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L’ultimo «quizzone»

Marx, Joyce, funzioni o tour operator Ieri la terza prova della Maturità (che dal prossimo anno non ci sarà più)

26/06/2018
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Corriere della sera

Antonella De Gregorio

Il «lunedì più lunedì di tutti i lunedì dell’anno» (come ha scritto uno studente sui social) è passato. Archiviata la terza prova: quella fuori da ogni pronostico, la più temuta perché il programma è monstre — quattro, cinque materie, tre domande per argomento, otto, dieci righe per le risposte — e non si sa su cosa punteranno i commissari. Quella in cui ti puoi aspettare la domanda assurda.

Ma è il caso di parlarne al passato, perché questa porzione dell’esame di Stato, introdotta ventuno anni fa dall’allora ministro dell’Istruzione Luigi Berlinguer, è destinata a sparire, già dal prossimo anno. Alla domanda se quest’ultima terza prova abbia svolto il suo compito («valutare le capacità di sintesi del candidato» o «verificarne la preparazione» attraverso quiz a crocette) risponderanno i prof, con quel pacchetto di quindici punti a disposizione: esattamente come per il tema e la seconda prova, quella d’indirizzo.

Doseranno il voto sul mix di matematica, scienze, filosofia e inglese toccato in sorte agli studenti del classico Carducci di Milano, con richieste come calcoli di funzione, Dna ricombinante, esistenzialismo sartriano, relazione tra Stato e società civile per Hegel e Marx. O, allo Scientifico Frisi di Monza, sulle domande «abbordabili»: «Nietzsche e “l’utilità e il danno della storia”, etere e saponificazione, un confronto tra le opere teatrali di Joyce e Beckett», elenca uno studente. Mentre all’Istituto Tecnico Tommaseo (diritto, arte, tedesco e cinese), i quesiti vertevano su bicameralismo, espressionismo, tour operator, cibo cinese. Anche quest’anno non sono mancati, da parte dei candidati, stratagemmi per «sopravvivere» al compito.

Ad ammettere di aver copiato, più studenti del solito. Anche per questo dal prossimo anno si cambia. Il «quizzone» che non piace lascerà posto a una prova Invalsi, propedeutica all’esame di Stato, che saggerà le competenze dei maturandi in Italiano, Matematica e Inglese. Si svolgerà al computer un paio di mesi prima degli esami. Il voto non influirà sulla valutazione finale, ma sarà un requisito necessario per accedere alla maturità, insieme alla sufficienza in tutte le discipline (condotta compresa) e all’avere svolto le 200/400 ore di alternanza scuola–lavoro. Sia l’Invalsi che l’alternanza entreranno nel nuovo curriculum dello studente, un documento che descriverà le competenze e le esperienze acquisite e che potrà essere presentato nelle interviste di lavoro.

L’esame di Stato, invece, sarà costituito da due scritti e un orale, in cui si potrà dare rilevanza all’esperienza dell’alternanza. Da oggi, intanto, per tutti, o quasi (alcuni devono sostenere anche una quarta prova; altri — nelle scuole sede di ballottaggi per le amministrative — dovranno attendere ancora qualche ora), comincia l’attesa per la pubblicazione dei voti degli scritti, prima dell’ultimo ostacolo: l’orale. Non c’è una data di inizio uguale per tutti: è la commissione a stabilire il calendario e, tramite sorteggio, l’ordine dei candidati. Nella prima parte — 10/15 minuti — lo studente potrà esporre la sua tesina; poi la commissione sarà libera di porre domande e infine ci sarà la correzione degli scritti. Il colloquio orale è aperto al pubblico.