Iscriviti alla FLC CGIL

Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Messaggero: Cgil: decreto Brunetta penalizza la salute

Messaggero: Cgil: decreto Brunetta penalizza la salute

Il ministro: mai esistite assenze per visite

27/01/2009
Decrease text size Increase text size
Il Messaggero

ROMA (27 gennaio) - La Funzione pubblica e la Federazione lavoratori della conoscenza della Cgil hanno inviato al governo, ai gruppi parlamentari di maggioranza e di minoranza, ai partiti, la richiesta di intervenire contro il decreto Brunetta inserito nella manovra, per «porre rimedio ad una scelta iniqua e gravemente lesiva della salute dei pubblici dipendenti». In particolare Fp Cgil e la Flc denunciano un «aspetto particolarmente grave della legge», su cui hanno annunciato di aver già raccolto in pochi giorni 50.000 firme: «In base alla normativa - dicono - i lavoratori nel pubblico impiego non potranno sottoporsi a visite periodiche preventive, se non con danno economico».
L'articolo 71 della legge, infatti, introduce norme che colpiscono la malattia dei pubblici dipendenti, norme che sono ribadite e, se possibile, estese nella loro applicazione dalle circolari interpretative emanate dalla presidenza del Consiglio, dipartimento della Funzione pubblica. Secondo il sindacato «le donne del pubblico impiego in gravidanza non potranno tutelare se stesse e il loro bambino, se non perdendo soldi, e spesso dovranno rinunciare con tutte le conseguenze che possono esserci per la loro salute e quella del bambino. Oltre ad essere una norma iniqua, è una scelta miope perché la mancanza di prevenzione avrà costi altissimi per la comunità».
Brunetta: assenze per visite periodiche non sono mai esistite. Il decreto Brunetta non prevede alcuna modifica sulle assenze per visite periodiche perché mai queste assenze sono state previste dalla legge: è quanto precisa nella sostanza una nota del dipartimento della Funzione pubblica in riferimento alle denunce della Cgil sulle norme previste dalla legge. «Si fa presente che tali norme riguardano esclusivamente le assenze per malattia e che già prima della loro entrata in vigore non erano previste assenze per le visite periodiche preventive - scrive il Ministero - In questo caso i lavoratori possono utilizzare dei permessi orari previsti nei contratti collettivi. Del resto la normativa attuale è identica a quella del settore privato e, anche per quanto riguarda le donne in gravidanza, essa non ha modificato le disposizioni preesistenti sui congedi parentali». Il Ministero ricorda infine che la legge 133 sulle assenze penalizza solo la parte del trattamento accessorio, cioè la parte destinata alla produttività, e non lo stipendio.