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Messaggero: E ora assunzione a rischio per 2.100 giovani precari

Gli 80 milioni di euro stanziati dall’ex governo Prodi per assumere nuovi ricercatori universitari nel 2009 rischiano di tornare nelle casse del Tesoro e di essere destinati ad altro scopo

14/11/2009
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Il Messaggero

di ALESSANDRA MIGLIOZZI

ROMA - Gli 80 milioni di euro stanziati dall’ex governo Prodi per assumere nuovi ricercatori universitari nel 2009 rischiano di tornare nelle casse del Tesoro e di essere destinati ad altro scopo. Addio posto fisso, in quel caso, per migliaia di giovani studiosi precari. Al Senato, infatti, è saltato l’emendamento alla Finanziaria che consentiva di sbloccare questi fondi che, se non saranno spesi entro il 31 dicembre prossimo, saranno tolti dal bilancio del ministero dell’Università per tornare in quello dell’Economia. “Una possibilità assai concreta”, sentenziano i ricercatori dopo quanto accaduto ieri a palazzo Madama: l’emendamento bipartisan promosso dal Pdl e firmato da Lega, Udc e Pd per far partire lo stanziamento è stato trasformato in un ordine del giorno. Vale a dire che il Parlamento fa solo un invito al governo a spendere questi soldi, nessun obbligo insomma. E finora l’esecutivo non si è mosso in questa direzione. Il problema sarebbe sempre lo stesso: il Tesoro non vuole allargare i cordoni della borsa. Lo ha lasciato intendere qualche giorno fa il sottosegretario all’Istruzione Giuseppe Pizza che, intervenendo in commissione Istruzione alla Camera, ha ammesso che la situazione “crea imbarazzo” ma spera che “possano esserci degli spiragli positivi da parte dell’Economia”.
Gli 80 milioni (40 servono per le nuove assunzioni, 2.100 posti in tutto, 40 per pagare gli stipendi delle leve “arruolate” nel 2007 e nel 2008) sono stati stanziati con la Finanziaria 2007 e vincolati ad un provvedimento mai andato in porto, per questo vanno sbloccati. Di fatto si tratta dell’ultimo treno per fare assunzioni a tempo indeterminato: con la riforma dell’università della Gelmini ci saranno solo contratti a termine per i ricercatori. Ma le speranze sono sempre più flebili. Al Senato il Pdl ha difeso con forza il proprio emendamento, ma non ce l’ha fatta. Il governo ne ha chiesto più volte il ritiro e ieri mattina è stato trasformato in un ordine del giorno. “Purtroppo è andata così - commenta il senatore di maggioranza Giuseppe Valditara - speriamo che alla Camera si apra qualche spiraglio”. “Il ministro Gelmini ci chiede di collaborare per la riforma dell’Università - aggiunge il senatore Pd Antonio Rusconi - ma poi il governo taglia il futuro ai giovani in questo modo”. Dall’Apri, l’associazione dei precari della ricerca parlano di “vicenda assurda. Se anche alla Camera si confermerà questo orientamento la Gelmini infliggerà l’ultimo colpo a migliaia di ricercatori”. Anche i dottorandi dell’Adi sono in fibrillazione: “E’ reale il rischio che questi fondi vadano persi- dice il segretario Fernando D’Aniello- si tratta dell’ennesimo gesto di indifferenza nei confronti dei giovani ricercatori