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Manifesto-Mai visto

Mai visto RICCARDO BARENGHI La guerra è arrivata. E' gia cominciata o comincerà tra poche ore. L'ultimatum, quell'ultimatum tanto ridicolo quanto tragico è ormai scaduto, la diplomazia ha finito...

20/03/2003
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il manifesto

Mai visto
RICCARDO BARENGHI
La guerra è arrivata. E' gia cominciata o comincerà tra poche ore. L'ultimatum, quell'ultimatum tanto ridicolo quanto tragico è ormai scaduto, la diplomazia ha finito il suo lavoro, l'Onu è ridotta in pezzi, la politica scompare dalla scena e le armi prendono il suo posto. Il mondo è diviso, spaccato in due. Quelli che vogliono la guerra sono in minoranza, in netta minoranza, ma la guerra la fanno lo stesso. Quelli che la guerra non la vogliono sono tre quarti dell'umanità, sono decine e decine di paesi, sono le istituzioni internazionali, la logica, la ragionevolezza, il buon senso. Non raggiungono il loro scopo oggi, ma mai nella storia sono stati tanto forti. Mai nessuno aveva visto decine e decine di milioni di persone scendere in piazza una, due tre volte per fermare questa avventura di sangue; mai nessuno aveva visto governi non certo pacifisti prendere posizioni così nette contro la guerra; mai nessuno aveva visto le opinioni pubbliche schierarsi così decisamente per la pace e spesso contro i loro stessi governi che pure avevano votato. E' un patrimonio dell'umanità, e non sarà seppellito nella sabbia irachena.

E proprio oggi che parlano le armi bisognerà che queste persone, questi milioni di persone alzino ancora di più la propria voce per farsi sentire. Ogni giorno di guerra dovrà essere un giorno per parlare di pace: la vera battaglia non sarà tra i bombardieri angloamericani, i loro missili, le loro truppe e ciò che resta dell'esercito iracheno; la vera battaglia è tra la logica della guerra e l'ideale della pace. Vincerà la prima solo se il secondo rinuncerà a lottare e le lascerà il campo libero. Altrimenti, certamente non oggi e neanche domani, ma prima o poi quella logica sarà sconfitta: a meno che non si intenda calpestare (bombardare) due terzi dell'umanità.

Ma quella logica che oggi si afferma, non sta in piedi da sola ma grazie a qualcuno che in piedi la tiene. Il presidente Bush negli Stati uniti e il primo ministro Blair in Gran Bretagna sono le sue colonne portanti, Aznar e Berlusconi i capitelli. Il primo è un miracolato, ha vinto le elezioni per broglio ricevuto e deve ringraziare gli assassini dell'11 settembre se alla Casa bianca ancora lo chiamano mister President; il secondo era un faro della sinistra europea (capace di abbagliare parecchie falene di casa nostra) e adesso può rimanere in piedi solo grazie ai voti dei suoi avversari: che lo lasceranno cadere nella polvere oppure lo trasformeranno nel loro leader; il terzo lasciamo perdere ché non abbiamo spazio da perdere.

Ci piacerebbe lasciar perdere anche il quarto ma purtroppo non possiamo. Venti giorni fa, il 28 febbraio, ci aveva comunicato che "un intervento militare senza l'Onu sarebbe stato nefasto". Ieri è venuto in parlamento a spiegarci che questa guerra è legittima anzi giusta anzi sacrosanta. Non la faremo solo perché Bush non ci vuole e forse perché se la facessimo cadrebbe il governo. Ma politicamente, moralmente, spiritualmente siamo anche noi in Iraq. E infatti le nostre basi e il nostro spazio aereo sono a disposizione dei bombardieri angloamericani. Nonostante l'opinione pubblica contraria a questa guerra, nonostante il papa, nonostante Ciampi, nonostante la Costituzione. Nonostante tutto.

Ma non sarà indolore questa scelta di Berlusconi, già il suo governo scricchiola con Casini e i suoi uomini stretti tra la "scomunica" papale e la fedeltà al capo, con la popolarità dello stesso capo che crolla nei suoi ex amati sondaggi, con il cuore dell'Europa che sta dall'altra parte, con milioni di elettori del centrodestra che si sono pentiti di averlo votato e non è affatto detto che lo rivoteranno.

Bene hanno fatto allora i partiti del centrosinistra e della sinistra a unirsi contro la guerra, contro le basi, contro Berlusconi. Per una volta, la volta giusta, sono stati capaci di rappresentare la stragrande maggioranza degli italiani. Sperando che non resti solo una mozione.