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Ma il Consiglio di stato non ci sta: le classi di concorso sono da rifare

Il nuovo impianto non garantirebbe i diritti acquisiti

10/11/2015
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ItaliaOggi

CArlo Forte

Con le nuove classi di concorso i precari rischiano di non poter più lavorare. Perché il nuovo regolamento varato dal governo non tiene conto dei diritti dei docenti precari inseriti nelle graduatorie a esaurimento. E dunque va rifatto. Lo ha stabilito il Consiglio di stato, con un parere emesso il 22 ottobre scorso (numero affare 01370/2015, parere 02930/2015). Il provvedimento, di per sé, non vincola il governo. Ma siccome il giudice amministrativo ha il potere di annullare i decreti in sede giurisdizionale, se l'esecutivo non darà ascolto al Consiglio di stato, il destino del decreto è già segnato. Gli eventuali ricorrenti, infatti, avrebbero gioco facile a far valere in giudizio davanti al Tar Lazio le critiche dei giudici di palazzo Spada. E con ogni probabilità il provvedimento verrebbe cancellato con un colpo di spugna.

Le sentenze di annullamento che vengono emesse dal Tar Lazio (e in via definitiva dal Consiglio di stato) sui decreti hanno il potere di travolgere l'atto impugnato. L'effetto è quello di ingenerare un vuoto normativo, che il governo è tenuto a riempiere emanando un nuovo decreto, attenendosi strettamente ai comandi del Tar. È ragionevole ritenere, dunque, che l'esecutivo accoglierà i suggerimento del Consiglio di stato, conformando il decreto alle direttive dei giudici. In particolare, la sezione consultiva ha fatto rilevare come l'attuale formulazione dello schema di regolamento non sembri adeguatamente garantire la salvaguardia delle posizioni e dei titoli acquisiti per effetto dei percorsi normativi sino ad ora in vigore, né di conseguenza le posizioni degli insegnanti attualmente inseriti nelle graduatorie.

Secondo i giudici di palazzo Spada la previsione, indicata dall'amministrazione, della possibilità da parte dei docenti accorpati di poter insegnare nella nuova classe di concorso non sarebbe sufficiente ad assicurare tale salvaguardia. Idem per quanto riguarda la possibilità di partecipare alle prossime procedure concorsuali.

Perché nel provvedimento non si fa cenno di quale sorte subiranno le posizioni dei docenti già inseriti nelle graduatorie valide al momento della entrata in vigore del regolamento. Per questi motivi, dunque, il collegio ha evidenziato la necessità che, sotto tale profilo, l'amministrazione integri il provvedimento nei termini più appropriati al raggiungimento dell'obiettivo indicato.

Ed ha, quindi, espresso parere favorevole all'ulteriore corso dello schema di regolamento, con le osservazioni formulate in relazione ai profili evidenziati e con l'onere, da parte dell'amministrazione, di integrare il provvedimento nel senso indicato dai giudici.

Così da garantire i diritti acquisiti dai docenti attualmente inclusi nelle graduatorie a esaurimento che, con l'attuale stesura del regolamento, rischierebbero di non poter continuare a lavorare. Lo schema di regolamento varato dal governo è basato, essenzialmente, sul principio di fungibilità delle classi affini. In altre parole la ratio del provvedimento è quella di consentire ai docenti e, dunque, anche ai dirigenti scolastici in sede di assegnazione delle classi, di potersi giovare nella mobilità di una rosa di possibilità più ampia rispetto a quella attuale. Tra le novità del provvedimento, c'è anche quella della introduzione delle classi di concorso nel liceo musicale. Tale previsione consentirà all'amministrazione di indire le selezioni concorsuali per il reclutamento a tempo indeterminato anche dei docenti dei licei musicali e coreutici.