato, stretto o abbondante che fosse, rispondeva per lo meno al simulacro di una oggettività, presunta o reale non importa, del voto. Si poteva dire che l'alunno avrebbe avuto, grosso modo, quel risultato in tutte le scuole della Repubblica, che quei colleghi venuti da fuori in fondo confermavano quello che avevano fatto gli interni. Non voglio sovraccaricare ciò di un rigore e di una scientificità valutativa inesistenti, ma sicuramente l'elemento della conferma funzionava.

Oggi tutto ciò non esiste più. L'esame è la ripetizione di verifiche fatte con più calma e meno stress nel corso dell'anno. E se ricalca più fedelmente i meriti che l'alunno ha guadagnato durante l'anno, rischia però di ricalcare anche eventuali pregiudizi. Insomma se di rituale già poteva trattarsi, stavolta il rituale è proprio completamente vuoto e non è fuori luogo il timore che il tutto preluda ad una svalutazione del valore legale del titolo di studio.

Ma prima che per questo scopo, la riforma dell'esame di Stato era stata fatta per risparmiare 150 milioni di euro. In realtà se ne sono risparmiati non più di 70 e gli esami sono costati in ogni caso almeno 80 milioni di euro in compensi e trasferte per esaminatori che in verità avevano già fatto le loro valutazioni. Vale perciò la pena di tenere in piedi un simile ambaradan solo per salvare la faccia di una valutazione ininfluente?

Se si tratta di salvaguardare la spettacolarità del rito si potrebbe fare diversamente: fissato l'esiguo numero di bocciati - 13.890, secondo la proiezione del campione - si potrebbe tirare a sorte chi deve essere bocciato e compensarlo con la quota ripartita di 5.759 euro. Il sorteggiato perderebbe un anno ma non credo che si lamenterebbe: con quella cifra un diciannovenne ci potrebbe fare una bella vacanza e anche qualcos'altro, anzi forse a quel punto la gara sarebbe non a essere promossi ma a essere bocciati. E tutti sarebbero investiti da meno sforzi organizzativi e da meno stress.

La proposta è naturalmente provocatoria, ma chissà che, ispirati dalla cultura televisiva dei bingo e dei giochi a premi, non ci si propini prima o poi anche questo, magari con il sorteggio trasmesso in tv alla sera prima di cena, come le estrazioni del lotto.

PINO PATRONCINI Cgil Scuola.