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Liberazione: Scuola, scioperi e mobilitazioni pronti per l'apertura delle aule

Il 26 agosto in programma un incontro tecnico con la Gelmini ma l'esito è scontato. 18.000 insegnanti messi fuori

22/08/2009
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Liberazione

Fabio Sebastiani

Assemblee aperte anche ai genitori fin dall'avvio delle lezioni e, se non cambia nulla, sciopero generale. Che la scuola quest'anno inizi a metà settembre è tutto da vedere. I danni provocati dai tagli del Governo sono tali da rendere concreto il rischio della paralisi. Per il 26 agosto è previsto l'avvio di un tavolo tecnico al ministero della Pubblica Istruzione. Ma le speranze di uscirne con qualcosa di concreto sono poche. E Mimmo Pantaleo, segretario generale della Flc-Cgil, fa capire che il sindacato non ha alcuna voglia di farsi trovare sguarnito. In Lombardia, per esempio, la Flc Cgil lo sciopero generale per il 14 settembre è più che una semplice ipotesi.
Le questioni rimaste aperte dopo l'incontro dei primi di agosto dei segretari generali dei sindacati della scuola con il ministro Mariastella Gelmini sono essenzialmente tre, spiega Pantaleo: completare gli adempimenti per l'immissione in ruolo entro il 31 agosto di 8mila docenti e 8 mila unità di personale Ata; costruire il cosiddetto "contratto di disponibilita" per gli altri 18 mila che rimangono a terra.
Il provvedimento, spiega Pantaleo, dovrebbe garantire a questi 18mila (docenti e non) la possibilità di svolgere supplenze nell'anno scolastico 2009-2010 e di avere accesso agli ammortizzatori sociali. Il rischio che si scateni una guerra tra precari, a quel punto, però, è molto concreto. Infine, la questione delle cosiddette "graduatorie a pettine", diventata un motivo forte di scontro tra i precari e il ministro: il Tar ha dato ragione ai docenti, ma la Gelmini ha dato ordine agli uffici scolastici di non tener conto delle decisione dei giudici. Francesco Scrima, segretario generale della Cisl-scuola, ricorda che la Finanziaria prevede per il prossimo anno scolastico un taglio del personale docente di 42mila unità.
Della stessa entità sono i tagli predisposti per il personale Ata, spalmati però nell'arco di un triennio. «Al tavolo verificheremo che cosa potrà accadere regione per regione - afferma Scrima - ma la situazione è pesante e rischia di compromettere la ripresa dell'anno scolastico».
In questi giorni afosi di agosto in molti provveditorati ci sono state numerose proteste. Ad Agrigento docenti e personale Ata sono arrivati all'occupazione. Sit-in e presidi, alcuni dei quali davanti alla prefettura, anche a Palermo, a Bari e a Salerno. Altre iniziative spontanee si annunciano per settembre. In Rete ne girano a decine, tra blog e siti dedicati. Gli insegnanti precari che verranno assunti prima di firmare l'accettazione della nomina, uno ogni dieci al fine di segnalare la decimazione avvenuta in quest'occasione, leggeranno il seguente comunicato: «Nell'accettare questo incarico vorrei denunciare la progressiva precarizzazione dei lavoratori della scuola. Da anni sottoscriviamo contratti a tempo determinato con risibili speranze di stabilizzazione. Decine di migliaia di posti sono stati tagliati, impoverendo l'offerta formativa ed aumentando il numero di alunni per classe. Di cose da fare per migliorare la scuola ce ne sono tante, cominciare coi tagli significa non avere a cuore la scuola pubblica».
In Lombardia, l'insegnamento pubblico è «in ginocchio» con scuole «che hanno 170 milioni di crediti nei confronti dello Stato, un aumento di oltre 11 mila alunni e tagli di insegnanti e personale non docente. I quasi mille Ata in meno, la maggior parte bidelli, secondo il segretario, non garantisce l'apertura di alcuni distaccamenti nelle scuole con più sedi perchè «il rischio è che non ci sia nemmeno un bidello per sede». E poi ci sono i tagli ai docenti. «Il dato vero - dice Corrado Barachetti, segretario della Cgil Lombardia - è che ci sono quasi cinquemila posti in meno, esattamente 4.909». Infine, resta la questione dei supplenti che in Lombardia sono in media 7 mila persone l'anno. Le scuole hanno poche risorse, in alcuni casi neanche «sufficienti a comperare la carta» e quindi «non hanno i soldi per pagarli - spiega Barachetti - . Di conseguenza o gli altri docenti saranno costretti a fare straordinari oppure le classi saranno smistate a caso».
I Cobas hanno sostenuto mobilitazioni per tutta l'estate. L'ultima, quella di Salerno, proprio sui temi caldi delle immissioni in ruolo e degli incarichi.
Lo sciopero generale ad ottobre l'hanno già lanciato già il 15 luglio. Ma sono pronti ad azioni di contrasto già dall'apertura dell'anno scolastico. «Chiederemo il rispetto delle norme sulla sicurezza e quindi se non ci sono le condizoni non entreremo in classe», sottolinea Anna Stammati, dell'esecutivo nazionale dei Cobas. «Quasi nessuna scuola è pronta con una strutturazione regolare. E poi ci sono le diffide sul tema delle venti ore, in cui i precari vedono diminuire il numero delle cattedre».
Lavorerete con spirito unitario?
«Non abbiamo problema a lavorare unitariamente. Noi lanciamo la mobilitazione, che deve essere concreta e non su obiettivi strumentali. Non ci interessa mettere in piedi una finta mobilitazione, come è già accaduto. Il nostro obiettivo è l' immissione in ruolo in tutti i posti».