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Liberazione-Scuola, neanche un euro in Finanziaria per gli appalti delle pulizie

L'85% dei posti in pericolo è al Sud. Cgil Cisl e Uil si svegliano: sciopero il 27 Tremonti caccia 16mila ex Lsu Roberto Farneti Scuola, neanche un euro in Finanziaria per gli appalti delle p...

23/11/2002
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Liberazione

L'85% dei posti in pericolo è al Sud. Cgil Cisl e Uil si svegliano: sciopero il 27
Tremonti caccia 16mila ex Lsu
Roberto Farneti
Scuola, neanche un euro in Finanziaria per gli appalti delle pulizie
Se il Senato non modificherà il testo della legge Finanziaria uscito dalla Camera, dal primo gennaio prossimo circa 16mila dipendenti delle cooperative di pulizia delle scuole, ex Lsu stabilizzati (si fa per dire...) in base a una convenzione con il ministero dell'Istruzione, verranno licenziati in tronco senza neanche il "materasso" della cassa integrazione. E 850mila studenti di 2.300 scuole saranno costretti da un giorno all'altro a dover studiare in ambienti sporchi e fortemente carenti dal punto di vista igienico.
La responsabilità di quanto sta per accadere è in primo luogo del governo di centrodestra, che si nasconde dietro l'alibi delle difficoltà di bilancio per portare avanti, attraverso una politica di tagli dissennata, quell'attacco alla scuola pubblica iniziato con la prima legge sulla parità. Complessivamente, quest'anno, le spese per l'istruzione per la prima volta diminuiranno di circa 500 milioni di euro. Mentre per consentire la prosecuzione degli appalti di pulizia, già assegnati fino al 2006 a quattro organizzazioni di settore (Legacoop, Confapi, Confindustria e Confcooperative) sulla base di una convenzione sottoscritta nel 2001 con i Ministeri della Pubblica Istruzione, del Lavoro e dell'Economia (procedura, però, definita illegittima dalla commissione europea) di milioni ce ne vorrebbero 260 in più. Succede così che mentre la Moratti fa finta di litigare con Tremonti (se facesse sul serio la ministra dovrebbe dimettersi), nel frattempo si è aperta una emergenza occupazionale drammatica sia sul piano quantitativo (si tratta del doppio degli esuberi dichiarati dalla Fiat) che sul piano sociale: l'85% di quelli che rischiano il posto, infatti, vive e lavora nel Mezzogiorno. In questi giorni le cooperative stanno spedendo ai lavoratori le lettere di preavviso di licenziamento. Cgil Cisl e Uil, che dapprima hanno colpevolmente sottovalutato la situazione, si sono svegliate e hanno indetto lo sciopero nazionale per il 27 novembre. I sindacati accusano il governo di avere disatteso gli impegni "a suo tempo presi" e chiedono un incontro urgente ai gruppi parlamentari del Senato.

Nel frattempo i lavoratori si stanno autorganizzando: lunedì prossimo, alle 9, ci sarà un'assemblea pubblica davanti all'amministrazione provinciale di Frosinone. "Abbiamo fatto sette anni di lavoro nero ci hanno fatto lavorare come bidelli per 800mila lire al mese. E adesso non possiamo neanche accedere alle graduatorie. Le domande che presentiamo ci vengono continuamente bocciate, agli ex Lsu non riconoscono neanche un giorno". Chi parla è Nadia Ciardiello, una dei 130 dipendenti della cooperativa Bioclean. Lei lavora in un istituto di Anagni con altre quattro colleghe, nella provincia di Frosinone sono in tutto seicento. "Anche qui - conferma Nadia - sono partite le lettere per l'apertura della procedura di mobilità. Se entro il 31 dicembre non ci saranno novità partiranno i licenziamenti collettivi". Il risvolto politico di questa vicenda è l'attacco alla scuola pubblica: "Mettendo noi in cooperative - spiega Nadia -, il personale Ata di ruolo è stato tagliato del 25% l'anno scorso e di un ulteriore 20% questo anno. Il che vuol dire scuole pubbliche meno sorvegliate e meno pulite".

Una prospettiva che crea allarme nelle famiglie degli studenti: se cacciano via gli ex Lsu, chi pulirà le scuole? "Noi pensiamo - dice Bruno Ciccaglione, della segreteria nazionale SinCobas - che il ministero proverà a rinegoziare al ribasso gli appalti attuali. In caso contrario, i provveditorati dovrebbero provvedere attingendo alle graduatorie del personale supplente. Operazione più costosa rispetto alla proroga degli appalti, che però, in quel caso, graverà sulle spalle del Tesoro". Il SinCobas non ha mai condiviso l'idea di affidare a cooperative la pulizia degli istituti, mansione che avrebbe potuto continuare ad essere svolta dai precari definitivamente assunti. "La vicenda degli Lsu - accusa Ciccaglione - è stata il cavallo di Troia per avviare la privatizzazione di servizi che prima venivano svolti da personale che, per un verso o per un altro, faceva capo alla pubblica amministrazione. Il risultato - osserva il sindacalista del SinCobas - è che la qualità del servizio è peggiorata, pulire le scuole costa di più, il personale Ata viene tagliato e gli exLsu continuano ad essere precari".

Nonostante ciò, precisa Ciccaglione, "il Sin. Cobas sosterrà tutte le mobilitazioni contro il licenziamento dei 16mila lavoratori delle pulizie, pur ritenendo indispensabile che l'agitazione diventi permanente e diffusa sull'esempio di quanto sta accadendo a Termini Imerese e alla Fiat in generale".