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Messaggero-Anconca-Le bidelle scrivono a Ciampi

di LEILA BEN SALAH FABRIANO '#8212; Sono più di una trentina le bidelle delle scuole elementari e materne fabrianesi che rischiano il posto di lavoro. E per non perdere il personale, il personal...

20/11/2002
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Il Messaggero

di LEILA BEN SALAH

FABRIANO '#8212; Sono più di una trentina le bidelle delle scuole elementari e materne fabrianesi che rischiano il posto di lavoro. E per non perdere il personale, il personale Ata si è rivolto tramite un ricorso addirittura al presidente della Repubblica. Pochi giorni fa è arrivata la risposta dal segretario generale di Ciampi, Marcello Romei, che chiede la documentazione necessaria per analizzare il caso. "E' un segno di speranza - afferma l'avvocato Maria Di Bartolomeo, che segue la vicenda da più di un anno - significa che il nostro discorso è stato preso in considerazione". Il punto è che le bidelle lavorano da dieci, vent'anni nelle scuole fabrianesi, ma sono sempre state dipendenti di una cooperativa e non direttamente del Comune. Ora, il decreto ministeriale del 2000, poi ereditato dal ministro Moratti, prevede invece che solo quella parte del personale Ata che dal 1997 al 2000 ha avuto trenta giorni di servizio direttamente alle dipendenze del Comune può accedere alla graduatoria. Insomma, le bidelle hanno decine di anni di lavoro alle spalle ma tutti al servizio della cooperativa e non direttamente del Comune. E' per questo motivo che hanno fatto ricorso al capo dello Stato. Ricorso con cui sono state iscritte in graduatoria con riserva, il che significa che se Ciampi rispondesse negativamente loro sarebbero escluse dalla graduatoria e perderebbero il posto di lavoro. "Noi chiediamo al Comune un'opera di sensibilizzazione verso questo problema - continua la Di Bartolomeo - in modo da riconoscere l'operato attivo di queste persone nella scuole. Sono tutte persone apprezzate e conosciute, i bambini fabrianesi sono cresciuti assieme a loro". Le bidelle si sono anche rivolte al senatore Forlani che si è impegnato a presentare un'interrogazione al ministro Moratti nella quale si legge che "la disposizione del decreto ministeriale 13.12.00 n.430 comporta un'evidente discriminazione tra lavoratori utilizzati per decenni dagli enti locali ed oggi dallo Stato ma non retribuiti direttamente dagli stessi, e lavoratori che hanno lavorato per lo Stato soltanto trenta giorni ma sono stati retribuiti direttamente da esso. Ciò evidenzia una palese violazione dei principi di imparzialità, trasparenza ed eguaglianza tra i lavoratori e impedisce la valutazione delle loro capacità professionali acquisite, peraltro, con anni di lavoro al servizio della collettività". "Per noi questo lavoro è fondamentale - spiega una delle bidelle - Il rischio è di trovarsi senza nulla o di andare a fare le collaboratrici domestiche privatamente".