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Messaggero-Statali, mancano i soldi per comuni e sanità

Statali, mancano i soldi per comuni e sanità Impossibile riconoscere aumenti a medici, infermieri e al personale degli enti locali ROMA '#8212; Se non ci fossero le autonomie locali, i contratti...

21/01/2003
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Il Messaggero

Statali, mancano i soldi per comuni e sanità
Impossibile riconoscere aumenti a medici, infermieri e al personale degli enti locali
ROMA '#8212; Se non ci fossero le autonomie locali, i contratti dei dipendenti pubblici si potrebbero già firmare. Perché, aldilà delle proteste ufficiali, a bassa voce i sindacati lasciano intendere che con le risorse previste dalla Finanziaria e con un po' di buona volontà da parte del governo il modo per concludere la trattativa si può trovare. Per la scuola i soldi ci sono, stando agli impegni presi dal ministro Moratti (sempre che il Tesoro li confermi). Per ministeri, parastato, università aziende autonome una soluzione si trova. L'unico problema al momento impossibile da risolvere, dunque, riguarda gli enti locali: i comuni, le province, le regioni. E la sanità, cioè medici, infermieri e personale amministrativo delle asl.
Enti locali e sanità
Sono un milione e 300 mila persone, mica bruscolini: la metà dei lavoratori pubblici (escludendo forze armate e polizia). I soldi per i loro rinnovi contrattuali non devono essere indicati dalla Finanziaria, a pagare gli aumenti infatti non è lo Stato centrale bensì le rispettive amministrazioni. Ma per le amministrazioni locali la Finanziaria ha ordinato un'ulteriore stretta di bilancio, fissando un tetto molto basso all'aumento delle spese correnti. In altre parole, alle condizioni attuali negli enti locali e nella sanità il rinnovo dei contratti non si può neppure immaginare. Ecco la ragione principale per cui finora la trattativa tra i sindacati e l'Aran (l'agenzia che rappresenta il governo e le amministrazioni decentrate nei rinnovi contrattuali) non sono neppure cominciate: non solo quelle per la sanità e per gli enti locali ma anche quelle dei comparti dove i soldi ci sono come la scuola. Come uscirne? Cgil, Cisl e Uil sperano di sbloccare la situazione questa settimana. Domani c'è un incontro con il ministro della Funzione pubblica Luigi Mazzella, incontro che potrebbe essere risolutivo. Se il governo autorizzasse una maggiore elasticità nella gestione di bilancio di regioni, province e comuni si farebbe un bel passo avanti.
La scuola
La trattativa sembrerebbe la più facile, vista la maggiore disponibilità finanziaria: il ministro della Pubblica istruzione ha assicurato che per gli aumenti al personale si potranno utilizzare anche i risparmi ottenuti negli ultimi anni grazie alle riduzione degli organici e delle spese in generale. Ma il Tesoro, che deve autorizzare l'uscita dei liquidi, è d'accordo? La Cgil teme che ci sia qualche difficoltà, Cisl e Uil sembrano più tranquilli.
Statali
Anche se finora le richieste dei sindacati non sono state pienamente accolte, per gli altri dipendenti dello Stato centrale (ministeri, enti previdenziali, vigili del fuoco) un accordo non sembra così lontano. Si tratta più che altro di spostare sul salario fisso gli euro inizialmente stanziati per i premi di produttività: il Tesoro non spende un centesimo più del previsto ma i dipendenti fanno un buon affare perché gli aumenti restano a regime in busta paga. Così per un ministeriale medio, ad esempio, ci sarebbero in arrivo fra i 100 e i 105 euro lordi di salario mensile in più.

Pie. P.