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Manifesto-Cattolici conviene

Cattolici conviene Approvata la legge per l'immissione in ruolo dei docenti di religione. Decide il vescovo Anomalie L'idoneità all'insegnamento rimane al vaglio della diocesi. Ma se verrà ...

16/07/2003
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il manifesto

Cattolici conviene
Approvata la legge per l'immissione in ruolo dei docenti di religione. Decide il vescovo
Anomalie L'idoneità all'insegnamento rimane al vaglio della diocesi. Ma se verrà revocata tocca allo stato assicurare il posto fisso
CINZIA GUBBINI
ROMA
Per quindicimila insegnanti di religione cattolica, babbo natale arriva in pieno luglio: ieri mattina è stata definitivamente approvata la legge che permette la loro immissione in ruolo. Con la camera deserta (380 deputati presenti) e persino lo "scherzo da prete" (l'ordine del giorno è stato cambiato all'ultimo minuto, anticipando la votazione), l'Italia incassa l'ennesima anomalia. Presto lo stato indirà un concorso su base regionale, e lo farà ogni tre anni, per assumere a tempo indeterminato il 70% degli insegnanti di una materia facoltativa, che per di più potranno accedere al concorso solo previo nulla osta da parte della diocesi di appartenenza. Rimane, infatti, prerogativa del vescovo - come stabilito dal Concordato del 1984 e dall'intesa tra il ministero dell'istruzione e la conferenza episcopale del 1985 - la scelta delle persone idonee a insegnare la religione cattolica. Tant'è che il concorso verterà esclusivamente sulla legislazione scolastica e sull'accertamento della "preparazione culturale generale e didattica". Giustamente, lo stato non può sindacare sulla preparazione di un insegnante di religione cattolica. Tuttavia, sarà obbligato a considerarlo al pari di un insegnante che invece a superato concorsi pubblici e, oltretutto, dovrà farsene carico qualora venga "licenziato" dal vescovo. Se infatti la diocesi revocherà l'idoneità - cosa che può accadere in qualsiasi momento, magari perché l'insegnante decide di divorziare, o di avere un figlio fuori dal matrimonio e così via - toccherà allo stato trovare un altro posto di lavoro al docente ricusato, spostandolo verso una cattedra per cui ha i titoli. Va da sé: con diritto di precedenza rispetto a tutti gli altri precari che non sono passati attraverso la benedizione del Vaticano. Altre assurdità? L'idoneità concessa dal vescovo vale solo per la sua diocesi: vietato traferire gli insegnanti "abili" in altre città, almeno che la moralità del docente non sia impeccabile anche per il nuovo vescovo di competenza. In pratica, la chiesa guadagna la posizione di secondo canale per immettere lavoratori nell'apparato statale (e questo non è previsto dai patti lateranensi...), mentre lo stato guadagna quella di "cassa integrazione per il Vaticano", come ha osservato il deputato socialista Roberto Villetti, secondo cui il Concordato firmato da Bettino Craxi "in questo modo viene gravemente alterato". Sul testo di legge le alleanze si sono spaccate: la Margherita ha votato a favore del provvedimento, come aveva già annunciato da tempo scatenando un terremoto nell'Ulivo. Lo stesso dicasi per l'Udeur. Astenuti i cristiano sociali, mentre un altisonante no è arrivato da Giorgio La Malfa che ha definito la legge "un vulnus molto grave in un ordinamento laico, democratico e repubblicano come il nostro". Contrari Ds, Pdci, Verdi e Rifondazione comunista che considerano la legge incostituzionale.

L'antifona dei sostenitori del disegno di legge è sempre la stessa: finora gli insegnanti di religione subìvano una discriminazione, perché destinati a rimanere precari. In realtà, a partire dalla fine degli anni `80, questa categoria di insegnanti - ventimila in tutt'Italia, di cui l'80% laici - ha incassato diverse tutele attraverso i contratti collettivi. E' con questo strumento che, storicamente, si è cercato di definire quelle irrisolte questioni di carattere giuridico - citate nell'intesa - da sempre ventilate per imporre la discussione sul loro status giuridico (discussione che era iniziata durante la scorsa legislatura). Lo spiega il segretario della Cgil scuola, Enrico Panini: "La posizione degli insegnanti di religione è di gran lunga più vicina a quella degli insegnanti di ruolo che non a quella dei precari. Hanno un migliore trattamento sanitario, godono degli scatti di anzianità. Il Governo ha scelto di stravolgere le regole che governano il mercato del lavoro nella scuola, ha abdicato alle proprie responsabilità, in particolare per quanto riguarda la non discriminazione in materia di assunzione". Ricordando che, per la prima volta nella storia italiana, da due anni salta la messa in ruolo degli insegnanti precari, mentre il ministro Moratti continua a falcidiare le cattedre. Aspramente contraria al provvedimento anche l'associazione "Scuola e costituzione": "Lo consideriamo incostituzionale e discriminatorio. Viene aperto un canale di reclutamento del personale della scuola totalmente fuori controllo - dichiara Anna Maria Masini - oltretutto questi docenti avranno garantito un posto di ruolo ad esclusivo, arbitrario e insindacabile avviso dell'autorità cattolica". Purtroppo, osserva Masini, perché la Corte costituzionale possa intervenire occorrerà che un insegnante presenti ricorso contro la legge. Le occasioni, di sicuro, non mancheranno.