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L'OBBEDIENZA NON E' PIU' UNA VIRTU'-di Arturo Ghinelli

L'OBBEDIENZA NON E' PIU' UNA VIRTU' Non ci sono più dubbi la scuola elementare è morta, è morta la speranza. Il tempo pieno non c'è più. A 80 anni dalla nascita di Don Milani è stata cancell...

04/06/2003
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L'OBBEDIENZA NON E' PIU' UNA VIRTU'

Non ci sono più dubbi la scuola elementare è morta, è morta la speranza.
Il tempo pieno non c'è più. A 80 anni dalla nascita di Don Milani è stata cancellata definitivamente una delle tre riforme proposte dai ragazzi di Barbiana.
Le altre due erano 'non bocciare' e 'agli svogliati basta dargli uno scopo'.
Si può tornare a bocciare ogni anno e agli svogliati basta toglierli il più presto possibile,questo è il vero anticipo, dalla scuola per il loro bene e per quello di tutti.
Il 'servizio buono' del Ministero è stato buttato via dicendo che, da quando ci sono più di una maestra per classe, ha fatto solo danni. Ingratitudine dei potenti: pensare che era proprio grazie alle elementari che i vari Ministri non avevano dovuto arrossire tutte le volte che venivano pubblicati i risultati delle indagini internazionali.

Eppure la scuola elementare è stata cancellata come un errore del sistema scolastico italiano e sostituita da un'altra scuola denominata primaria, perché viene prima.
Per la verità prima viene la scuola dell'infanzia che ce l 'ha fatta a farsi chiamare, ma non a farsi trattare, come si deve. Infatti non viene considerata scuola, ma solo anticamera della scuola, perciò le vengono tolti gli studenti più grandi per portarli a fare le cose serie.
In un colpo solo hanno cancellato la più sana tradizione della scuola elementare e l'unica vera riforma attuata: il tempo pieno. Entrambi erano il frutto dell'opera e del pensiero di maestri come Bruno Ciari, Lorenzo Milani, Mario Lodi e Sergio Neri, fondatori della pedagogia popolare italiana, l'unica che era uscita dai libri ed era entrata nei pensieri della gente, delle maestre e dei direttori ma anche delle mamme e dei papà.

Una legge ha cancellato tutto questo.
Scriveva Don Dilani, nella sua qualità di maestro, ai giudici che l'accusavano di apologia di reato:
'In quanto alla loro vita di giovani sovrani domani, non posso dire ai miei ragazzi che l'unico modo d'amare la legge è d'obbedirla. Posso solo dire che essi dovranno tenere in tale onore le leggi degli uomini da osservarle quando sono giuste(cioè quando sono la forza del debole). Quando invece vedranno che non sono giuste (cioè quando sanzionano il sopruso del forte)essi dovranno battersi perché siano cambiate. La leva ufficiale per cambiare la legge è il voto. La Costituzione gli affianca anche la leva dello sciopero. Ma la leva vera di queste due leve del potere è influire con la parola e con l'esempio sugli altri votanti e scioperanti. E quando è l'ora non c'è scuola più grande che pagare di persona un'obiezione di coscienza. Cioè violare la legge di cui si ha coscienza che è cattiva e accettare la pena che essa prevede'.

Arturo Ghinelli, maestro disobbediente