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Mattino-La scuola che verrà

LA SCUOLA CHE VERRÀ ELENA ROMANAZZI Si entra a scuola come docenti di ruolo e si esce sempre allo stesso modo. Non servono a nulla trent'anni di insegnamento se non ad accumulare un po' di anzia...

24/04/2003
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Il Mattino

LA SCUOLA
CHE VERRÀ
ELENA ROMANAZZI
Si entra a scuola come docenti di ruolo e si esce sempre allo stesso modo. Non servono a nulla trent'anni di insegnamento se non ad accumulare un po' di anzianità e ad avere uno stipendio più alto dei nuovi arrivati. L'unico sistema per fare carriera all'interno della scuola italiana è quello di imboccare la strada del dirigente scolastico, gli attuali capi d'istituto. Per gli altri insegnanti non esiste nulla del genere e su questo problema il ministro della Pubblica istruzione da tempo sta verificando come poter introdurre un sistema di promozione all'interno delle istituzioni scolastiche. E di carriera si parla senza mezzi termini nella bozza del nuovo contratto nazionale di lavoro in discussione in questi giorni: 117 articoli, 419 pagine in tutto. Si tratta di un testo unico che raccoglie le norme sia di carattere contrattuale sia di carattere legislativo. Un book consegnato dall'Aran prima di Pasqua ai sindacati di categoria e che il Mattino è in grado di anticipare.
Docenti sotto esame. Articolo 9, obiettivi generali del contratto nazionale di lavoro: è qui che si parla di carriera dei docenti legata ad un complesso sistema di valutazione. In sostanza, la proposta avanzata ai sindacati dal ministero è quella di "sviluppare strumenti che valutino il raggiungimento dei livelli di apprendimento da parte degli allievi in varie classi d'età". L'obiettivo, si legge sempre nel documento, è "la costruzione di una scuola di alto e qualificato profilo", che consenta agli alunni il "conseguimento dei migliori livelli di apprendimento". È proprio questo, infatti, secondo l'Aran, uno degli indicatori principali "per valutare, nel merito, la qualità dell'insegnamento erogato nelle scuole" e la capacità dei docenti a svolgere il loro ruolo. La carriera "non dovrà - si legge sempre nell'articolo 9 - prescindere da questi elementi qualitativi".
Un primo sistema di valutazione dell'apprendimento degli alunni e della qualità d'offerta d'insegnamento all'interno del sistema italiano è stato inaugurato in via sperimentale l'anno scorso. Su più di diecimila scuole, hanno aderito 7.500 istituti. Il progetto gestito dall'Invalsi (Istituto nazionale per la valutazione del sistema dell'istruzione) diventerà strumento obbligatorio di controllo - parole del ministro Letizia Moratti - entro la fine della legislatura, e questo per rendere l'intero sistema più trasparente. Cosa accadrà se il livello di apprendimento degli alunni di una classe sarà mediocre? A questa domanda la bozza del contratto non risponde, rimandando la questione ad una successiva commissione di studio composta dal Miur, dall'Aran e dai sindacati, che avrà l'obiettivo di istituire i meccanismi di carriera entro la fine del 2003.
Scuole in consorzio. Per i progetti contro l'emarginazione scolastica nelle aree a rischio cambiano le regole. Ogni direttore regionale - si legge nelle proposte - stipulerà con le organizzazione sindacali un contratto integrativo per indicare i criteri di accesso delle scuole al fondo destinato a questi istituti, gli obiettivi di lotta all'emarginazione scolastica da conseguire e i sistemi di rilevazione. Le scuole delle aree più a rischio potranno accedere ai fondi speciali non più presentando singoli progetti ma consorziandosi in rete.
Molestie sessuali. Si parla anche di questo nel book. Alla bozza del contratto è stato allegato lo schema di un codice di condotta da adottare nella lotta contro le molestie sessuali nell'ambito del lavoro. Per molestia, recita l'articolo 1, si intende un atto o comportamento indesiderato, anche verbale, a connotazione sessuale arrecante offesa alla dignità e alla libertà della persona che lo subisce. Per tutti i lavoratori e le lavoratrici viene sancito il diritto a denunciare eventuali intimidazioni o ritorsioni subite sul luogo di lavoro. Viene istituita la figura del Consigliera/Consigliere, come previsto dalla risoluzione datata '94 del Parlamento Europeo. Queste nuove figure hanno il potere di mediare informalmente all'interno dell'ambiente di lavoro.