Manifesto: E il papa «congela» il Cnr
La nomina di Luciano Maiani bloccata dopo il caso Sapienza Il professore è tra i 67 firmatari dell'appello contro l'invito di Ratzinger all'università Contro di lui la destra
Stefano Milani
Alla fine l'incarico arriverà. Probabilmente in questa settimana. Ma da quando il professore Luciano Maiani ha apposto la sua firma, insieme a quella di altri 66 suoi colleghi, in calce alla famosa lettera in cui si definiva «incongrua» la scelta di invitare il papa all'inaugurazione dell'anno accademico della Sapienza, la sua nomina alla direzione del Cnr ha iniziato a scricchiolare pericolosamente.
Il ministro Mussi aveva individuato il suo nome già dallo scorso dicembre, scegliendolo tra una terna di studiosi di altissimo livello. Già direttore del Cern a Ginevra e dell'Infn, Maiani ha consensi pressoché unanimi nel mondo scientifico internazionale. E' bastata però una firma di dissenso su una lettera, che doveva rimanere all'interno dei confini accademici, a cancellare d'un colpo tutto. Mercoledì scorso, durante un'infuocata seduta in commissione per l'istruzione pubblica al Senato, l'intero il centrodestra, capitanato dal centrista Buttiglione, si è scagliato contro di lui bloccandone la nomina che comunque, fanno sapere dal Cnr, «non è assolutamente a rischio».
Su questa situazione ieri il professor Angelo d'Orsi, docente di storia del pensiero politico all'Università di Torino, ha voluto inserire una piccola postilla al suo appello pubblicato domenica sul manifesto: «Quello che è capitato in commissione è un fatto di una gravità inaudita che ci riporta ai tempi peggiori della storia non solo repubblicana, ma del regime mussoliniano». Un atto di ritorsione della destra, «per la quale il prof. Maiani è incompatibile con l'incarico essendo uno dei docenti dissidenti».
Nel frattempo, oltre 8mila persone, non solo universitari, hanno già firmato un'altra lettera indirizzata al presidente della Repubblica Napolitano e al rettore della Sapienza Guarini, in cui viene espresso «stupore e amarezza per la superficialità con cui esponenti politici e istituzionali di primo piano (tra questi anche il ministro Mussi, ndr) si sono uniti al linciaggio morale cui i firmatati dell'appello sono stati e sono tuttora sottoposti».