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Liberazione-Il martello di Fini

Il martello di Fini Il vicepremier minaccia alunni e professori, Buttiglione difende Moratti Frida Nacinovich I ragazzi delle scuole non devono aver paura solo di Letizia Moratti. Sentite Gia...

19/12/2001
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Liberazione

Il martello di Fini
Il vicepremier minaccia alunni e professori, Buttiglione difende Moratti
Frida Nacinovich
I ragazzi delle scuole non devono aver paura solo di Letizia Moratti. Sentite Gianfranco Fini: "Si può dissentire dalla riforma, ma nessuno ha il diritto di minacciare incidenti di piazza o parate tipo Genova". Chiaro, no? Stretti tra l'incudine della controriforma privata della scuola, e il martello dell'ordine pubblico agitato dal vicepremier, studenti e professori che oggi arrivano a Roma da tutta Italia dovranno stare attenti. C'è un intero governo di destra contro di loro. E se lo show degli Stati generali sarà aperto da donna Letizia e chiuso dal premier-imprenditore Silvio Berlusconi, il ministro dell'Interno Claudio Scajola è già lì che vigila sotto la guida del comandante in capo, il nazional alleato Fini. Ancora il numero due dell'esecutivo: "Le minacce sono state inequivocabili, unidirezionali ed esplicite". Il confine tra la protesta e la minaccia è molto sottile, somiglia tanto alla distinzione tra guerra e intervento umanitario. E guardate un po' chi spunta a difendere la controriforma della scuola. Lui, Rocco Buttiglione, il professore della destra cattolica. "Una scuola facile, politicizzata ma che non prepara per la vita può forse piacere di più a qualche leaderino studentesco, ma non fa il bene della maggioranza degli interessati". Meglio, molto meglio una scuola azienda che prepari a trovare il proprio ruolo nell'azienda Italia. Vista la situazione, anche Francesco Rutelli e Piero Fassino trovano risposte pronte e perfino spiritose: "Il centrodestra sulla scuola si muove all'insegna della confusione e della devoluzione". Alla conferenza stampa dell'Ulivo c'è anche l'ex ministro della pubblica istruzione Luigi Berlinguer. Padre di una riforma che fu contestata da studenti pronti anche a cambiare il titolo del film cult "Berlinguer ti voglio bene" di Benigni e Bertolucci. Il mondo della scuola non volle bene al progetto del centrosinistra, e oggi non si può neppure discutere. "E' previsto solo un talk-show", osserva Rutelli. Da parte sua, Fassino riassume in sei punti le controproposte dell'Ulivo. "Occorre aumentare le risorse per la scuola, riformare il sistema retributivo degli insegnanti, mantenere a 18 anni il percorso di formazione prima dell'università, lasciare l'obbligo scolastico a 15 anni, rafforzare l'autonomia delle scuole, incentivare un'effettiva politica di diritto allo studio". Luigi Berlinguer pensa invece con amarezza alla sua riforma, abortita ancor prima di nascere. E anche a tutti i fischi che si è preso per nulla. I numeri della kermesse fanno pensare ad un monumento, che ben potrebbe essere titolato "in memoria della scuola pubblica italiana". Grazie ad un accordo con Rai educational, i lavori degli Stati generali saranno trasmessi in diretta televisiva e potranno essere seguiti da chi ha parabole satellitari. Qualcuno sussurra che ci deve essere lo zampino del premier-magnate delle televisioni. E infatti Silvio Berlusconi tira fuori una delle sue frasi ad effetto. "E' la seconda volta in Italia, dopo De Gasperi, che un esecutivo ha una così grande maggioranza nel Parlamento", dice il cavaliere citando l'avvocato Agnelli. Non per caso, agli Stati generali della scuola ci sono anche gli industriali. Con buona pace di studenti e professori che forse potranno protestare tranquillamente in piazza. Di quello che pensano loro al governo non interessa poi molto. Lavori in corso al palazzo dei congressi dell'Eur. Ma per chi?