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Liberazione-Stati generali Moratti scappa

Stati generali Moratti scappa La kermesse della destra sulla scuola si sposta da Foligno alla capitale. Traslocano anche decine di migliaia di studenti e professori pronti a contestarla Frida Naci...

18/12/2001
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Liberazione

Stati generali Moratti scappa
La kermesse della destra sulla scuola si sposta da Foligno alla capitale. Traslocano anche decine di migliaia di studenti e professori pronti a contestarla
Frida Nacinovich
Contrordine amici. La lezione di Letizia Moratti si terrà a Roma. Ciao ciao Foligno, e un'intera città tira un sospiro di sollievo. Peccato che gli illustri organizzatori degli Stati generali della scuola siano arrabbiati neri. Il governo prova a spiegare che tutto sommato è meglio così, che Foligno era troppo piccola (e fredda) per la manifestazione, e soprattutto per la contromanifestazione di studenti e professori. Ma nella casa delle libertà si sentono tutti come Arthur Fonzarelli, non riescono a dire: "Ho sbagliato". Non sono giorni felici per la maggioranza di governo. Si vede, e soprattutto si sente. "C'è solo da vergognarsi!", sbotta il biancofiore Maurizio Ronconi. "Alla fine ci accorgeremo che la mania di voler continuare a fare dell'Umbria una piccola Stalingrado di leninista memoria, procurerà danni davvero gravi a questa regione". A dire il vero, il confindustriale "Sole 24 ore" dice che in Umbria non si vive poi tanto male, anzi. Ma tant'è, il forzista Franco Asciutti è ancora più amareggiato. "L'Umbria rischia di rimanere il fanalino di coda grazie al solito governo di sinistra. Anziché biasimare la riprovevole azione di Rifondazione comunista, che aveva annunciato appoggio ed ospitalità ai no global avallando così la loro inutile presenza a Foligno, hanno preferito interferire contro la democratica azione del governo". Una presenza inutile come gli stessi Stati generali, visto che la scuola della libertà è già stata approvata in Parlamento a colpi di maggioranza. Ma lo show deve andare avanti. Così il ministro degli Interni Claudio Scajola ripete quanto già detto in passato. In fondo Foligno non è mica diversa da Roma... "Roma è in grado di poter far svolgere queste manifestazioni. Mi auguro che nessuno venga con intenzioni pericolose. Chi dissente ha tutti i diritti per farlo, ma la violenza non sarà tollerata". Dopo una simile dichiarazione è più che comprensibile la richiesta di Rifondazione. "Niente armi contro i manifestanti". La notizia dello spostamento degli Stati generali era già nell'aria da domenica, ma il sindaco di Foligno Maurizio Salari non era stato informato. "So soltanto che ieri sera gli operai che stavano lavorando all'allestimento della manifestazione sono stati richiamati a Roma, così come molte prenotazioni degli alberghi sono state disdette". Walter Veltroni invece conosce già bene la situazione. Il primo cittadino della capitale prende atto, e mette le mani avanti. Questa volta in piazza ci saranno anche i giovani del suo partito. "Ci auguriamo che nella nostra città venga salvaguardato un clima di tolleranza e di confronto civile". La musica non finisce. Ma gli amici si devono spostare al palazzo dei congressi dell'Eur. Rispetto al programma originario restano solo i giorni - 19 e 20 dicembre - fissati per lo show del ministro. Tutto il resto è stravolto, degna conclusione di un'iniziativa che servirà solo per certificare quanto già deciso dal governo Berlusconi e dalla sua maggioranza di destra. Al limite, potrà arrivare qualche sommessa spiegazione di rito. Comunque sia il cambio di indirizzo in qurant'otto ore non preoccupa le migliaia di studenti e professori, pronti a gridare che la controriforma privata della scuola è una vergogna. A ben guardare, Letizia Moratti e la destra hanno tentato in tutti i modi di celebrare gli stati generali nella piccola città umbra. Per lei (e il governo) era meglio far le cose in grande, ma lontano dalla capitale. E questo anche se il sindaco folignate non ne voleva proprio sapere di vedere la sua cittadina assediata, di far fronte al malumore dei commercianti nei giorni di Natale, e aveva deciso perfino di non autorizzare l'utilizzo dell'auditorium. Alla fine "per contenere i disagi per gli invitati", come ha detto il ministro, la Moratti ha dovuto cedere. Tutto si trasferisce a Roma, dunque, comprese le manifestazioni di protesta. "L'unico posto dove la Moratti può andare per non essere contestata è il pianeta Marte", risponde il movimento dei movimenti. Mentre la Cgil mantiene, come previsto, la sua manifestazione a Perugia per il 19, l'Unicobas non si scompone: "Sposteremo a Roma le manifestazioni, d'altra parte la pessima organizzazione del ministero è pari solo alla pessima proposta di riforma". E se i Cobas esultano, "è la prima sconfitta della Moratti", il ministero tira dritto. "Il dialogo tra le famiglie, gli studenti, i docenti e gli esperti riguarderà l'esame delle proposte di riforma della scuola italiana, destinate ad assicurare a tutti i ragazzi il successo educativo e formativo", dice Letizia Moratti. Poi guarda il bicchiere mezzo pieno: "Ridotti i problemi logistici e organizzativi, ci sarà più spazio per discutere". Nonostante sia solo un comunicato stampa, sembra di sentire già la salva di fischi in risposta. Ma in fondo quella del ministro è una missione impossibile. Perfino l'inossidabile sorriso del premier in un frangente del genere verrebbe cancellato dalle proteste di quei "quattro straccioni" che si ostinano a chiedere una scuola pubblica, un sapere non mercificato, un sostegno all'istruzione che non sia solo di facciata. Al governo ora non resta che incrociare le dita, inviare ordini di servizio perché le telecamere non indugino troppo sulla contromanifestazione di studenti e professori, e poi bluffare sui numeri della protesta. Berlusconi non ha mai aspettato Natale così ansiosamente come quest'anno.