Iscriviti alla FLC CGIL

Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Manifesto-Scuola a handicap

Manifesto-Scuola a handicap

Scuola a handicap Con la devolution, rischio per i disabili CI.GU. Andrea Canevaro, uno dei massimi esperti italiani sull'integrazione dei bambini diversamente abili nella scuola, è autore del tes...

04/12/2002
Decrease text size Increase text size
il manifesto

Scuola a handicap
Con la devolution, rischio per i disabili
CI.GU.
Andrea Canevaro, uno dei massimi esperti italiani sull'integrazione dei bambini diversamente abili nella scuola, è autore del testo che ieri - durante il convegno della Cgil - è stato interpretato dai bambini della scuola di Montesano, in provincia di Salerno. La storia del "Bambino che diventò un rospo" racchiude, tra ironia e drammaticità, le vicende di un bambino abbandonato nei pantani degli istituti psicopedagogici e ri-trasformato in essere umano dalle carezze e dai baci di due lavandaie, che riescono laddove hanno fallito eserciti di "specialisti". Professore di pedagogia presso l'ateneo di Bologna e autore del libro "I bambini che si perdono nel bosco", per lui "in una scuola-supermarket, dove vige lo shopping della `didattica speciale' c'è il rischio che non esista più una scuola unitaria".

Professore, quali sono le prospettive per gli alunni diversamente abili nella scuola italiana?

La scuola italiana ha uno standard molto avanzato, che ha elaborato negli anni. Basti considerare il numero degli studenti diversamente abili che studiano nelle università. La storia dell'integrazione di queste persone nel mondo scolastico ha ormai trent'anni. Certo, l'Italia funziona a macchie di leopardo, quindi non ovunque si riscontrano gli stessi livelli di qualità. Quello che si stava cercando di fare era, appunto, uniformarli.

Cosa ne pensa della "devolution", che nell'ottica dei suoi sostenitori dovrebbe renedere i servizi più "efficaci", più vicini all'utente?

In questi campi non si può procedere con la logica dell'"ognuno fa da sé". Non si possono operare "scombinamenti" di questo genere, non è sensato né in ambito scolastico, né in ambito sanitario. La regionalizzazione porta delle disfunzioni in rapporto ai percorsi formativi, senza contare che le università, e la ricerca, non lavorano per bacini di utenza regionali. Anzi, bisognerebbe curare piattaforme molto più allargate, che ad esempio tengano conto di profili professionali non solo nazionali ma europei.

Quali sono i rischi concreti?

Allarmante è la prospettiva che si crei un sistema per cui dipende da chi sei, e sei hai il portafoglio ben fornito. In questo caso trovi il logopedista bravo, e tutti i servizi necessari. Altrimenti ti metti in fila, e se hai fortuna trovi il bravo specialista. In questo modo si finisce per chiedere: ma perché pago le tasse?