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Messaggero-L'opposizione abbandona l'aula: È un manifesto privo di copertura finanziaria

Mercoledì 19 Febbraio 2003 La riforma dei cicli/Il provvedimento passa con 258 voti a favore. L'opposizione abbandona l'aula: "È un manifesto privo di copertura finanziaria" Scuola, sì all'ant...

19/02/2003
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Il Messaggero

Mercoledì 19 Febbraio 2003
La riforma dei cicli/Il provvedimento passa con 258 voti a favore. L'opposizione abbandona l'aula: "È un manifesto privo di copertura finanziaria"
Scuola, sì all'anticipo a 5 anni e mezzo
La Camera approva la riforma Moratti, ora al Senato per il varo definitivo
di ANNA MARIA SERSALE

ROMA - La Camera ha approvato la riforma della scuola. La maggioranza ha votato compatta, l'opposizione ha abbandonato l'aula in segno di protesta. I voti a favore sono stati 258, sei i contrari, quattro gli astenuti. In aula l'Ulivo ha dato battaglia: "E' un provvedimento-manifesto, privo di copertura finanziaria, passato con la blindatura imposta dal governo". "Un disastro - sostiene Alba Sasso, parlamentare dei Ds - riporta la scuola indietro di cento anni e consegna il Paese a un destino di declino". "Testo confuso", è il parere di Pietro Squeglia, anche lui dell'Ulivo. E Titti De Simone, di Rifondazione: "Una scuola che precarizza sempre di più gli insegnanti". "Si torna al passato, quando studiare era un privilegio per pochi e il lavoro precoce una condanna per troppi", accusa il segretario della Cgil-Scuola, Enrico Panini.
Il provvedimento è stato varato, ma dovrà tornare in Senato per il via libera definitivo. La Camera dei deputati, infatti, ha approvato due emendamenti voluti dalla Commissione Bilancio per sanare il problema della copertura finanziaria. Si tratta di due correzioni "tecniche" necessarie, altrimenti la legge rischia l'incostituzionalità. Anticipo dell'età scolare, studio di una lingua straniera e utilizzo del computer già dalla prima elementare, diritto-dovere di istruzione e formazione fino a 18 anni e "doppio canale" per le superiori: l'obbligo scolastico può essere assolto indifferentemente a scuola o nei centri di formazione regionale. E per i docenti riforma del reclutamento: l'abilitazione si consegue con corsi di laurea specialistica ad accesso programmato, sulla base delle previsioni dei posti disponibili.
"Ora siamo più vicini all'Europa - ha dichiarato soddisfatta Letizia Moratti, subito dopo il voto dell'aula - È un risultato molto positivo. Abbiamo cercato di lavorare su una riforma, che ha come obiettivo quello di innalzare la qualità della scuola e di dare a tutti una istruzione personalizzata, che garantisca opportunità di successo e la possibilità di avere un percorso formativo adatto alle proprie capacità e, quindi, coerente con le proprie vocazioni". Ma per arrivare al voto unanime il ministro e il governo hanno dovuto dare garanzie all'Udc. Se l'opposizione è stata liquidata in aula con una raffica di emendamenti bocciati, l'Udc no. I sette ordini del giorno presentati dal leader Rocco Buttiglione, ministro delle Politiche comunitarie, sono stati accolti. Con gli ordini del giorno l'Unione dei democratici cristiani si è assicurata possibili modifiche alla legge, quando verranno definiti i decreti legislativi (trattandosi di una legge-delega il governo ha 24 mesi di tempo per i singoli decreti).
Non solo l'opposizione, dunque, ha dato filo da torcere. Il partito di Casini non ha mai nascosto di avere delle riserve sulla legge. Il governo ha scelto la linea della compattezza. Ma l'Unione dei democratici cristiani prima di votare "sì" ha chiesto e ottenuto garanzie su una serie di punti delicati: la tutela degli insegnanti di sostegno (gli specializzati non abilitati con la nuova legge rischiano di perdere il posto anche se insegnano da anni, ndr); la necessità di introdurre gradualmente l'anticipo dell'età scolare; una maggiore equità tra i docenti abilitati secondo i sistemi tradizionali e quelli usciti dalle Scuole universitarie di specializzazione; la salvaguardia delle caratteristiche di certi istituti tecnici e professionali che rischiano di sparire travolti dai licei e dal passaggio di competenze alle Regioni; infine regole per la formazione iniziale dei docenti. "Il ministro Moratti - ha detto Buttiglione - ha assicurato che prima di approvare i decreti ci sarà un confronto".