Iscriviti alla FLC CGIL

Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Manifesto-Uno sciopero contro i tagli

Manifesto-Uno sciopero contro i tagli

Uno sciopero contro i tagli Convegno Cgil con docenti, imprenditori e amministratori. Si moltiplicano le ragioni dello sciopero. Piccole aperture del governo. Lettera di Epifani alla Rai PAOLO ANDR...

16/10/2002
Decrease text size Increase text size
il manifesto

Uno sciopero contro i tagli
Convegno Cgil con docenti, imprenditori e amministratori. Si moltiplicano le ragioni dello sciopero. Piccole aperture del governo. Lettera di Epifani alla Rai
PAOLO ANDRUCCIOLI
Giudizi sospesi quelli dei sindacati del pubblico impiego e degli amministratori locali sulle possibili modifiche della legge finanziaria per il 2003. E' questa la sintesi di una giornata densa di incontri che si è aperta con la riunione tra il ministro della funzione pubblica Franco Frattini e i sindacati del pubblico impiego, per continuare con due riunioni del governo con i rappresentanti degli enti locali: prima i comuni, poi in serata le regioni. Sia i sindacati che gli amministratori locali hanno parlato di parziali aperture da parte del governo perché da una parte Frattini si è detto disponibile a cercare le risorse per il rinnovo dei contratti pubblici, mentre Gianni Letta e Giuseppe Vegas hanno detto che il governo è disponibile a ragionare su un possibile compromesso a proposito delle risorse destinate dalla finanziaria agli enti locali. I possibili punti di intesa potrebbero essere un ripensamento sul blocco delle spese, sul recupero dell'Iva a livello locale e il parziale sblocco delle assunzioni (50% del turn over). Ma ieri sia l'Anci, l'associazione nazionale dei comuni, sia i rappresentanti delle regioni hanno deciso di rimandare il giudizio politico, aspettando le proposte tecniche definitive. Situazione analoga per il pubblico impiego dove sono stati fatti dei passi avanti, dando mandato all'Aran di avviare "la pratica contratti", ma senza formulare cifre. E senza cifre, spiega il segretario della Cgil, Gian Paolo Patta, "nessun contratto può essere valutato. Aspettiamo dunque le prossime mosse e la prossima convocazione".

Intanto la Cgil ritiene che siano confermate, anzi rafforzate e moltiplicate le ragioni dello sciopero generale di dopodomani. Ieri il segretario generale, Guglielmo Epifani, ha ripercorso tutte le critiche del suo sindacato e ha detto che il paese sembra andare alla deriva. Nella trimestrale di marzo si potrebbe avere novità molto pesanti sul debito, mentre il governo invece di cercare di rilanciare l'economia ha messo in piedi una manovra tardiva che avrà esiti opposti. Epifani ha anche scritto una lettera a Antonio Baldassarre, presidente della Rai. La Cgil, oltre a criticare una sorta di oscuramento dello sciopero sulla grande stampa e in tv, sollecita una visibilità per la giornata di venerdì, durante la quale i lavoratori sciopereranno per 8 ore. Ieri la Cgil, per analizzare meglio e comunicare i punti dello sciopero ha organizzato un seminario a cui hanno partecipato docenti universitari, amministratori locali, imprenditori ed esperti della pubblica amministrazione come Paolo De Ioanna. All'invito della Cgil ha risposto anche il responsabile della Confindustria del mezzogiorno, Francesco Rosario Averna che ha ribadito tutte le sue critiche alla finanziaria sintetizzando con una ricostruzione cronologica le incongruenze del governo Berlusconi. Dopo il Patto per l'Italia del 5 luglio, ha ricordato Averna, a fine luglio è stato colpito il credito di imposta, in agosto il bonus per l'occupazione, a settembre la Dit e ora in ottobre la finanziaria che trasforma gli incentivi in prestiti. "Su tutte queste critiche siamo d'accordo con voi", hanno detto Beniamino Lapadula e Marigia Maolucci della Cgil, ma certo sarebbe ora conseguente una disdetta del Patto di luglio da parte di Confindustria, ha detto Epifani. "Nel giudizio sul sud siamo in completa sintonia con voi", ha detto Averna che si augura di vedere anche Epifani ai prossimi tavoli con il governo. "Allora potreste aderire allo sciopero generale", è stata la battuta dei sindacalisti. "E no - la risposta del dirigente confindustriale - sullo sciopero abbiamo idee un po' diverse".

Il professor Marcello Messori ha voluto prendere sul serio le affermazioni del governo su "una finanziaria di rigore e di sviluppo". Ma alla fine della sua analisi economica ha concluso che quella del governo Berlusconi è una finanziaria senza rigore, né sviluppo, dato che il grosso della manovra si basa su operazioni "una tantum" (come il condono) che hanno esiti incerti anche dal punto di vista delle entrate di cassa. In più si commettono errori gravi anche nel campo delle privatizzazioni (come per l'affare Eni-Enel), mentre anche le operazioni fiscali non si tradurranno affatto in una redistribuzione e nella diminuzione delle ineguaglianze. Anche per il professor Franco Gallo è partito dalla questione fiscale per spiegare la vera natura di queste manovre. E per Gallo, oltre a saltare il principio delle progressività, qui rischia di saltare il principio di legalità. In più - oltre a tradursi in un ginepraio mai visto (la somma del calcolo per stabilire l'ammontare secondo i nuovi coefficienti, la doppia dichiarazione, la dichiarazioni preventiva, ecc.) - la manovra fiscale di un governo "federalista" si traduce nel suo esatto contrario. Ovvero si blocca il processo di decentramento e autonomia amministrativa rimettendo in discussione non solo la Costituzione, ma anche le sentenze delle Corte costituzionale.

Infine Causi (bilancio del comune di Roma) e Bubbico (presidente della regione Basilicata) hanno spiegato gli effetti perversi della finanziaria sulle risorse delle amministrazioni locali. Per il rappresentante del comune di Roma, se non interverranno novità, agli enti locali verrà lasciata solo una scelta: tagliare i servizi sociali e aumentare le tariffe. Per Bubbico siamo all'umiliazione del sud e di tutti gli sforzi degli amministratori che in questi anni hanno lottato contro il degrado e l'abbandono del meridione. Testimonianza delle difficoltà degli imprenditori nel sud viene anche da Alessandro Laterza secondo il quale c'è una cosa ancora più velenosa dei tagli: l'incertezza per il futuro.