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Manifesto: Gelmini: «Ci saranno» Ma l'incertezza resta

I Fondi cancellati in finanziaria

15/11/2009
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il manifesto

Roberto Ciccarelli
Di primo mattino il ministero dell'università smentisce che l'emendamento alla finanziaria trasformato dal Pdl in ordine del giorno al senato sia un taglio ai fondi già stanziati per assumere i giovani ricercatori. Subito dopo il ministro Maria Stella Gelmini, a Verona per il convegno dei popolari liberali del Pdl, formula l'ipotesi che in commissione Cultura e Scuola del senato sia stato presentato un emendamento per ripristinare un vecchio taglio contenuto nella precedente finanziaria. E' una spiegazione che aumenta l'incertezza sugli ottanta milioni stanziati dalla prima finanziaria Prodi. Di quale taglio parla il ministro se l'emendamento in questione serviva a sbloccare i fondi già esistenti in finanziaria?
E' una storia pasticciata quella dei fondi Mussi per il reclutamento dei ricercatori. Il loro regolamento è stato bocciato dalla Corte dei conti. Per utilizzarli è necessario ogni anno approvare un comma che permette di distribuirli in deroga a quanto scritto nella finanziaria del 2007. E' quello che si è cercato di fare venerdì pomeriggio per distribuire la terza tranche e bandire gli ultimi 2000 posti sui 4200 previsti. Guido Possa (Pdl) ha presentato l'emendamento sebbene dal Pd facessero notare che, con la nuova legge sui concorsi approvata quest'anno, non era più necessario approvare il comma. Ma a quel punto, il sottosegretario all'economia Vegas ha chiesto di trasformare l'emendamento in un ordine del giorno visto che mancava la copertura finanziaria. Così non dovrebbe essere, perché i fondi sono a disposizione dal 2006. In poche ore, il Miur ha però trovato una soluzione. I fondi che scadranno il 31 dicembre verranno erogati direttamente alle università «entro due settimane». Un impegno ufficiale che però non si sofferma su un altro problema: con quali regole saranno celebrati questi concorsi? «E' una retromarcia della maggioranza - commenta Luca Schiaffino dell'associazione 20 maggio - C'è però un altro elemento da valutare. I fondi Mussi sono cofinanziati. Il Miur dà il 50 per cento per ogni posto, il resto lo mettono gli atenei. Con i tagli voluti dalla Gelmini non potranno più farlo. Le nuove assunzioni porteranno il rapporto tra le spese fisse per il personale e il fondo ordinario al di sopra del 90 per cento che è la soglia oltre la quale l'università diventa finanziariamente non virtuosa». E' quanto sta accadendo per il finanziamento del 2008 che resta per la gran parte nelle casse degli atenei che hanno bandito solo 250 posti, più o meno un quarto. «Nel governo regna sovrana la confusione - afferma Francesco Sinopoli (Flc-Cgil) - La Gelmini dovrebbe implementare il piano straordinario voluto da Mussi che era già debole». Per Andrea Capocci della rete romana dei dottorandi e dei ricercatori precari «Laboratori precari», da questo incidente esce l'immagine di un ministro debole: «Serve ad una politica economica fatta di rigore di bilancio e di razionalizzazione di una spesa che non guarda al futuro dell'università. Come al solito, Tremonti comanda, Gelmini obbedisce».