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Liberazione-Istruzione pubblica non lasciamola sola

Forum del Prc con associazioni e organizzazioni sindacali Istruzione pubblica non lasciamola sola Angela Azzaro Un grido d'allarme per ricordare agli italiani e alle italiane che, ora do...

16/10/2002
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Liberazione

Forum del Prc con associazioni e organizzazioni sindacali
Istruzione pubblica non lasciamola sola
Angela Azzaro
Un grido d'allarme per ricordare agli italiani e alle italiane che, ora dopo ora, la scuola pubblica viene presa a picconate. E si demoliscono, in questo modo, le basi stesse della democrazia.
Lo stesso giorno che la commissione Cultura e istruzione della Camera finiva di votare l'articolato della Finanziaria, Rifondazione comunista ha incontrato gli esponenti delle associazioni e del sindacato per discutere di una manovra economica il cui spirito è sotto gli occhi di tutti: distruggere la scuola pubblica, le sue possibilità e la sua credibilità, nel tentativo di fare largo alla scuola azienda.

La deputata del Prc, Titti De Simone, della commissione Istruzione e cultura, ha introdotto un dibattito molto aperto e ricco di spunti cui hanno partecipato il Movimento cooperazione educativa, il Coordinamento genitori democratici, il Cub scuola, il Coordinamento insegnanti democratici, il Comitato scuola e Costituzione, i Cobas scuola, la Cgil scuola, il Comitato scuola della Repubblica e i Giovani comunisti. "L'articolo 22 della Finanziaria - entra subito nel merito De Simone - è un mero attacco al primato della scuola pubblica: ne mette in discussione il ruolo sociale, dà vita a una selezione di classe con una scuola d'eccellenza e una di serie b". E' per questa ragione che Rifondazione, giudicandola inemendabile, si batterà perché alcuni punti vengano abrogati, come è il caso del comma 8 che prevede l'esternalizzazione dei servizi. La lista nera della destrutturazione del diritto allo studio è lunga, lunghissima, e ha origini lontane che ora trovano "degno" compimento nelle disegno di legge del ministro Giulio Tremonti e nella famigerata riforma Moratti, in discussione al Senato, nonostante il ruolo sempre più marginale della ministra, continuamente screditata dal suo stesso governo. "Questa Finanziaria - sottolinea Loredana Fraleone della segreteria nazionale del Prc - mostra aspetti di vera barbarie, accanendosi nei confronti dei più deboli: precari, personale ata, studenti, portatori di handicap". Da questa valutazione, condivisa dai presenti, la necessità per Fraleone di una mobilitazione fuori e dentro il Parlamento a partire dall'imminente sciopero generale. "E' necessario - incalza su questo punto Diana Cesarin del Mce - sottrarsi ai temi imposti dai media per porre il problema della scuola come la grande questione della democrazia e dello sviluppo del paese".

La scuola, quella dei Moratti e dei Berlusconi, la scuola azienda, sarà fatta da figli e figliastri e solo chi potrà permetterselo andrà avanti. Eppure, ancora non è scattato un allarme sociale e politico pari alla gravità della situazione. Anche cifre alla mano, il problema dell'istruzione pubblica fa paura. Lo ricorda, nel suo intervento, Beniamino Lami della segreteria nazionale Cgil scuola: "Oggi c'è giustamente grande attenzione e preoccupazione per la questione Fiat. Se però si va a verificare in numero del personale docente e non della scuola che ha perso il lavoro in questi anni la cifra complessiva è addirittura superiore".

Attacco all'occupazione e alla qualità dell'insegnamento, destrutturazione dei contratti, tagli che con l'ultima manovra arrivano a 250 milioni di euro per i prossimi tre anni, profili professionali calpestati. Il tutto - denuncia Angela Nava del Cgd - in nome di una famiglia che viene usata demagogicamente come una sorta di modello unico che cancella i soggetti reali e crea un scuola di classe. E' per questa ragione, rilancia allora, Sofia Toselli del Cidi, è giunto il momento di "creare grandi alleanze per una efficace battaglia parlamentare ma anche far arrivare il tema della scuola fuori, all'opinione pubblica. Gli stessi girotondi non hanno capito fino in fondo la gravità della situazione. Su questa questione si gioca la tenuta democratica del paese".

Un'occasione importante per andare avanti e far crescere il consenso anche fuori l'ambiente direttamente coinvolto, è sicuramente venerdì prossimo. Anche perché, rileva Pino Patroncini, della Cgil scuola, proteste della stessa natura si stanno per verificare in Francia, dove il 17 è previsto lo sciopero generale della scuola, segno di fermenti che attraversano non solo l'Italia e che è importante mettere a frutto per non arrendersi allo smantellamento.

La Finanziaria, che dalla prossima settimana verrà votata nella commissione Bilancio della Camera e ai primi di novembre in Aula, è un banco di prova importante "rispetto al quale - sottolinea De Simone - Rifondazione è pronta a fare battaglia".