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Manifesto-Il fiume e la pertica

Il fiume e la pertica ROBERTA CARLINI L'autunno sarà all'insegna delle pensioni, ma intanto l'estate porta il segno dei pensionati. Morti. Si muore di caldo non è più un modo di dire nell...

16/08/2003
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il manifesto

Il fiume e la pertica
ROBERTA CARLINI
L'autunno sarà all'insegna delle pensioni, ma intanto l'estate porta il segno dei pensionati. Morti. Si muore di caldo non è più un modo di dire nell'Europa del cambiamento climatico e dei deficit in ordine. In Francia, dove lo stato funziona di più, dopo qualche giorno di pressione dei medici e dei media il governo ha ammesso: si muore di caldo, e ha fatto anche il conto delle persone - quasi tutte anziane, molte forse già ammalate - che non hanno retto all'afa. In uno scritto del secolo scorso in difesa del welfare state, Federico Caffè raccontò l'apologo di una tribù che aveva tra i suoi usi quello di spingere i vecchi con una pertica nel centro del fiume e lasciare che la corrente li portasse via. Così risolvevano il problema di coloro che non erano più in grado di lavorare ma pretendevano ancora di mangiare. Vogliamo tornare a fare la stessa cosa, magari in forma meno brutale e più moderna?, si chiedeva Caffè difendendo, anni fa, pensioni, sanità, assistenza: i beni pubblici.

L'apologo della pertica e del fiume torna in mente in queste ore, con la conta dei "morti di caldo". Magari non sono morti solo di caldo, forse la temperatura è una concausa, ci dicono gli esperti: insieme all'età, alla malattia, alla forza di volontà, alla solitudine... Fatto sta che improvvisamente scopriamo che siamo - tutta l'Europa - vecchi. Improvvisamente vediamo - nelle panchine dei parchi cittadini che bruciano, nei supermercati a "rubare" l'aria condizionata o nei crocchi dei fortunati che siedono nelle piazze di paese - l'immagine reale della "crescita negativa" della popolazione. Siamo vecchi, abbiamo introdotto anche una parola nuova nel vocabolario per la nostra assistenza: badante, peccato che sia arrivata prima la parola che i documenti per i giovani stranieri che fanno questo mestiere.

Siamo vecchi, ma facciamo finta di niente. Adesso i sindaci dicono: bisognerebbe ripensare l'assistenza, la prevenzione, la sanità. Così come dopo l'alluvione si dice: bisognerebbe fare un piano sul territorio. Ma in realtà qualcosa la siamo facendo. Ad esempio, tutto il dibattito sulle pensioni è centrato sull'invecchiamento della popolazione. Solo che la soluzione va nella direzione del fiume e della pertica: meno pensioni per i vecchi del futuro. Anche sulla sanità, la vecchiaia incide: più malattie, più spese. La soluzione? Mutue integrative, e chi non le ha pagate giù verso il fiume. E' la legge dei bilanci, dicono (e qui da noi chi governa di bilanci se ne intende).

Solo che quando quei numeri diventano persone e gli eventi naturali ci mettono lo zampino, scopriamo che sarebbe meglio fare i bilanci partendo dai bisogni - quel che ci serve - e in base a questo "cercare" i soldi. Discorsi banali? Non più di quelli sul tempo che fa e il caldo che si muore.