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Nuova Sardegna-Troppi secondi fini nella riforma Moratti"

Troppi secondi fini nella riforma Moratti" CAGLIARI. "Non sono d'accordo che la scelta tra liceo e formazione professionale avvenga a 13 anni di età e non ho molto fiducia nelle cosiddette passe...

13/12/2002
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Nuova Sardegna

Troppi secondi fini nella riforma Moratti"

CAGLIARI. "Non sono d'accordo che la scelta tra liceo e formazione professionale avvenga a 13 anni di età e non ho molto fiducia nelle cosiddette passerelle. Quando il passo è fatto è molto difficile tornare indietro". Lo ha detto Dario Antiseri, epistemologo, ordinario della Luiss di Roma intervenendo in città al convegno "La riforma della scuola italiana e le sue motivazioni" organizzato dall'Istituto Regionale di Ricerca Educativa della Sardegna. "Cambierò idea - ha aggiunto - quando ai corsi professionali si iscriveranno i figli dei deputati e dei senatori della nostra Repubblica".
"O ancora di più - ha detto davanti a una platea di circa 300 tra presidi, insegnanti della scuola elementare e della materna nonchè docenti della secondaria - quando questo settore di formazione diverrà altamente teorico. Vorrei, inoltre, sapere in base a quale riscontro oggettivo sia stato introdotto il "maestro prevalente. E' forse emerso che tre insegnanti hanno fatto danni?".
Antiseri, che non ha risparmiato critiche al nuovo esame di maturità, affermando che con la formula della Commissione "interna" si abbassa l'impegno di studenti e docenti, ha incentrato l'intervento sul come costruire una mente "ben fatta". Qualunque attività scientifica - ha osservato - porta alla soluzione di problemi cioè a dare risposte a domande che non le hanno. L'insegnamento per problemi è quindi il percorso idoneo a costruire il pensiero critico. Nei nostri licei scientifici l'unico lavoro serio di ricerca è la traduzione di latino. E' infatti l'ambito in cui si procede per ipotesi e falsificazione, in cui l'errore diventa stimolo per apprendere e per lasciare spazio alla creatività. Il resto non è scienza".
Introducendo il tema dell'incontro, il Presidente dell'Irre Gabriele Uras ha illustrato il quadro generale di riferimento dell'iniziativa, finalizzata a fare il punto sullo stato delle cose. Dopo aver richiamato le linee guida della Riforma, di cui si attende l'esito dell'esame della Camera dei Deputati, e la legge sulla "devolution" ha messo l'accento sulla realtà dell'isola. "La Sardegna - ha ricordato - partecipa alla sperimentazione con nove scuole, distribuite in tre delle quattro province. Mentre il calendario politico mette all'ordine del giorno i grandi temi della riforma del sistema scolastico e della modifica della carta costituzionale non si può interrompere la riflessione e la ricerca sullo scopo di tanto affaticarsi intorno ai problemi di struttura. E' inevitabile domandarsi quali sono le finalità".
In mattinata Silvano Tagliagambe, componente della Commissione Giuseppe Bertagna e docente di Filosofia della Scienza, soffermandosi sugli aspetti "sensibili" della riforma ha messo l'accento sui pericoli per l'autonomia. C'è il rischio - ha detto - che un sistema nato con l'intento di garantire all'interno dello Stato un alto grado di auto-organizzazione si limiti soltanto alla definizione di contenuti. A una ripartizione funzionale dei poteri rispetto allo Stato ottenuta con la legge sull'autonomia, dapprima in parte la riforma del Titolo V, poi la "devolution" hanno imboccato la strada della pura distribuzione dei poteri territoriali.
Al dibattito, presentato dal Direttore dell'Irre Pupa Tarantini, è anche intervenuto l'Ispettore Pietro Modini che ha posto l'accento sulla necessità che vengano definiti in modo organico e logico gli insegnamenti nella scuola primaria. Le discipline - ha detto - devono fluire secondo un processo ludico-comunicativo-funzionale per valorizzare i processi di apprendimento dei più piccoli.