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Manifesto-Scuola, tutto il potere ai presidi

Scuola, tutto il potere ai presidi Approvato dalla commissione cultura della Camera il disegno di legge sulla riforma degli organi collegiali IAIA VANTAGGIATO - ROMA Un genitore a garanzia dell...

22/02/2002
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il manifesto

Scuola, tutto il potere ai presidi
Approvato dalla commissione cultura della Camera il disegno di legge sulla riforma degli organi collegiali
IAIA VANTAGGIATO - ROMA

Un genitore a garanzia dell'utenza e al comando dei nuclei di valutazione; consigli di scuola presieduti da dirigenti scolastici; ricorso minimo - nonché discrezionale - agli esperti esterni peraltro privi di diritto di voto. Sono bastati due giorni alla commissione cultura della camera per definire l'architettura dei nuovi consigli di scuola e approvare il testo definitivo del disegno di legge di riforma degli organi collegiali che approderà in aula ai primi di marzo.
La maggioranza gongola per la vittoria ottenuta mentre sinistra e centrosinistra promettono battaglia. In aula e nel paese come dichiara Titti De Simone - capogruppo del Prc in commissione - che esorta la sinistra a impegnarsi per una mobilitazione unitaria.
Di "testo ottimo" parla dal canto suo Fernando Adornato che della commissione è presidente: "si tratta di un provvedimento orientato ai criteri della semplicità, linearità e responsabilità". Proprio quello che ci vuole, conclude, per realizzare l'autonomia. Soddisfatta anche la sottosegretaria Valentina Aprea: non solo il testo è tale e quale a come lo aveva concepito la maggioranza ma la sua ispirazione appare financo "rispettosa del nuovo quadro giuridico istituzionale".
Quante alle voci intonate al coro, possiamo fermarci qui. Per il resto è una pioggia di dissensi. La parlamentare Ds Alba Sasso, membro della commissione cultura, definisce il disegno di legge licenziato ieri un "gran pasticcio", frutto di una filosofia della scuola che relega i docenti in un ruolo marginale affidando loro una funzione "di solo indirizzo" e che lascia persino la gestione della didattica nelle mani di un amministratore delegato. E' passata, insomma, l'idea di scuola di Fi, come precisa Giovanni Manzini della Margherita: una amministrazione che detta le linee politiche, operatori che eseguono e utenza che può solo protestare. E sull'aziendalismo ritorna anche De Simone denunciando "la formulazione verticistica, burocratica e autoritaria" del provvedimento. "Si tratta di una legge - sostiene - che penalizza duramente studenti e personale Ata e che, attraverso la figura del garante dell'utenza, porta a pesanti intromissioni nella libertà di insegnamento".
Per non parlare - come sottolinea Piero Bernocchi dei Cobas - di tutti i lavoratori della scuola che vengono privati di qualsiasi potere decisionale e sottoposti, per giunta, al controllo di un organo di valutazione di stampo aziendale". Affidato, giova ripeterlo, a un genitore che ha il compito di giudicare quanto docenti e personale Ata - per i quali non è previsto neanche un posto nel consiglio di scuola - si attengano ai criteri dell'azienda.
Sul piede di guerra anche la Cgil, più innofensivamente "contrariata" la Cisl, preoccupati per le norme sui docenti Gilda e Snals.