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Manifesto-Competizione pubblico-privato"

Competizione pubblico-privato" Berlusconi rinuncia al discorso, ma non alle sue intenzioni "Data l'ora e la musica penso che possiamo concludere qui questo nostro incontro... questo vostro scontr...

21/12/2001
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il manifesto

Competizione pubblico-privato"
Berlusconi rinuncia al discorso, ma non alle sue intenzioni

"Data l'ora e la musica penso che possiamo concludere qui questo nostro incontro... questo vostro scontro". E' uno che sa incassare anche le sconfitte, Silvio Berlusconi. Il premier ripone il discorso a cui dice di aver lavorato a lungo, ma dichiara ugualmente tutte le sue intenzioni: la riforma della scuola "è indispensabile. E che sia indispensabile lo provano acche questi avccadimenti", dice riferito alle contestazioni degli studenti in sala. "La riforma - prosegue - è necessaria perché solo educando tutti alla democrazia e alla libertà si potrà avere un paese civile, dove dissenso e protesta si esprimono attraverso forme producenti". E la ricetta fondamentale di quella riforma si chiama "più competizione tra scuola pubblica e privata: perché solo la competizione migliora la qualità". Trattasi, secondo il premier, di "parità di possibilità con chi è più fortunato. Non una scuola di classe, come la sinistra ci accusa. Esattamente il contrario".
Il governo, insomma, tira diritto nonostante il dissenso della parte preponderante del mondo della scuola. E tira a diritto sulla sua grande menzogna: una scuola "che formi, che faccia uscire cittadini con frote senso critico, con capacità imprenditoriale sopratutto verso se stessi, che sappiano amministrare e implementare le propri conoscenze". La scuola delle tre "I" - informatica, inglese, impresa - che il cavaliere non manca di punteggiare con la sua capacità istroinica: "In francese faccio conferenze, ma la mia conoscenza dell'inglese basta solo per le relazioni personali...".
Perciò, nonostante il flop andato in onda via satellite degli stati generali, Bersconi assicura che "il ministro Moratti è sostenuto dall'intero governo, e in particolare con passione dal presidente del consiglio". Al ministero, invece, giurano che lady Letizia non mangerà il panettone del Natale 2002; non solo per il fiasco di ieri, anche per l'atteggiamento da amministratore delgato impermiabile alla dialettica che proprio non funzione nel dicastero di viale Trastevere.
Fatto sta, comunque, che anche il ministro per gli affari regionali Enrico La Loggia sprona la ministra: lei è stata per due giorni sulle difensive, rettificando e correggendo, La Loggia invece non esclude affatto che il governo possa procedere "per delega" sulla riforma della scuola. Anche perché si tratta di un progetto che, come spiega il premier, deve affiancarsi a quelli "sulle pensioni, sul lavoro, sulla giustizia civile e penale, sulle fondazioni, sulla publica amministrazione, sulla sicurezza... Come dice la mia mamma: è un laurà de la madona...".