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La Stampaweb: Assunte 60mila persone, ma il problema resta: il numero di pensionamenti è pari a quello degli immessi in ruolo

Assunte 60mila persone, ma il problema resta: il numero di pensionamenti è pari a quello degli immessi in ruolo

05/07/2007
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La Stampa

ROMA
La promessa del ministro Fioroni è andata in porto: entro la fine del mese saranno assunti 50.000 docenti e 10.000 dipendenti del personale Ata (amministrativi, tecnici ed ausiliari). Il problema del precariato però rimane: il numero dei supplenti immessi in ruolo, metà vincitori di concorso e metà da graduatorie ad esaurimento, è infatti solo leggermente superiore a quello del personale che dal 1 settembre sarà collocato in pensione.

La situazione è ben chiara nei piani alti del dicastero di viale Trastevere: i dirigenti del ministero, e lo stesso Fioroni, hanno infatti predisposto un piano di assunzioni triennale. Quella annunciata oggi è quindi solo la prima delle tre tranche che si completeranno nel luglio 2009, quando complessivamente dovrebbero essere assunti 150.000 precari. Si tratta di numeri solo in apparenza altisonanti: la scuola infatti, con oltre un milione di unità, è al primo posto per numero di dipendenti. Ed è inevitabilmente al primo posto per numero di lavoratori precari: un numero che negli ultimi anni, anche a causa del blocco triennale imposto dall’ex ministro Letizia Moratti, in quest’anno scolastico ha raggiunto la cifra record di 200.000 supplenti.

Si tratta di 128.000 docenti (assunti fino al 31 agosto o al termine delle attività didattiche) e di 74.000 Ata (anch’essi assunti con contratti cosiddetti annuali). Apparentemente le 150.000 assunzioni previste nel triennio 2007-2009 potrebbero rappresentare la soluzione al problema precariato; il problema è che nello stesso periodo è previsto un numero di pensionamenti (fisiologici e volontari) più o meno pari alle assunzioni. Nel 2007 almeno 50.000, l’anno prossimo (che dovrebbe essere l’ultimo prima dell’applicazione della discussa riforma Maroni) addirittura in 60.000 e altri 50.000 nel 2009. Si tratta di stime attendibili che se confermate nei fatti lasceranno sostanzialmente immutato l’attuale quadro dei 200.000 precari della scuola italiana: quella accordata dal ministro dell’Economia Tommaso Padoa Schioppa rischia così di trasformarsi in un’operazione di puro turn over.

Per quanto riguarda le nomine del prossimo anno, il ministero della Pubblica Istruzione ha ripartito le immissioni in ruolo applicando la quota del 63,84% sui posti vacanti. In pratica, su 100 posti liberi 64 verranno dati ai nuovi assunti: 6.148 unità nella scuola di infanzia, 12.066 nella primaria, 12.692 nella secondaria, 13.422 nella secondaria di II grado, 5.387 per nel sostegno, 285 per personale educativo. Solo parzialmente soddisfatti i sindacati. «Bene sulle assunzioni per 50 mila insegnanti, va continuato questo trend: per garantire quella stabilità e continuità auspicate anche nel memorandum sottoscritto con il Governo si può passare da contratti annuali a contratti pluriennali là dove ci sono posti disponibili e vacanti.», ha detto Massimo Di Menna, segretario Uil Scuola.

«Il contingente di assunzioni per il prossimo anno scolastico - ha commentato Francesco Scrima, Segretario generale Cisl Scuola - rappresenta solo una prima risposta, ancora molto parziale rispetto all’entità del precariato che costituisce un fenomeno ben più complesso, la cui permanenza - non assicurando la continuità - risulta assolutamente negativa per la qualità della scuola». Il decreto delle assunzioni prevede poi che per la prima volta il reclutamento riguardi esclusivamente insegnanti realmente precari: fino allo scorso anno, infatti, un a buona fetta degli assunti erano già di ruolo in un altro grado di istruzione o in un’altra cattedra; un’opzione che in molti casi danneggiava proprio i supplenti che all’ultimo momento vedevano sfumare le cattedre disponibili. Le immissioni in ruolo dovranno essere concluse entro il prossimo 31 luglio. Un duro lavoro attende gli oltre cento Uffici scolastici provinciali (gli ex Provveditorati) di tutta Italia: al Settentrione andranno quasi 21 mila posti, al Centro quasi 10 mila e poco più di 19 mila al Sud. La maggiore fatica riguarderà gli Usp di alcuni centri cittadini: in particolare Roma, Milano e Napoli, con circa 3.000 assunzioni a città.