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Messaggero-Torna di moda il Classico.Dopo il boom dell'istruzione tecnica i giovani riscoprono le Lettere

Torna di moda il Classico Dopo il boom dell'istruzione tecnica i giovani riscoprono le Lettere I sindacati: "E' una svolta" di ANNA MARIA SERSALE ROMA - Il liceo sta tornando di moda. I giova...

16/05/2002
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Il Messaggero

Torna di moda il Classico
Dopo il boom dell'istruzione tecnica i giovani
riscoprono le Lettere
I sindacati:
"E' una svolta"
di ANNA MARIA SERSALE

ROMA - Il liceo sta tornando di moda. I giovani lo hanno rivalutato. La scuola formativa per eccellenza stavolta non si limita a mantenere le posizioni, ma guadagna terreno. E' la rivincita della cultura di base sulle iperspecializzazioni che il mercato brucia sempre più velocemente. I giovani hanno capito che dovendo cambiare lavoro almeno due volte nella vita è meglio avere strumenti culturali per riciclarsi e aggiornarsi. Così, per la scuola delle élite, quella che nelle intenzioni di Giovanni Gentile doveva formare la "classe dirigente", è il momento della riscossa.
Il Parini e il Beccaria a Milano, il D'Azeglio a Torino, il Virgilio, il Mamiani, il Tasso, il Visconti e il Cavour a Roma, ma anche l'Andrea Doria a Genova e il Genovesi a Napoli, insomma i licei più prestigiosi d'Italia, hanno registrato un aumento di richieste nel mese di gennaio, durante le pre-iscrizioni. Non ci sono ancora dati ufficiali, lo hanno evidenziato i sindacati nel corso di un convegno. Il prestigio del liceo non si era mai appannato. L'interesse dei giovani però si era affievolito. Non per disaffezione, ma perchè la scuola di massa aveva portato con sè lo sviluppo dell'istruzione tecnica. Ora c'è un'inversione di tendenza: l'incremento riguarda in particolare i licei classici ed in questo caso la fuga dalle scuole a futura gestione regionale non c'entra neanche un po'. "In alcune realtà locali, anche piccole - rileva Daniela Colturani, Cisl - c'è stato un picco di domande, tanto che si è passati da 3-4 classi di quarto ginnasio ad oltre dieci classi".
"Nelle riunioni fatte nelle scuole per discutere di riforma e di contratto - dicono i Confederali - abbiamo colto i segnali del cambiamento". Da che cosa nasce la rivalutazione del liceo? "Molti giovani - sostengono i professori - cercano orizzonti culturali più ampi". Le specializzazioni da sole non bastano. Ne è la prova un processo di avvicinamento ai licei da parte di molti istituti tecnici, che hanno posto più attenzione allo studio delle materie umanistiche e introdotto filosofia e storia dell'arte.
Secondo Cisl e Uil la nuova tendenza sarebbe una conseguenza dei cambiamenti introdotti dalla riforma. "Gli istituti professionali - raccontano i sindacati - verranno gestiti dalle Regioni, non più dallo Stato. E le famiglie temono il declassamento di queste scuole in serie "C"". "Si sta determinando uno spostamento dell'utenza e dei docenti verso i licei - sottolinea il segretario generale della Cisl-Scuola Daniela Colturani - Ci sono troppe incertezze sui nuovi percorsi ed i loro contenuti e sulla definizione dei titoli in uscita. Perciò genitori e studenti si cautelano". Il ministero dell'Istruzione smentisce: "Non c'è alcun calo nei professionali, le prenotazioni sono nella media".
L'utenza dei professionali, comunque, difficilmente emigra nei licei. Il cambio di mano tra Stato e Regioni probabilmente poco incide sulla svolta. "Lo spostamento - sottolinea ancora la Colturani - ha riguardato soprattutto i licei pedagogici, ritenuti più facili e quindi più abbordabili". "Qualche incertezza ha riguardato anche i tecnici - spiega Massimo Di Menna, leader della Uil scuola - Non è escluso che anche una parte di questi istituti passi alle Regioni. Ecco perché molti giovani hanno preferito il liceo". "Ma dopo il boom dell'istruzione tecnica negli Anni Ottanta e Novanta - racconta Marta Serangeli, docente di Lettere a Roma - c'è un ritorno agli studi classici, d'indirizzo umanistico e scientifico. Il fenomeno nasce dalla ricerca di livelli formativi più elevati".

