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L'Unità-E i sindacati chiamano Ciampi: "Berlusconi provoca gravi rotture sociali"

E i sindacati chiamano Ciampi: "Berlusconi provoca gravi rotture sociali" di Bruno Cavagnola Un Governo che "nega di fatto la concertazione" e che rischia con i suoi comportamenti di "produrre ...

05/01/2002
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l'Unità

E i sindacati chiamano Ciampi: "Berlusconi provoca gravi rotture sociali"
di Bruno Cavagnola

Un Governo che "nega di fatto la concertazione" e che rischia con i suoi comportamenti di "produrre gravi fratture sociali". Di questo i sindacati confederali vogliono parlare con Ciampi. Con una decisione senza precedenti, i tre segretari generali di Cgil, Cisl e Uil hanno deciso di rivolgersi direttamente con una lettera al presidente della Repubblica. Chiedono al Capo dello Stato un incontro per illustrare le posizioni del sindacati, preoccupati dei guasti che può provocare al Paese lo schema di relazioni sindacali praticato dal Governo Berlusconi. "Le ultime decisioni del Governo in materia di delega legislativa sul lavoro e sulla previdenza - scrivono nella lettera Sergio Cofferati, Savino Pezzotta e Luigi Angeletti - contraddicono e cancellano gli anni della concertazione che hanno portato a significativi risultati con effetti positivi che tutti abbiamo constatato. L'ingresso dell'Italia nell'Euro è il frutto più visibile di quelle politiche".
"La Sua stessa sollecitazione - proseguono i tre segretari generali di Cgil, Cisl e Uil nell'appello al Presidente della Repubblica - di continuare a percorrere la strada della concertazione avrebbe fatto pensare a un più attento e puntuale comportamento governativo, mentre dobbiamo con grande rammarico constatare il consolidamento di uno schema di relazioni sindacali che nega nei fatti la concertazione e rischia di produrre gravi fratture sociali ed accendere un clima di conflitto che le Organizzazioni sindacali hanno cercato di evitare per senso di responsabilità". "È per questi motivi - concludono i tre leader sindacali - che riteniamo opportuno chiederLe di poter illustrare le nostre posizioni sul negoziato che abbiamo avviato con il Governo sui temi del lavoro e della previdenza".
Lo scontro con l'esecutivo viene quindi ad assumere una nuova dimensione. Non c'è più solo la protesta dei lavoratori, che da metà gennaio si fermeranno per quattro ore per protestare contro la delega in materia di previdenza. Cgil, Cisl e Uil sono preoccupate per la tenuta complessiva del sistema di relazioni sindacali. Vedono di giorno in giorno lo svuotamento, da parte del Governo, di quella concertazione che Ciampi ha più volte dichiarato essere l'unica via percorribile.
Ma oltre al tema pensioni, in questi primi sei mesi di attività del governo Berlusconi non c'è un tema di politica sociale su cui l'esecutivo non abbia intrapreso la via dello scontro con le organizzazioni sindacali. Delega si aggiunge a delega e negli incontri a Palazzo Chigi il ruolo che viene lasciato ai sindacati è sempre più spesso quello di semplici spettatori di decisioni già prese. A cominciare dalla riforma dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, contro la quale a dicembre ci sono stati scioperi riuscitissimi di due ore. Sul fronte della Legge finanziaria i sindacati hanno poi giudicato insufficiente e inefficace la politica del governo verso il Mezzogiorno. Nella Finanziaria mancano poi le risorse per i contratti del pubblico impiego, che interessano 3 milioni e mezzo di lavoratori, compresa la scuola. Altro tema di dissenso è il previsto taglio dei contributi per i nuovi assunti, che secondo Cgil, Cisl e Uil metterebbe a repentaglio i conti del sistema previdenziale. I provvedimenti di riforma del sistema previdenziale e del mercato del lavoro dovrebbero essere all'esame del Parlamento già nei primi giorni di riapertura delle Camere. Per il 10 gennaio il ministro Maroni ha convocato i sindacati sulle questioni del collocamento e dell'orario di lavoro. Ma i sindacati chiedono che sia riavviato un tavolo "triangolare" con Governo e imprese. Altrimenti finisce come è già accaduto per l'articolo 18 e le pensioni: il Governo incontra separatamente i sindacati e poi alla fine la spunta sempre Confindustria.


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