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Libertà-No alla scuola supermarket

provvedimento su elementari e materne "No alla scuola supermarket" I dirigenti piacentini bocciano la riforma Moratti ...

15/11/2002
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Libertà

provvedimento su elementari e materne
"No alla scuola supermarket"
I dirigenti piacentini bocciano la riforma Moratti


Primo 'sì' al Senato per la riforma della scuola, ma è un coro di no quello che piove oggi dai dirigenti scolastici piacentini di scuole dell'infanzia e di scuole primarie, come il nuovo documento a firma del ministro Moratti indica materne ed elementari. Per Francesca Sisto (VII Circolo) gli aspetti di maggior preoccupazione riguarderanno soprattutto la possibilità di attrezzare per tempo il sistema di accoglienza per bambini di età inferiore ai 6 anni (elementari) e ai 3 anni (materne). "Già oggi - ritiene la dirigente - non esiste la piena disponibilità per l'accoglienza dei bambini di 6 e 3 anni, a maggior ragione sarà vero con bambini di età inferiore. Riteniamo comunque che ai bambini di 5 e 4 anni vada data priorità, affinché frequentino almeno un anno di materna prima dell'ingresso a scuola. Ma, anche ammesso che questa disponibilità ci sia, occorrerà reperire una nuova modalità organizzativa, soprattutto sul fronte del personale". Lidia Pastorini (V Circolo) ascrive alla riforma Moratti "un impianto antipedagogico, sia per materne che elementari. "Vi vedo all'interno - sostiene la Pastorini - elementi di distruzione della qualità della scuola, per tutta una serie di motivi già peraltro evidenziati lo scorso settembre, quando tutte le scuole piacentine dissero no alla sperimentazione". A preoccupare la dirigente scolastisca, il 'precocismo' contenuto nella nuova riforma, ritenuto "un recupero di un'idea ferma alla scuola privata", che "non tiene conto della costruzione psicologica del bambino", e, per la scuola elementare in particolare, "la disgregazione della pluralità dei docenti". L'introduzione precoce sui banchi delle elementari di alcune discipline (inglese, informatica), "specchietto per le allodole", condurrà, secondo la dirigente, ad "una scuola supermarket, che fa leva sulle mode". La riforma Moratti non piace a Mariuccia Zavattoni (III Circolo) che la bolla come "inadeguata in partenza". "Un riforma seria - dichiara la Zavattoni - presuppone investimenti. Al contrario, sono previsti tagli di personale, mentre non sono in programma seri investimenti sulla formazione dei docenti". "Abbiamo anche rischi molti ravvicinati nel tempo - ancora la dirigente - di una sparizione del tempo pieno, che a Piacenza è il modello più massicciamente richiesto dalle famiglie, e che probabilmente non sarà più possibile garantire". Piera Trincianti (VIII Circolo) pone l'accento sulle implicazioni delle scelte educative: "Nella riforma - dichiara - si punta in maniera significativa ai traguardi mentre noi abbiamo sempre lavorato sul potenziamento della singola persona, e ciò si ricollega al tema delle risorse umane, che invece vengono continuamente diminuite". Alle questioni di metodo, ancora prima che di merito, fa riferimento Graziano Sartori (IV Circolo), sottolineando come "la sperimentazione è appena iniziata, si ignorano gli esiti, e già si salta alle conclusioni". Ed una esplicita contraddizione nell'impianto generale: "Si considera di alto valore la presonalizzazione dell'insegnamento - sostiene Sartori - ma si ritorna all'insegnante unico. Sfido chiunque a personalizzare gli apprendimenti a favore degli alunni in classi con 26 o 27 bambini, da parte di insegnanti cosiddetti prevalenti". Per Giampaolo Binelli (II Circolo) "siamo in presenza di un impianto che richiama un modello scolastico del passato gestito però con una diminuzione delle risorse". Altro elemento di negatività, secondo Binelli, "l'obbligo scolastico fortemente depotenziato, mentre si fa riferimento soltanto all'obbligo formativo. Il rischio - conclude il dirigente - è che per una parte significativa di alunni ci sia un arretramento culturale". Tra i rilievi al nuovo documento, ancora secondo Binelli, "un'impostazione che rischia di togliere centralità all'approccio globale alla persona".
Simona Segalini