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Libertà/PC: Bilancio 2010, scuole in ginocchio

Fondi azzerati per il funzionamento degli istituti e stanziamenti ridotti

28/12/2009
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Libertà

piacenza - La situazione finanziaria delle scuole piacentine (non solo le piacentine, purtroppo) si deteriora ogni giorno di più. L'ultima tegola piovuta nelle tasche delle casse scolastiche porta la data dello scorso 22 dicembre, giorno in cui è pervenuta alle scuole la circolare sul programma annuale 2010.
Un documento che tra l'altro porrebbe un enorme interrogativo anche sulla dotazione destinata al funzionamento didattico e amministrativo dei singoli istituti, oltre ad aver sollevato dubbi di incostituzionalità, come ha già denunciato il sindacato della Scuola della Camera del lavoro.
In parole povere, niente soldi alle scuole per l'acquisto di detersivi, per esempio, di carta, registri, indennità di missione per i docenti.
«Una circolare devastante», bolla la novità pervenuta dal ministero la Flc Cgil piacentina. Fino ad oggi le scuole hanno fatto fronte come hanno potuto, ciascuno mettendoci del proprio. Oltre all'incognita dei fondi per il funzionamento, l'altra voce che sta destando allarme tra gli addetti ai lavori è rappresentata da una riduzione, giudicata «consistente», degli stanziamenti in generale per le scuole, col rischio di aggravare ancor di più una crisi di liquidità già attuale.
Il tema degli stanziamenti e della riduzione è argomento di queste ore. E soltanto alla riapertura dopo le vacanze natalizie, con ogni probabilità, i singoli istituti saranno in grado di comunicare una percentuale dettagliata di questi tagli.
Lidia Pastorini, dirigente del Quinto circolo di Piacenza, non fa certo mistero delle difficoltà già patite fino ad oggi. Difficoltà economiche che, in questo caso, si sono tradotte nel ricorso alle tasche delle famiglie dei piccoli alunni per pagare i noleggi delle fotocopiatrici delle segreterie. «Nel 2009 - traccia il bilancio consuntivo la Pastorini - siamo sopravvissuti contando sui nostri risparmi di scuola. Ma ora come ora questi risparmi sono finiti: non abbiamo più fondi per il funzionamento ordinario, quelli che servono per pagare la carta, i registri, la riparazione delle macchine d'ufficio, le schede degli alunni. Ed il rischio già concreto di avere zero lire per gli investimenti. Già ora - denuncia la Pastorini - non abbiamo neppure i soldi per pagare le cartucce nuove delle stampanti, come non abbiamo più un soldo per pagare le supplenze, parlo del mio Circolo. Siamo con le spalle al muro».
Franco Balestra, dirigente del Romagnosi-Casali: «Chiuderemo in pareggio, ben che vada. La situazione? E' difficilissima, inutile nasconderlo: se non cambia, non escludo si debba ricorrere ad una specie di tassa degli studenti, per un fondo cassa a cui attingere in emergenza, anche se questo fa a pugni col fatto che la scuola è un servizio pubblico». Dall'istituto per geometri Tramello la preside Teresa Andena: «Il quadro è quanto meno confuso: per novembre-dicembre attendevamo una tranche di trasferimenti che non c'è stata. Ora sono arrivati dei fondi ma non sappiamo che tipo di vincolo hanno, neppure se sono vincolati. I crediti pregressi col Ministero sono rimasti invariati, nessuna novità. E come le altre scuole superiori, dagli studenti riceviamo dei contributi, che noi chiamiamo contributi laboratori, per i servizi agli studenti, dal potenziamento delle strutture laboratoriali alle fotocopie».
Su un terreno irto di punte, è piovuta l'ultima circolare. «Si tratta di istruzioni che derogano dal regolamento di contabilità, dal cosiddetto "capitolone", dai principi generali sulla trasparenza e dalla stessa Costituzione che vuole l'istruzione statale completamente gratuita», denuncia Raffaella Morsia, segretario provinciale della Flc Cgil.
«Questa nostra analisi vuole lanciare un grido di allarme alle forze professionali della scuola, alle famiglie, alla collettività sociale e alla forze politiche a difesa della gratuità e dell'accessibilità a tutti del servizio pubblico di istruzione», conclude la Morsia.
Simona Segalini
simona. segalini@liberta. it

piacenza - ( sim. seg.) Un vertice urgente all'ex Provveditorato per chiarire col direttore provinciale Armando Acri punto per punto il documento rappresentato dalla nuova circolare. Gian Paolo Binelli, coordinatore dei dirigenti scolastici piacentini (e preside dell'Isii Marconi e del Leonardo da Vinci) chiarisce: «Questo documento ha ridefinito le modalità delle attività di programmazione. Di fatto non prevede più una quota per il funzionamento. A questo punto le scuole, in un unico fondo, dovranno vedere come gestirsi rispetto appunto alle spese di funzionamento».
E' su queste voci in particolare, per fare chiarezza e per fornire un'univoca lettura, che i presidi piacentini dovranno riunirsi a Borgofaxhall, presso l'Ufficio scolastico provinciale in occasione del vertice già richiesto da Binelli.
«Un timore concreto - anticipa Binelli - è che se noi dirigenti insieme ai responsabili della parte amministrativa possiamo fare previsioni sulle spese di funzionamento, questa stessa attività di previsione con le supplenze è impossibile, per evidenti motivi».
Il problema, in questa fase, e che appartiene a tutte le scuole, indistintamente, è di costruire bilanci al buio, ovvero, «senza certezza delle spese». Bilanci che, perentoriamente, dovranno essere messi nero su bianco entro febbraio 2010. «Di fatto - dichiara Binelli - gli stanziamenti sono in forte riduzione, ogni scuola solo da pochissimi giorni ne ha ricevuto notizia e sta per mettersi al lavoro».
Altra nota dolente, anzi dolentissima, i crediti vantati nei confronti del ministero. Le scuole piacentine lo scorso 6 ottobre avevano presentato il conto dei debiti che il Ministero dell'istruzione (con il suo attuale nocchiero, Mariastella Gelmini, e i suoi predecessori, Moratti e Fioroni) aveva in sospeso con Piacenza: oltre 5 milioni di euro di cosiddetti "residui attivi", somme che lo Stato aveva comunicato alle scuole di mettere a bilancio per pagare esami e supplenze con la promessa di seguente accreditamento (mai fino ad allora avvenuto), concentrati negli anni scolastici che vanno dal 2006 ad oggi, ma alcuni anche del 2004. Risorse che, facendo un rapido giro d'orizzonte, le scuole piacentine starebbero ancora aspettando. «Se come sembra questi residui attivi non andranno più a finire nell'avanzo di amministrazione - afferma il coordinatore dei presidi piacentini - le manovre sulla cassa sarà purtroppo ridotta. Con la conseguenza di aggravare la crisi di liquidità». L'interrogativo è: dove reperire risorse fresche? «Dagli enti locali è ipotesi poco credibile. Restano le famiglie, ma anche qui l'intenzione nostra è di non gravare sugli studenti. Come al solito il problema più grande affliggerà le scuole più piccole».