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Liberazione-Scuola, la primavera sarà caldissima

Sciopero il 24 marzo, al centro contratto e precari Scuola, la primavera sarà caldissima Graziarosa Villani Oltre 10mila assemblee nelle scuole, migliaia di studenti e genitori sensibilizz...

22/02/2003
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Liberazione

Sciopero il 24 marzo, al centro contratto e precari
Scuola, la primavera sarà caldissima
Graziarosa Villani
Oltre 10mila assemblee nelle scuole, migliaia di studenti e genitori sensibilizzati con volantinaggi prima delle lezioni, sit in e volantini anche agli ex provveditorati, Berlusconi, Moratti e Tremonti bombardati da fax, telegrammi ed e-mail, ordini del giorno in tutti gli organi collegiali e poi il 24 marzo sciopero di una giornata in tutti gli istituti di ogni ordine e grado. Queste le azioni per un marzo che i sindacati Cgil, Cisl, Uil e Snals annunciano "caldissimo".
L'obiettivo è arrivare alla firma del contratto di lavoro che riguarda oltre un milione di lavoratori, tra docenti e personale non docente Ata, e la fine del calvario dei precari, il 20 per cento del personale impiegato nelle scuole.

Di fronte al "gioco delle parti" del governo Berlusconi, tra la Moratti che assicura che i soldi ci sono e che il contratto verrà firmato e Tremonti che non apre i forzieri che contengono fondi, già stanziati dalle varie finanziarie, per un milione e 300mila euro, i sindacati hanno ritrovato l'unità e annunciano una battaglia durissima per ottenere l'adeguamento degli stipendi fermi a quattordici mesi fa. Lo sciopero verrà revocato solo se questa situazione di impasse, che Daniela Colturani, della Cisl scuola, ha definito "kafkiana", verrà superata.

"La vertenza si sblocca - ha detto Massimo Di Menna, di Uil Scuola - solo a via del Corso, alla sede dell'Aran (l'agenzia che per conto del governo cura le relazioni coi sindacati) che aspetta da più di due mesi che arrivi la certificazione delle risorse finanziarie". Ed è di ieri l'ennesima messa in scena del governo con le organizzazioni convocate per una riconciliazione che, al contrario di quanto avevano fatto il 20 dicembre scorso, questa volta i sindacati si sono rifiutati di avvallare.

"Il contratto subito" è la loro richiesta. Non ci si fida più del governo Berlusconi. "La credibilità della parte pubblica - ha detto Fedele Ricciato, dello Snals - è caduta. Le azioni che faremo saranno durissime". La Moratti promette ma non mantiene e getta responsabilità sul collega Tremonti che, probabilmente alle prese con la "finanza creativa" pensa di impiegare i fondi ad altri scopi o tenta comunque di rinviare l'esborso. "A questo punto - commenta Ricciato - c'è da ritenere che l'esigenza sia tutta politica". Svilire la scuola pubblica per rilanciare quella privata? La pensa così Enrico Panini, responsabile nazionale della Cgil Scuola. "Si vuole ridurre al minimo la scuola pubblica - dice - per fare in modo che poi il tempo pieno ed altri servizi utili allo studente e alla famiglia si comprino. Pericoloso poi - aggiunge - la non assunzione a tempo indeterminato dei 21mila precari che fanno della flessibilità la regola".

C'è chi ha ipotizzato che Tremonti aprirà le casse a ridosso delle amministrative di maggio, con una mossa di tipo elettoralistico. "Se hanno pensato questo - commentano i sindacati in coro - hanno sbagliato i tempi, perché dal momento in cui arriverà la certificazione, e si potrà così procedere alla firma, passeranno almeno due mesi prima che i lavoratori abbiano gli adeguamenti in busta paga". Il rischio invece, e ne hanno parlato tutti come di un pericolo reale, è che salti la contrattazione, ovvero che la vertenza che si vuole chiudere a quasi due anni di distanza produca un nuovo contratto da considerare solo carta straccia e da ridiscutere così in tutti i termini perché ormai superato. Un salto di contrattazione che è già avvenuto nel 1992 col governo Andreotti quando i sindacati rifiutarono la proposta. Tra precari (21mila di fronte a 100mila posti vacanti), tagli annunciati per 10mila unità, tentativi di ridurre la potestà contrattuale, ce n'è di che mobilitarsi. Si inizia dal 3 all'8 marzo con le assemblee, si prosegue il 18 marzo con i volantinaggi, per passare poi, da 20 al 21 marzo, ai telegrammi, fax ed e-mail per Berlusconi, Moratti e Tremonti, fino al grande sciopero del 24 marzo quando tutto il mondo della scuola incrocerà le braccia a tutela del lavoro e del diritto allo studio. Una mobilitazione che si oppone anche ai tagli, di 1.965 unità alle elementari, di 304 unità alle medie, di 6.132 unità alla scuola superiore, di 1.000 unità tra le insegnanti di sostegno, di 2.750 unità per provvedimenti vari. Numeri che parlano chiaro sullo smantellamento della scuola pubblica minacciata anche dalla riforma Moratti che mette l'istituzione al servizio del profitto.