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La Stampa-Lettere-La legge sulla dirigenza pubblica e i dirigenti scolastici

La legge sulla dirigenza pubblica In una lettera apparsa sulla Stampa dell'8 luglio un lettore di Sessa Aurunca si chiede come mai la legge sulla dirigenza pubblica approvata di recente non si app...

10/07/2002
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La Stampa

La legge sulla dirigenza pubblica

In una lettera apparsa sulla Stampa dell'8 luglio un lettore di Sessa Aurunca si chiede come mai la legge sulla dirigenza pubblica approvata di recente non si applica anche ai dirigenti scolastici. Questa mancata estensione ai dirigenti scolastici, secondo il lettore, impedisce la rimozione di un dirigente scolastico che abbia dato prova di inefficienza. Non è così. La legge in questione non si occupa affatto di efficienza dei dirigenti, ma solo di controllo politico della dirigenza che, a ogni cambio di governo, non viene "rimossa" ma potrebbe "cambiare incarico" secondo i voleri dei governanti di turno. Tale legge, la 1696B del 19 giugno 2002, lungi dall'aumentare l'efficienza del dirigente, aumenta solo il controllo politico sulla dirigenza di Stato. La nuova norma semmai compromette l'imparzialità e l'autonomia dei dirigenti facendone dei clientes del potere politico. I circa 10.000 dirigenti scolastici, che fondano la propria autonomia sull'autonomia della scuola, non potevano cambiare scuola a ogni cambio di governo. Tutto qui. Per il resto il D.L.vo 165/2001 e il contratto dei dirigenti scolastici del 1° marzo 2002 prevedono per i dirigenti scolastici una valutazione annuale, una retribuzione di risultato annuale solo in seguito a valutazione positiva, il mutamento di incarico in caso di inefficienza e, in presenza di ripetute prove di inefficienza e con le garanzie del caso, anche il licenziamento. Armando Catalano responsabile nazionale dei dirigenti scolastici Cgil Scuola