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La Repubblica - De Mauro: Scuola modello tedesco?Qui siamo indietro di quattro secoli

De Mauro: "Scuola modello tedesco? Qui siamo indietro di quattro secoli" Parla l'ex ministro alla Pubblica Istruzione, autore della riforma dei cicli che il governo vuole cambiare l'intervista ...

12/11/2001
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la Repubblica

De Mauro: "Scuola modello tedesco?
Qui siamo indietro di quattro secoli"

Parla l'ex ministro alla Pubblica Istruzione, autore della riforma dei cicli che il governo vuole cambiare
l'intervista


ROMA - Professor De Mauro, dopo l'incarico di ministro della Pubblica Istruzione nel governo di centrosinistra è tornato alla sua cattedra di Linguistica generale alla Sapienza. Che ne pensa delle modifiche alla riforma dei cicli che vuole introdurre il nuovo ministro Letizia Moratti?
"Il Polo sembra che pensi per noi a un "modello tedesco": scuole elementari per tutti e poi precoce separazione tra scuole professionali di avviamento al lavoro, da un lato, e ginnasio e liceo dall'altro. Ma c'è una differenza abissale rispetto alla nostra realtà. In Germania le scuole elementari obbligatorie e gratuite datano dal 1525, l'analfabetismo è scomparso da secoli, si vende quasi un quotidiano per abitante, l'82 per cento legge libri. Le famiglie sono preparate a una scelta precoce tra scuole professionali e ginnasioliceo e le scuole professionali sono signore scuole: tedesco, storia, matematica, lingue straniere. Le scuole tecniche universitarie hanno di conseguenza un livello elevatissimo anche come centri di ricerca pura. Da noi tutto è diverso. L'istruzione elementare diventò obbligatoria per legge solo nel 1859, ma cominciò a diventarlo davvero solo a inizio Novecento e solo negli anni Settanta siamo riusciti a portare bambine e bambini tutti alla licenza elementare. Il ritardo è di quattro secoli. La scuola ha fatto moltissimo negli ultimi trent'anni, ma il divario rispetto a Germania e Europa resta enorme: un terzo della popolazione adulta ha dimenticato o mai imparato il leggere e lo scrivere, solo un terzo dichiara di leggere "almeno un libro" nell'anno, solo un quarto delle famiglie ha libri in casa, vendiamo, come Lei sa, una copia di quotidiano ogni dieci abitanti. Già alcuni ministri democristiani come Mattarella, poi confindustriali come Lombardi videro la necessità di recuperare questo gap secolare. Romano Prodi e l'Ulivo misero la questione al centro del loro programma. La riforma è figlia di questa necessità storica e sociale di rinnovamento e potenziamento delle nostre scuole. Ma serve un'altra generazione ancora per recuperare il ritardo. Datemi la Germania, e potremo pensare al modello tedesco".
Ma perché, allora, le scelte dell'attuale maggioranza?
"Non so, non vedo giustificazioni. L'idea della scelta precoce tra canali ci riporterebbe a prima di Giuseppe Bottai, che tentò di creare la media unificata nel 1940: una rivoluzione, bloccata poi dalla guerra e ripresa finalmente nel 1962. L'idea del ministro Moratti, se davvero è sua, ci riporterebbe alla scuola di un paese agricolo, descolarizzato".
Qualcuno ha paura di un paese troppo scolarizzato e colto?
"In campagna elettorale il centrodestra ha promesso soldi alle private, ma pare che non ce ne siano. Li ha promessi anche ai capi d'istituto, se è per questo. Ma mi permetta di dire che per il paese il problema non è nella scelta tra pubblico e privato, ma tra istruzione a basso regime, da paese contadino, malthusiana, e una scuola di livello europeo".
Il ministro Moratti dichiara di avere assunto 60 mila docenti e di avere stanziato risorse aggiuntive in Finanziaria.
"Aggiuntive a che? Il governo Amato ha messo in finanziaria l'assunzione di oltre trentamila docenti nel 20002001, altrettanti nel 20012002 e, attenzione, altrettanti ancora nel 20022003. Per ora il ministero sta realizzando quanto avviato. Spero che continui".
Si vuol tornare all'esame di maturità con docenti tutti interni.
"Torniamo così non solo a prima di Bottai, ma a prima di Giovanni Gentile, anzi di Benedetto Croce. Per lo studio nelle scuole medie superiori, pubbliche, paritarie e private, è un vero disastro".
Questa restaurazione che effetti avrà su famiglie e studenti?
"Di disorientamento completo. Ma, mi scusi: non è una "restaurazione" (e di che?), è una destrutturazione. O, almeno, qualcuno ci prova".
(ma.re.)