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Nuova Venezia-La Moratti spegne i computer-Le spese di funzionamento sono state tagliate del 46 per cento

Monta la protesta dei presidi per un'ulteriore riduzione del bilancio preventivo: "Conti in rosso, didattica a rischio" La Moratti spegne i computer Le spese di funzionamento sono state tagliate del...

18/09/2002
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Nuova Venezia

Monta la protesta dei presidi per un'ulteriore riduzione del bilancio preventivo: "Conti in rosso, didattica a rischio"
La Moratti spegne i computer
Le spese di funzionamento sono state tagliate del 46 per cento
In pericolo molte attività tra cui internet, stage e gite scolastiche I capi d'istituto: "Non possiamo venire meno agli impegni presi" "La scuola non è allo sfascio ma i professori fanno volontariato"

di Paolo Baron

MESTRE. Costretti a tagliare abbonamenti internet, spese per fotocopie, stages e gite scolastiche così da poter pagare gli stipendi. Queste le drastiche soluzioni a cui potrebbero ricorrere i presidi delle superiori per far fronte ad un ulteriore ridimensionamento dei bilanci.
Il diktat ministeriale del luglio scorso, infatti, ha imposto ai capi di tutti gli istituti medi superiori veneziani di rivedere nuovamente i bilanci preventivi 2002 che ad aprile erano già stati stilati con un budget del 20 per cento inferiore rispetto a quello dell'anno precedente (i rendiconto scolastici seguono l'anno solare). A quanto pare, quindi, il ministro dell'istruzione Moratti oltre alle capriole ha chiesto ai funzionari scolastici di fare anche i salti mortali. Ovvero, di ridurre di un altro 20 per cento (in alcuni casi anche del 26 per cento) i costi, tuttavia andando a toccare soltanto il capitolo delle spese di funzionamento: fotocopie, abbonamenti internet, progetti con gli studenti, teatro, bibblioteche, palestre, attività di stages, gite, tanto per citare alcune voci. Alla faccia del potenziamento degli strumenti a supporto della didattica.
Ieri il collegio dei presidi della provincia di Venezia è andato al contrattacco e si è riunito nuovamente: all'ordine del giorno la stesura di una lettera di protesta da inviare al ministro per denunciare l'inaffidabilità dei tagli e chiedere una sostanziale marcia indietro sulle decisioni assunte a luglio.
"Tagliare internet o le gite rappresentano soluzioni drastiche, non certo provocazioni - spiega il preside dell'istituto per il turismo Gritti di Mestre Bruno Grossi - Il nostro bilancio è stato votato dal consiglio dei docenti nel febbraio scorso e già aveva subito un ridimensionamento. Poi a luglio ci è stato chiesto dall'ufficio scolastico regionale un altro taglio che nel nostro caso si avvicina al 26%. Dunque, siamo costretti a gestire un budget inferiore del 46 per cento: tuttavia le bollette e le spese correnti devono essere pagate comunque. Il rischio è di trovarsi in rosso già ora".
Ma perché questa ulteriore cura dimagrante? La risposta secondo Ada Di Nola, preside dell'istituto Gramsci, è semplice: serve a trovare le risorse per pagare docenti interni ed esterni che lavorano nei percorsi formativi integrati. Ovvero gli insegnanti che assicurano le materie di specializzazione del 4° e 5° anno. "Nel caso degli istituti tecnici - spiega la Di Nola che è anche presidente del collegio dei presidi - dal '92 la Regione ha riconosciuto tali percorsi che potrebbero essere definiti di specializzazione. E da sempre i soldi arrivavano in parte dell'Ente regionale e in parte dallo Stato. Ora la quota statale non verrà più erogata. E dunque per trovare fondi sufficienti a coprire i costi degli insegnanti è stato chiesto di ridurre le spese di funzionamento. Il fatto è che noi come presidi, proprio perché i contratti li abbiamo già stipulati e inseriti nel bilancio preventivo di aprile, li dobbiamo onorare. E sinceramente non so come faremo perché le spese sono già ridotte all'osso". "Io ho almeno 200 studenti all'estero in questo momento tra Spagna, Inghilterra, Canada e Francia - rincara la dose Grossi - perché il programma degli stages estivi è già attivo da tempo. Tornare indietro non si può più. Tantomento non è possibile non onorare gli accordi. Dunque, non ho molto margine di manovra per ridurre le spese di funzionamento che con l'imposizione di luglio, per quanto riguarda il mio istituto, sono già state ridotte di circa 70 mila euro. Una cifra che sembra piccola in confronto al milione di euro circa del bilancio. Ma che tuttavia riguarda solo le spese correnti".
Chiude laconica la Di Nola: "Poi dicono che la scuola è allo sfascio... Un'affermazione che io non condivido assolutamente, ma soltanto perché chi lavora all'interno dà di più di quello che dovrebbe. Molti insegnanti fanno semplicemente del volontariato pur di riuscire a portare a termine determinati progetti".