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Manifesto-L'aula di religione

SCUOLA L'aula di religione In votazione il ddl Moratti. Scontro sull'assunzione dei docenti selezionati dalla curia Deve statre molto a cuore alla maggioranza la questione dello status giuridico ...

05/12/2002
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il manifesto

SCUOLA
L'aula di religione
In votazione il ddl Moratti. Scontro sull'assunzione dei docenti selezionati dalla curia
Deve statre molto a cuore alla maggioranza la questione dello status giuridico degli insegnanti di religione, o forse poco importa di amnistia e indulto. Sta di fatto che ieri la Camera ha approvato una mozione che, invertendo l'ordine del giorno, ha imposto all'aula di votare prima gli emendamenti al progetto di legge Moratti e poi di esaminare le proposte di modifica dell'articolo 79 della Costituzione. Forte di una maggioranza più che trasversale - la Margherita ha già annunciato il suo voto favorevole - la normativa che equipara in tutto e per tutto i professori di religione ai colleghi di tutte le altre materie, è in dirittura d'arrivo a Montecitorio, in attesa della discussione al Senato prevista per gennaio.

Il punto più controverso del breve testo (sei articoli) riguarda il sistema previsto per l'assunzione a tempo indeterminato. Se infatti - a differenza di questo previsto finora dagli accordi fra Stato e Chiesa - i futuri insegnanti dovranno superare concorsi per titoli ed esami indetti su base regionale, per potervi accedere i candidati dovranno ancora essere in possesso dell'attestato di idoneità rilasciato dall'autorità ecclesiastica.

Tutto ciò, oltre che provocare censure anticonfessionali a sinistra, potrebbe creare non pochi problemi a livello di mercato del lavoro. Tra le giuste cause di risoluzione del contratto infatti, il progetto di legge prevede anche il ritiro da parte della diocesi del certificato di idoneità. Quindi un insegnante di religione che per qualunque motivo cadesse in disgrazia presso la curia, potrebbe di buon grado essere rimosso dall'incarico, ma non per questo - e per fortuna - privato dell'abilitazione all'insegnamento. Ma privato dell'idoneità il docente "inidoneo" verrebbe automaticamente inserito nelle graduatorie per altre classi d'insegnamento a danno dei colleghi non di religione. "Il tutto", spiega Alba Sasso, deputata Ds, "grazie a un concorso che non non si conclude - come tutti gli altri - con una graduatoria, ma con un semplice elenco su cui l'autorità diocesana opera le sue scelte".

Il rischio, dunque, è la creazione di un vero e proprio canale concorrente - e privilegiato - per l'immissione in ruolo. La previsione che la mobilità ad altro insegnamento non possa avvenire se non dopo cinque anni di effettivo insegnamento non soddisfa l'opposizione. Secondo l'onorevole Villetti (Sdi), il provvedimento creerebbe addirittura "un sistema di cassa integrazione a vita nella scuola pubblica, valevole solo per gli insegnanti di religione, indicati dalla diocesi, ma che poi la stessa decide di licenziare per motivi di ortodossia religiosa".La votazione finale, dopo il rinvio di ieri sera, è prevista per oggi.

I primi concorsi saranno banditi non prima della primavera 2003 e garantiranno l'immissione in ruolo di circa quindicimila insegnanti, il settanta per cento circa dei ventimila docenti attualmente in carica. Per la copertura finanziaria sono stati stanziati poco più di 19 milioni di euro.