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Manifesto-Scuola, firmato il contratto

Scuola, firmato il contratto 147 euro in più. Soddisfatti Cgil, Cisl, Uil e Snals. I Cobas: "Non è lo stipendio europeo" Estenuanti trattative per arrivare alla stipula dell'accordo. I giudizi s...

17/05/2003
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il manifesto

Scuola, firmato il contratto
147 euro in più. Soddisfatti Cgil, Cisl, Uil e Snals. I Cobas: "Non è lo stipendio europeo"
Estenuanti trattative per arrivare alla stipula dell'accordo. I giudizi si dividono: c'è chi ricorda che il ministero ha dovuto retrocedere su molti punti e chi trova gli aumenti "mortificanti". Il ministro: "Si tratta di un investimento notevole di risorse che valorizza il ruolo degli insegnanti"
CINZIA GUBBINI
ROMA
Doposette mesi di estenuanti trattative e a un anno e mezzo dalla scadenza del contratto, il comparto scuola incassa la stipula del nuovo accordo per il triennio 2002-2005. Un risultato tutt'altro che scontato, viste le richieste al limite del "golpe" avanzate dal ministero, e che porta qualche soldo in più nelle buste paga degli insegnanti e dei lavoratori della scuola. Il contratto è stato firmato da Cgil, Cisl, Uil e Snals, mentre la Gilda ha abbandonato il tavolo delle trattative qualche giorno fa perché, rende noto la Direzione, "era ormai chiaro che non vi sono le condizioni per compiere nessun serio passo avanti". Parlano di un "buon contratto", invece, le rappresentanze sindacali che ieri hanno apposto la firma, spuntandola sul rischio che la conclusione delle trattative superasse la fase elettorale. Ma quanto guadagneranno in più, nei prossimi 3 anni, gli insegnanti (circa 850 mila) e il personale non docente (circa 260 mila) della scuola italiana? L'aumento medio mensile è di 147 euro per gli insegnanti: 89 di incremento di stipendio, 35 di aumento medio sulla retribuzione professionale e 14 per il Fondo destinato alla contrattatzione integrativa. 9 euro, invece, copriranno il costo del conglobamento dell'indennità integrativa speciale in modo da permettere una buonuscita più alta per chi andrà in pensione dopo il primo gennaio 2003. Il personale tecnico-amminsitrativo (Ata) invece aumenta il proprio stipendio mensile di 93 euro, suddiviso in 65 euro per lo stipendio base, 9 per il compenso individuale accessorio e 10 per le risorse della contrattazione integrativa. Anche per gli Ata è stato "strappato" il conglobamento dell'indennità integrativa speciale. Ma soprattutto sono stati disinnescati una serie di ricatti messi in campo dal ministero: l'attacco alla contrattazione di istituto, il tentativo di mettere tutto il potere nelle mani dei dirigenti scolastici (mentre l'accordo rimette al centro il ruolo del consiglio dei docenti), la richiesta di negare a chi usufruisce di un permesso lungo per malattia di percepire la retribuzione professionale. Per il personale precario, invece, è stata assicurata la possibilità di percepire la retribuzione intera in caso di gravi patologie temporaneamente o permanentemente invalidanti. E' stata congelata, inoltra, la spinosa questione del sistema di carriere per gli insegnati, cosa di cui si rammarica lo Snals.

"Questo contratto è una vittoria - afferma invece Enrico Panini, segretario generale della Cgil scuola - al di là del merito, che io considero buono, si ribadisce una struttura democratica all'interno della scuola dell'autonomia, il collegio dei docenti vede riconfermate le sue prerogative. Contemporaneamente c'è un investimento di risorse, che non sono state regalate, ma sono state conquistate dopo mesi di lotta, uno sciopero generale, e numerose iniziative". Anche la sinsitra della Cgil scuola, condivide il giudizio del segretario "I punti critici - osserva Beniamino Lami di Cambiare Rotta - rimangono i cinque profili professionali detrminati per gli Ata e il mancato conglobamento della retribuzione professionale differenziata, che in questo modo rimane non pensionabile". Soddisfatta anche la Cisl, il segretario del settore scuola, Daniela Colturani commenta: "E' stato salvaguardato il potere d'acquisto e soprattutto, quegli spazio di democrazia che devono contraddistinguere la vita della scuola dell'autonomia". Di parere diametralmente opposto Piero Bernocchi dei Cobas, secondo cui il contratto siglato ieri può essere definito un "Contratto miseria". "Sono lontani gli "stipendi europei" - afferma - visto che, al netto delle tasse e delle trattenute, lo stipendio base aumenta solo di 60 euro". Bernocchi - che propone di sottoporre il contratto a referendum tra il personale della scuola - si sofferma anche sul taglio degli organici: "In totale i tagli di cattedre alle superiori raggiungono i 18 mila posti; 56 mila quelli alle elementari e alle medie. Con tutti questi soldi risparmiati, la Moratti poteva concedere qualche soldo in più, invece di una mancia". Polemico anche il sindacato Gilda: "Lo stipendio europeo resta una chimera - dice il segretario Alessandro Ameli - la trattativa non ha avviato, neanche timidamente, il riconoscimento della specificità del ruolo docente".

Secondo il ministro dell'istruzione, l'ineffabile Letizia Moratti - che si è complimentata con Aran e sindacati per "la lunga trattativa svolta che ha portato a un risultato positivo per tutti" - il contratto firmato ieri invece "Riconosce, anche economicamente, l'importante ruolo svolto dagli insegnanti". Giudizi divergenti nel centrosinistra. Se Margherita e Ds salutano con favore l'avvenuta stipula del contratto - pur ribadendo l'opposizione alla riforma della scuola e ricordando l'ostilità della parte pubblica nelle trattative - i Verdi ritengono che "gli incerementi in busta paga sono ben miseri se paragonati all'incremento del costo della vita, per il quale i prezzi si sono europeizzati".