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LA RIFORMA VISTA DA UN INSEGNANTE TECNICO PRATICO

Cara CGIL, chi Vi scrive è un docente tecnico-pratico, un così detto ITP, che al secondo anno di supplenza, insegna presso I.P.S.I.A. 'Enrico Bernardi' di Padova. Sono molto vicino alle Vostre ...

14/02/2003
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Cara CGIL,
chi Vi scrive è un docente tecnico-pratico, un così detto ITP, che al secondo anno di supplenza, insegna presso I.P.S.I.A. 'Enrico Bernardi' di Padova. Sono molto vicino alle Vostre opinioni ed al Vostro atteggiamento politico: questo è un motivo per cui Vi scrivo.
Proprio oggi mi sono recato con i miei ragazzi di prima elettronici a Venezia per visitare l'esposizione sui faraoni presso Palazzo Grassi e mentre raggiungevamo Piazzale Roma per prendere il treno di ritorno, mi sono emozionato nel vederLi e ho provato l'emozione opposta di perderli. Loro sono ignari di quello che sta succedendo: la scuola cambia. Voi siete a Roma mentre Vi scrivo, per manifestare contro questo malgoverno che nasconde sotto una parola 'riforma' un'esigenza di volgari tagli alle spese.
Parlavo di paura, ma non è una paura mia personale è una paura di vedere questi ragazzi abbandonati: se il sistema scuola andrà verso questa 'riforma'. La scuola professionale, senza false ipocrisie, è una 'scuola di confine' e io sono orgoglioso di stare al fronte con i miei ragazzi. Insegno laboratorio di elettronica ed elettrotecnica, ma non solo: cerco di dare loro un riscatto, una qualificazione che per vari processi educativi e scolastici gli hanno portati ad essere di norma sotto il livello medio.
Sono stanco di sentir parlare di 'scuole di serie A' o di 'serie B', se si gioca bene ogni serie è dignitosa e forse, a livelli più bassi tutto è più sincero ed utile.
Per i corridoi, negli atri, nel piazzale dell' Istituto, voci sempre più insistenti danno per persa la scuola professionale ed un continuo 'scarica sulla Regione' scarica 'sui tagli alle spese' ha creato un clima emotivo insopportabile. Ormai si sta (e sto) navigando a vista, con una nave carica di innocenti verso il naufragio senza la possibilità di inviare un S.O.S..
Penso che se la scuola si trasformerà, silenziosa, come il governo ha idealizzato, le scialuppe saranno solo per i ricchi e i poveri cercheranno al massimo di morire il più presto possibile.
Sono desolato, e probabilmente la lettera ha preso toni da tragedia greca e Vi chiedo scusa, ma da tutto questo scrivere voglio far trasparire che di realtà scolastiche ne esistono molte: anche quella professionale.
Io sono un docente diplomato, anch'io incluso nella serie B, e probabilmente espulso dai prossimi giochi. La lettera voleva essere solo una richiesta su una mia possibile 'fine' o di una possibile conversione tramite la SISS, e che progetti ci sono per il futuro, per la docenza tecnico-pratica e per la professionalità negli Istituti di Stato, ma come avete letto mi sono perso.
Domani è il mio giorno libero e mi recherò in 'centrale' per organizzare gli stage, sempre meno sicuro di quello che sto facendo. Domani sera verranno da me i ragazzi di IV D per discutere degli abbinamenti con le aziende dove dovranno svolgere il tirocinio formativo (terza area), e sono sicuro che mi vedranno con una faccia strana e sicuramente spiegherò a loro quello che a Voi ho scritto. Martedì 18 febbraio sarò a Roma con i miei ragazzi di terza E (gli unici a cui abbiamo garantito la gita perché classe terminale: non ci sono più fondi) e alle ore 12.00 saremmo ricevuti a Palazzo Montecitorio per una visita alla camera dei Deputati.
Tutto questo sa da romanzo; come è strana la vita: visitare il Palazzo che porterà la fine di molti sogni'. Speriamo di no!
Lottate anche per me, per i miei ragazzi e per quelli che ci saranno.