I sindacati:
"E' una svolta"
di ANNA MARIA SERSALE

ROMA - Il liceo sta tornando di moda. I giovani lo hanno rivalutato. La scuola formativa per eccellenza stavolta non si limita a mantenere le posizioni, ma guadagna terreno. E' la rivincita della cultura di base sulle iperspecializzazioni che il mercato brucia sempre più velocemente. I giovani hanno capito che dovendo cambiare lavoro almeno due volte nella vita è meglio avere strumenti culturali per riciclarsi e aggiornarsi. Così, per la scuola delle élite, quella che nelle intenzioni di Giovanni Gentile doveva formare la "classe dirigente", è il momento della riscossa.
Il Parini e il Beccaria a Milano, il D'Azeglio a Torino, il Virgilio, il Mamiani, il Tasso, il Visconti e il Cavour a Roma, ma anche l'Andrea Doria a Genova e il Genovesi a Napoli, insomma i licei più prestigiosi d'Italia, hanno registrato un aumento di richieste nel mese di gennaio, durante le pre-iscrizioni. Non ci sono ancora dati ufficiali, lo hanno evidenziato i sindacati nel corso di un convegno. Il prestigio del liceo non si era mai appannato. L'interesse dei giovani però si era affievolito. Non per disaffezione, ma perchè la scuola di massa aveva portato con sè lo sviluppo dell'istruzione tecnica. Ora c'è un'inversione di tendenza: l'incremento riguarda in particolare i licei classici ed in questo caso la fuga dalle scuole a futura gestione regionale non c'entra neanche un po'. "In alcune realtà locali, anche piccole - rileva Daniela Colturani, Cisl - c'è stato un picco di domande, tanto che si è passati da 3-4 classi di quarto ginnasio ad oltre dieci classi".
"Nelle riunioni fatte nelle scuole per discutere di riforma e di contratto - dicono i Confederali - abbiamo colto i segnali del cambiamento". Da che cosa nasce la rivalutazione del liceo? "Molti giovani - sostengono i professori - cercano orizzonti culturali più ampi". Le specializzazioni da sole non bastano. Ne è la prova un processo di avvicinamento ai licei da parte di molti istituti tecnici, che hanno posto più attenzione allo studio delle materie umanistiche e introdotto filosofia e storia dell'arte.
Secondo Cisl e Uil la nuova tendenza sarebbe una conseguenza dei cambiamenti introdotti dalla riforma. "Gli istituti professionali - raccontano i sindacati - verranno gestiti dalle Regioni, non più dallo Stato. E le famiglie temono il declassamento di queste scuole in serie "C"". "Si sta determinando uno spostamento dell'utenza e dei docenti verso i licei - sottolinea il segretario generale della Cisl-Scuola Daniela Colturani - Ci sono troppe incertezze sui nuovi percorsi ed i loro contenuti e sulla definizione dei titoli in uscita. Perciò genitori e studenti si cautelano". Il ministero dell'Istruzione smentisce: "Non c'è alcun calo nei professionali, le prenotazioni sono nella media".
L'utenza dei professionali, comunque, difficilmente emigra nei licei. Il cambio di mano tra Stato e Regioni probabilmente poco incide sulla svolta. "Lo spostamento - sottolinea ancora la Colturani - ha riguardato soprattutto i licei pedagogici, ritenuti più facili e quindi più abbordabili". "Qualche incertezza ha riguardato anche i tecnici - spiega Massimo Di Menna, leader della Uil scuola - Non è escluso che anche una parte di questi istituti passi alle Regioni. Ecco perché molti giovani hanno preferito il liceo". "Ma dopo il boom dell'istruzione tecnica negli Anni Ottanta e Novanta - racconta Marta Serangeli, docente di Lettere a Roma - c'è un ritorno agli studi classici, d'indirizzo umanistico e scientifico. Il fenomeno nasce dalla ricerca di livelli formativi più elevati".