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OGGI SIT IN DAVANTI ALLA CAMERA CONTRO LA DELEGA MORATTI

Il 12 febbraio la Camera dei Deputati approverà in via definitiva il disegno di legge delega sull'istruzione presentato dal Governo, senza possibilità di modificare il testo già approvato al Senat...

11/02/2003
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Il 12 febbraio la Camera dei Deputati approverà in via definitiva il disegno di legge delega sull'istruzione presentato dal Governo, senza possibilità di modificare il testo già approvato al Senato. E' una decisione che, blindando il testo, impedisce il confronto e il dibattito parlamentare.

Contro questa decisione partecipa al Sit-in che si terrà
l'11 febbraio, alle 10.00, davanti alla Camera dei Deputati

Aderiscono e partecipano al Sit-in

- Federazione Formazione Ricerca Cgil

- Cgd (coordinamento genitori democratici)

- Cidi

- Coordinamento Nazionale Distretti Scolastici

- I Girotondi per la Democrazia

- Legambiente

- Mce

Chiedi anche tu ai Parlamentari di votare NO a questa legge.
Se vuoi, puoi usare il nostro appello e inviarlo per fax a:

A.N. 06 67 60 85 75
LEGA 06 67 60 29 07
D.S. 06 67 60 41 86
MISTO 06 67 60 21 40
F.I. 06 67 60 45 23
P.R.C. 06 67 60 39 37
LA MARGHERITA 06 67 60 34 69
U.D.C. 06 67 60 25 17

Le nostre ragioni

NO ALLA CONTRORIFORMA DELLA SCUOLA

Il centro destra vuole approvare il disegno di legge delega sulle norme generali sull'istruzione in tempi brevi e ha deciso di rifiutare tutti gli emendamenti, anche quelli provenienti dalla maggioranza.

Questa scelta espropria ulteriormente le prerogative dal Parlamento, già fortemente limitate dallo strumento legislativo della delega al governo, non riconosce alle Regioni le nuove competenze loro attribuite dalla riforma costituzionale e impedisce ogni possibilità di dialogo e di confronto tra le forze politiche e nel paese sulla riforma della scuola.

Il governo rifiuta il confronto perché vuole imporre alla scuola e al paese una controriforma che fa tornare indietro la scuola italiana e contribuisce al declino dell'Italia.

PERCHE' NO

La controriforma della scuola esprime un disegno di restaurazione che indebolisce la scuola pubblica e rinuncia all'obiettivo di garantire a tutti giovani una solida formazione di base.
Questi le ragioni principali.

ABBASSA L'OBBLIGO SCOLASTICO
Se questo provvedimento viene approvato l'Italia sarà il primo paese al mondo ad abbassare l'obbligo scolastico. Mentre tutti i paesi del mondo, sviluppati e non, sono impegnati a elevare l'obbligo scolastico a 16/18 anni per garantire a tutti i cittadini il diritto all'istruzione, il nostro paese in splendida solitudine sta per decidere di tornare indietro anche rispetto al risultato, ancora insufficiente, dell'obbligo scolastico a 15 anni e formativo a 18, ottenuto nella precedente legislatura.
La controriforma dissolve lo stesso concetto di obbligo scolastico, in nome di un generico e ambiguo diritto - dovere all'istruzione. In questo modo una fetta consistente di futuri cittadini saranno esclusi da una formazione culturale indispensabile per scegliere, lavorare, vivere consapevolmente.

IL FUTURO SI DECIDE A 13 ANNI
Costringe a scegliere dopo la terza media tra il canale scolastico statale e il canale della formazione regionale, tra un percorso culturale alto e un precoce avviamento al lavoro. I due canali non hanno pari dignità culturale: il canale professionale, più breve, prioritariamente finalizzato all'inserimento lavorativo e affidato alle Regioni, è destinato a diventare il canale del disagio scolastico. La precocità della scelta sanziona le differenze socio-culturali di partenza; attraverso la scelta scolastica, a 13 anni, si rischia di determinare il destino sociale e lavorativo delle persone. In questo modo le disuguaglianze sociali e culturali aumentano e diventano irrecuperabili.

ANTICIPO: MENO ATTENZIONE AI DIRITTI EDUCATIVI DEI BAMBINI
La proposta dell'anticipo della scuola elementare a cinque anni e della scuola dell'infanzia a due e mezzo non tiene in alcun conto la valenza educativa della scuola dell'infanzia e intende relegarla alla sola funzione assistenziale.
La possibilità di accedere alla scuola elementare per bambini di diversa età, da 5 a 7 anni, rischia di creare una forte disomogeneità nelle classi e una maggiore difficoltà nel rispettare i tempi evolutivi di ciascuno.
L'introduzione dell'anticipo è destinata a mettere in atto una spinta all'accelerazione dell'apprendimento scolastico a danno dei diritti dei bambini ad uno sviluppo equilibrato, ad un ambiente educativo pensato e modellato in relazione alle diverse fasi evolutive e rispettoso dei ritmi di apprendimento.

