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Messaggero-Scuola, scontro sugli aumenti legati all'apprendimento

sindacati bocciano l'ipotesi del Governo Scuola, scontro sugli aumenti legati all'apprendimento ROMA - "La carriera non può essere vincolata ai livelli di apprendimento degli alunni, i meriti di u...

24/04/2003
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Il Messaggero

sindacati bocciano l'ipotesi del Governo
Scuola, scontro sugli aumenti legati all'apprendimento
ROMA - "La carriera non può essere vincolata ai livelli di apprendimento degli alunni, i meriti di un professore non possono essere misurati in questo modo. Ci vorrebbe, semmai, un criterio scientifico che tenga conto dei livelli di partenza dei ragazzi". E' il "no" secco dei sindacati che bocciano la proposta dell'Aran. L'agenzia governativa per la contrattazione sul pubblico impiego, anche se nel contratto in discussione non si dovranno decidere le carriere, vorrebbe comunque introdurre un principio: "Il livello di apprendimento come uno degli indicatori principali per valutare la qualità dell'insegnamento".
Per i sindacati, quella del governo, non è altro che una "provocazione". Le reazioni sono improntate ad un secco rifiuto perché, dicono i rappresentanti dei professori, "non sono proponibili questi meccanismi". "Sembra tutto frutto di improvvisazioni casuali" afferma Enrico Panini, segretario della Cgil-scuola. Panini aggiunge: "Dovrebbe essere un contratto di svolta, non è accettabile che ci siano proposte unidirezionali, che lasciano fuori i diretti interessati". E la Cgil propone un referendum. Anche Massimo Di Menna, segretario generale della Uil scuola, è categorico: "La proposta dell'Aran non entrerà neppure a far parte della piattaforma contrattuale. Non riguarda questo contratto e, così come è stata prospettata, non troverà applicazione in alcuno dei prossimi". Le considerazioni del segretario della Uil Scuola sono chiarissime: "Lo sanno tutti gli insegnanti, e credo lo capisca anche chi insegnante non è: il profitto di un alunno o di una classe è legato a tutti i docenti che hanno contribuito alla formazione dei singoli studenti". Insomma, fa capire Di Menna, l'insegnante che, ad esempio, si prende cura degli alunni della prima classe di un istituto superiore eredita anche il profitto dovuto al lavoro dei colleghi che lo hanno preceduto.
Intanto, il ministro dell'Istruzione Letizia Moratti ha rilanciato i contenuti della riforma: non solo inglese e informatica fin dalla prima elementare, ma, nel corso della scuola primaria, anche l'"educazione all'affettività, alla salute, all'ambiente, alla cittadinanza, all'attività motoria e sportiva". Nei piani di studio non si parlerà più tanto di materie, sottolinea il ministro, ma di "educazioni". Quanto alle risorse per l'anticipo dell'età scolare, la Moratti ha ricordato che sono già scritte nella legge: 12 milioni per il 2003, 45 per il 2004, 65 per il 2005.

A. Ser.