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Manifesto-In classe di catechismo

SCUOLA In classe di catechismo Partita la circolare che impone il crocefisso agli studenti e spazi di "meditazione" in tutti gli istituti statali Letizia Moratti Croce in classe. Plaudono famigl...

14/12/2002
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il manifesto

SCUOLA
In classe di catechismo
Partita la circolare che impone il crocefisso agli studenti e spazi di "meditazione" in tutti gli istituti statali
Letizia Moratti Croce in classe. Plaudono famiglie e familisti. Insorgono tutti i sindacati (anche cattolici), gli studenti e i presidi
STEFANO CASELLI
Spazi riservati a momenti di raccoglimento e meditazione in ogni scuola per tutte le fedi religiose. E' l'ultima idea della Moratti. La novità è contenuta nella circolare n.2666 del 3 ottobre 2002, la stessa che lo scorso settembre fece sobbalzare sui banchi dell'opposizione i parlamentari presenti per question time del ministro dell'istruzione. Allora la signora Brichetto annunciò che "a tutela della tradizione cristiana del nostro paese" in ogni aula scolastica avrebbe dovuto obbligatoriamente essere appeso un crocefisso. Ora, forse con l'intenzione di dribblare le accuse di confessionalismo, il ministero propone che "nel rispetto delle diverse appartenenze, convinzioni e credenze, ogni istituzione scolastica, nell'ambito della propria autonomia, renda disponibile un apposito ambiente da riservare - fuori dagli orari di servizio - a momenti di raccoglimento e meditazione dei diversi componenti della comunità scolastica". Insomma, un colpo al cerchio e un colpo alla botte, un colpo al principio della laicità dell'istruzione e un contentino per chi non appartiene alle tradizioni cristiane del nostro paese.

La proposta - al di là della velletarietà del merito (iniziative di questo tipo possono benissimo essere intraprese da qualunque istituto scolastico nell'ambito della propria autonomia) - ha provocato numerose reazioni. Se da una parte esultano Alleanza nazionale (per il crocifisso) e l'Associazione genitori (per il crocifisso e per i luoghi di meditazione), dall'altra sono molti a essere perplessi o nettamente contrari.

I sindacati inanzitutto. Per Daniela Colturani dell Cisl, l'iniziativa del ministero è un'ulteriore manifestazione di un'ingerenza "quasi ossessiva" in una scuola che dovrebbe essere autonoma ma che in realtà è "continuamente eterodiretta". Viene fatta oggetto di una circolare una questione "che dovrebbe aver a che fare con il buon senso dei presidi e degli insegnanti". Dello stesso parere Enrico Panini della Cgil, secondo cui "crocefissi e luoghi di culto non si decretano per circolare. Si dimentica che la nostra è una repubblica laica ed è ora di cominciare a rispettare anche i laici". Per Massimo Di Menna della Uil "la scuola non è sede di esercizio di culto. Il rispetto delle diverse religioni si esplica anzitutto attraverso le attività didattiche degli insegnanti".

Una maggiore attenzione allo studio della storia delle religioni come strumento di integrazione è una precisa richiesta dell'Uds, che ha definito "inaccettabile" l'idea di imporre un crocefisso in ogni aula e "assurda" l'idea degli spazi di meditazione per non cristiani: "Direttive che rasentano il ridicolo. - sostiene Claudia Pratelli - E' inapplicabile, non abbiamo nemmeno le aule per studiare e si parla di nuovi spazi all'indomani di una finanziaria che disinveste drammaticamente, specie per quanto riguarda l'edilizia scolastica. Dei tanto sbandierati stanziamenti speciali annunciati dopo la tragedia del Molise non c'è traccia".

Ma ciò che più preoccupa gli studenti laici è un'idea di gestione della scuola pubblica che tanto si avvicina a modelli più affini a quella privata (cattolica in particolare), dove gli alunni - per forza se piccini, per facoltà se grandicelli - sono accompagnati nello studio da programmi di formazione religiosa. L'intenzione di prescrivere spazi di culto nella scuola pubblica ne è un segnale. "E' la linea politica che ci preoccupa - continua Claudia Pratelli - non tanto la privatizzazione tout court della scuola pubblica, quanto un modello di gestione privatistivca della scuola considerato del tutto naturale. I tagli costringono gli istituti a reperire finanziamenti all'esterno e non si può pretendere che chi paga sia del tutto disinteressato. Noi pensiamo che la scuola debba essere sottratta a queste logiche neoliberiste".

Forti critiche anche dall'Associazione nazionale presidi: "Meditazione e raccoglimento non sono tra le finalità della scuola, che è la sede per la riflessione critica sulle problematiche dell'uomo e per questo deve essere attrezzata, con edifici a norma, aule, biblioteche e spazi adeguati".