AUMENTA LA SEPARAZIONE TRA SCUOLA ELEMENTARE E MEDIA
Torna la frattura tra scuola elementare e scuola media. La controriforma, articolazioni interne imposte dalla legge delega (1 + 2 + 2 per le elementari e 2 + 1 per la media) rafforzano la separazione. Eppure è da oltre due decenni che le scuole lavorano perché il percorso di base sia più continuo e progressivo e, quindi, più efficace.
Anche il biennio comune quinta elementare - prima media, inizialmente proposto dalla stessa commissione Bertagna, è stato abbandonato, così come l'idea del curricolo verticale, benché molti istituti comprensivi (il 43% di istituzioni scolastiche di base) vi stiano lavorando da più anni.

LIMITA L'AUTONOMIA SCOLASTICA
Il curricolo locale, attualmente di competenza della progettazione delle scuole autonome, è attribuito alle Regioni. Insieme al disegno di legge sulla cosiddetta "devolution" prospetta un indebolimento dell'autonomia scolastica a favore di un neocentralismo regionale e una divisione del sistema scolastico italiano in 20 sistemi scolastici regionali, destinati ad aumentare le differenze territoriali.

TAGLIA L'OFFERTA FORMATIVA
La legge è del tutto priva di copertura finanziaria. Secondo le promesse di Berlusconi occorrono 15 - 19.000 miliardi di lire per attuarla. Senza queste risorse la controriforma deve autofinanziarsi. Le modalità sono già indicate dalla legge finanziaria e dal progetto Bertagna, presentato un anno fa agli Stati Generali della scuola: una scuola più povera con meno insegnanti, meno operatori scolastici, meno risorse finanziarie; un curricolo scolastico minimo, ridotto nella sua parte obbligatoria e garantita a tutti, spingendo a completare il percorso formativo con corsi privati a pagamento.

LA FORMAZIONE INIZIALE DEGLI INSEGNANTI PEGGIORA
Nel percorso previsto per la formazione degli insegnanti sono abbandonate le esperienze di integrazione tra scuola e università. Si prospetta una formazione iniziale esclusivamente teorica, priva di ogni intreccio con il sapere professionale della scuola.

LA SCUOLA CHE VOGLIAMO

La CGIL Scuola è contraria a questa riforma, non perché siamo contrari ad ogni riforma, ma perché vogliamo un'altra riforma.
Una riforma con finalità inclusive, che riduca la dispersione e punti al successo formativo per tutti, che sviluppi i processi di innovazione attivati dalle trasformazioni che nella scuola sono già state realizzate.
Per questo, mentre poniamo in atto azioni di contrasto per impedire l'approvazione della riforma Moratti, proponiamo una piattaforma di politica scolastica alternativa, sulla quale ricercare il massimo del consenso.
Questi i punti principali:

Ø obbligo scolastico di almeno dieci anni e articolazione iniziale della secondaria superiore obbligatoria a carattere unitario e orientativo;

Ø sostegno e sviluppo delle esperienze legate all'innalzamento dell'obbligo scolastico e formativo: integrazione, passaggi, crediti;

Ø obbligo dell'ultimo anno della scuola dell'infanzia e la sua generalizzazione quantitativa e qualitativa;

Ø investimento nella continuità educativa e didattica, a partire dalla valorizzazione degli istituti comprensivi;

Ø la riforma e qualificazione della formazione professionale regionale, il cui ingresso va previsto a conclusione dell'obbligo scolastico;

Ø il potenziamento del sistema di educazione degli adulti con la creazione di istituti autonomi deputati alle attività rivolte agli adulti;

Ø formazione iniziale degli insegnanti alta e specialistica, fondata sulla collaborazione tra scuola e università;

Ø risorse per l'autonomia scolastica: tempi e modelli organizzativi in grado di rispondere ai bisogni formativi dei singoli, organici funzionali, risorse per la formazione in servizio, centri e figure di supporto, qualità dell'ambiente scolastico;

Ø risorse a sostegno dell'inserimento degli stranieri e per l'integrazione degli alunni handicappati.

VOGLIAMO UNA SCUOLA PUBBLICA,
LAICA, PLURALISTA, QUALIFICATA

VOGLIAMO UNA SCUOLA DI TUTTI,
VOGLIAMO PIU' SCUOLA
PER TUTTI E PER CIASCUNO