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Messaggero-Scuola, bocciate le graduatorie dei prof-Il Consiglio di Stato respinge l'appello della Moratti: criteri da rivedere

Venerdì 6 Dicembre 2002 Su richiesta del ministro dell'Istruzione ora i giudici di Palazzo Spada dovranno i...

06/12/2002
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Il Messaggero


Venerdì 6 Dicembre 2002
Su richiesta del ministro dell'Istruzione ora i giudici di Palazzo Spada dovranno indicare le nuove regole
Scuola, bocciate le graduatorie dei prof
Il Consiglio di Stato respinge l'appello della Moratti: criteri da rivedere
di ANNA MARIA SERSALE

ROMA - "Appello respinto", con due parole secche la VI Sezione del Consiglio di Stato, presieduta da Giorgio Giovannini, ha detto "no" ai criteri per le graduatorie permanenti della scuola. Viene ritenuto illegittimo il cumulo dei punti. Anche la suprema Corte amministrativa concorda con le posizioni del Tar. Un centinaio di precari si era rivolto ai giudici amministrativi dell'Umbria: questi gli hanno dato ragione e bocciato l'ordinanza del ministro. Letizia Moratti ha modificato la circolare, ma anche la seconda è stata contestata e poi bocciata dal Tar del Lazio. "Le graduatorie sono da rifare", sentenziano i sindacati, che hanno cavalcato la protesta degli scontenti. Nessuno, però, avvia battaglie in attesa di una seconda sentenza di Palazzo Spada, stavolta definitiva, che dovrebbe fare chiarezza sui criteri di assegnazione dei punti. L'alta Corte, infatti, dovrà rispondere al quesito posto dalla stessa Moratti. "Ma l'orientamento dei giudici appare evidente - sostengono Cgil, Cisl e Uil - C'è da aspettarsi che anche la seconda sentenza confermi il divieto di cumulare i punti".
Il rifacimento delle graduatorie potrebbe essere un terremoto per la scuola. Il ministero dell'Istruzione sa che dovrà evitarlo e ha deciso di rinviare tutto al prossimo anno: "Rivedremo i criteri, ma le nomine fatte non verranno messe in discussione a lezioni avviate". La Moratti per riportare la pace nella scuola è pronta a riequilibrare i criteri di assegnazione dei punteggi, riconoscendo qualche cosa in più ai precari, che potrebbero avere meno titoli, ma "più servizio" rispetto a chi ha frequentato le Ssis. Un primo passo è stato già fatto. Camera e Senato hanno votato due distinti ordini del giorno. I senatori affermano che deve essere assicurata "equità di trattamento" nell'attribuire il punteggio ai precari e a chi si specializza nelle Università. I deputati di Montecitorio ammettono anche che le "vigenti modalità di accesso all'insegnamento possono creare disparità". In entrambi i casi viene "impegnato il governo alla revisione dei criteri".
Non c'era altra via d'uscita. Anche l'ordinanza del 14 giugno era stata bocciata dal Tar del Lazio che l'aveva definita "falsamente interpretativa di sentenze che dicono il contrario". Due gli appelli del ministro a Palazzo Spada: il primo per chiedere la sospensiva della sentenza del Tar dell'Umbria, il secondo per ottenere dai giudici un'indicazione "super partes" sui criteri da adottare.
Tutto è cominciato dal cumulo dei punti delle Ssis al servizio prestato nella scuola, anche in contemporanea ai corsi. I precari si sono ribellati ed è scoppiato il finimondo.
E' sempre più difficile conquistare una cattedra. Poche professioni riservano un iter tanto lungo e defaticante: il traguardo è incerto, si rischia di restare precari a vita e i soldi sono pochi. La strada dell'insegnamento non è più agevole come negli anni Settanta, quando la scuola di massa ha reclutato perfino universitari ancora privi del titolo di laurea. Da anni bisogna rimboccarsi le maniche, stringere i denti e non farsi "scavalcare" dal vicino di graduatoria. L'ingresso è ad imbuto e nella speranza di guadagnare terreno tutti combattono senza esclusione di colpi. Ecco perché sul calcolo dei "punti" è scontro tra precari d'annata e frequentatori delle Scuole di specializzazione.